Toscana

Industria, la ripresa solo nel 2003

di Ennio CicaliTarda ad arrivare la ripresa del sistema produttivo regionale. Per il quarto trimestre consecutivo la produzione industriale toscana ha fatto registrare una variazione negativa rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente: nel periodo aprile-giugno la riduzione è stata dell’1,4%. Diminuito anche il fatturato seppure in maniera più contenuta. Sono alcuni dei dati riportati dal rapporto Unioncamere Toscana sulla congiuntura industriale regionale nel secondo trimestre 2002.

In controtendenza rispetto al quadro generale alcuni settori: è il caso della metalmeccanica-elettronica, con il +3,5% della produzione e fabbricazione di metallo; il + 2,2% dell’industria meccanica e il +1,3% dell’elettronica e mezzi di trasporto. Bene anche la chimica e gomma (+2,4) e la tenuta del settore alimentare (+ 2,9% dopo +9,6 del 2000 e il +8,5 del 2001).

La produzione diminuisce invece in alcuni dei comparti più tipici della struttura industriale regionale: lavorazione di minerali non metalliferi (-1,6%) e del legno e arredamento, settore quest’ultimo che continua ad attraversare una fase di difficoltà che si protrae da tempo. La situazione più critica rimane indubbiamente quella del comparto moda, all’interno del quale si rilevano andamenti negativi sia per il tessile-abbigliamento (-4%) che per le industrie della concia, cuoio e pelletteria (-4,7%). Da notare come le difficoltà dell’intero sistema moda si protraggano da tempo, dal momento che già nel secondo trimestre 2001 era stata registrata una contrazione della produzione industriale.Rispetto al primo trimestre di quest’anno la produzione è cresciuta del 3,1 e il fatturato è aumentato di 5,6 punti percentuali, incremento inferiore a quello dello stesso trimestre del 2001 e del 2000, ma in linea con il 1999 e sensibilmente migliore del 1997 e ’98.

Segnali contrastanti per gli ordinativi. Diminuiti quelli del mercato nazionale: -1,2% nel primo trimestre di quest’anno e -0,6 nel secondo (la peggiore prestazione del periodo dal 1997), mettendo in risalto il critico andamento della domanda interna, evidenziato anche dalla compressione dei consumi. In ripresa, invece, gli ordinativi provenienti dall’estero che hanno portato il fatturato dell’export oltre il 30% (31,9% per la precisione), un dato positivo dovuto alla carente domanda interna che ad una reale ripresa del commercio mondiale.

Sostanziale tenuta dell’occupazione (+0,2% rispetto al primo trimestre), che resta notevolmente inferiore rispetto a quanto rilevato nel corso del secondo trimestre del 2000 e 2001.

Le indicazioni di preconsuntivo per il terzo trimestre vedono il 23% degli imprenditori «ottimisti» mentre il 33% è decisamente «pessimista».

In conclusione l’indagine dell’Unioncamere ha riconfermato molte delle ombre già rilevate che mettono in luce la persistenza dei fattori di debolezza di un ciclo congiunturale che per l’industria regionale resta problematico.

Le molte incertezze che ancora gravano sullo scenario internazionale, conclude l’Unioncamere toscana, con le ripercussioni che determinano sulla domanda, sia estera sia nazionale, portano ormai a posticipare definitivamente al 2003 l’avvio della ripresa dell’industria regionale. Le ultime due indagini dell’anno in corso potranno offrire ulteriori e più precisi elementi di valutazione sui tempi di uscita dall’attuale fase recessiva.

Settori di attività %-Alimentari, bevande tabacco + 2,9-Tessile e abbigliamento – 4,0-Industrie conciarie, fabbricazione di prodotti in cuoio, pelle – 4,7-Legno e arredamento – 2,2-Produzione di metallo e fabbricazione di prodotti in metallo + 3,5-Industria meccanica + 2,2-Elettronica e mezzi di trasporto + 1,3-Lavorazione minerali non metalliferi – 1,6-Raffinerie, prodotti chimici, gomma + 2,4-Manifatturiere varie – 2,3 Nelle province toscane %Firenze + 0,8Arezzo + 0,4Lucca – 0,6Siena – 1,1Grosseto – 1,9Pisa – 2,7Pistoia – 3,1Livorno – 4,8Massa Carrara – 4,8Prato – 6,0Fonte: Unioncamere Toscana – Istituto Tagliacarne (2º trimestre 2002)