Lettere in redazione

Influenza aviaria e terrorismo mediatico

Mi chiamo Venia, abito a Collevecchio – un grazioso paesino vicino alla Capitale anche se in provincia di Rieti – e scrivo al settimanale per parlare dell’aviaria. Non sono preoccupata tanto per me, che ormai viaggio traquillamente verso i dolci sentieri della terza età, ma per le mie due figlie, Simonetta ed Antonella, ed i miei quattro nipoti, due ad Ostia e due in Romagna. Loro sono giovani e questo è un problema che li riguarda ancora più di me. Anche se, debbo ammettere, a mio parere nel discorso dell’influenza aviaria, si deve anche tenere in seria considerazione il problema dell’informazione pilotata. Non per niente l’ottimo Ministro Alemanno ha parlato di terrorismo mediatico come è successo nel caso della mucca pazza. Infatti mi sembra di stare ad assistere alla creazione di una paura di comodo, con l’effetto della distruzione dell’avicoltura con gravissimi danni alle famiglie degli occupati e dell’economia nazionale.Venia Vittori D’Ippoliti Collevecchio (Rieti) Non credo che l’informazione sull’influenza aviaria sia stata «pilotata». Semplicemente si è buttata, come al solito, a capofitto su tutto quanto possa impressionare il lettore, stimolare i suoi interessi morbosi e le sue paure. Smettere di mangiare carne di pollo o di tacchino, che in Italia tra l’altro è supercontrollata, è un comportamento assurdo (anche se infetta, una volta cotta sarebbe innocua), che non ci mette al riparo da nulla e danneggia la nostra economia. In tutto il mondo i casi di persone infette dal virus H5N1 dal 2003 al 20 febbraio 2006 sono state 170 con 92 morti. Oltretutto i decessi sono in gran parte imputabili al ritardo nella cura, ad altre patologie presenti o anche a carenze nelle strutture sanitarie. Ogni persona morta è ovviamente un dramma, ma numeri del genere sono assai inferiori a quelli di altre patologie con le quali conviviamo da tempo, senza particolari paure. Nella sola Toscana sono decedute nel 2002 1.091 persone per bronchiti, 45 per normale influenza, 655 per polmonite, 509 per cirrosi epatica e 121 per ulcera gastrica. Se poi guardiamo al mondo, sono quasi mezzo milione i bambini che muoiono per il morbillo, per il quale peraltro esistono farmaci e vaccini.Claudio Turrini