Italia
INDULTINO, PRIMO SI’ DELLA CAMERA
Dopo quasi tre mesi e in un clima incandescente il Parlamento ha dato un primo segno positivo all’appello del Papa per un provvedimento di clemenza a favore dei detenuti: la Camera infatti ha detto sì all’indultino, il provvedimento che prevede la sospensione degli ultimi tre anni di pena per i detenuti che non hanno commesso reati gravissimi e che hanno già scontato un quarto della condanna.
Con il voto contrario di Lega e An l’Aula della Camera ha approvato ieri il cosidetto indultino che prevede la sospensione degli ultimi tre anni di pena per chi non ha commesso reati gravissimi ed ha già scontato un quarto della condanna. Il testo che è stato approvato è praticamente quello messo a punto dai proponenti Giuliano Pisapia (Prc), Enrico Buemi (Sdi) e Giuseppe Fanfani (Margherita). Pochi infatti gli emendamenti approvati, alcuni dei quali destinati a far discutere come quello che prevede l’applicazione dello sconto di pena anche ai reati di Tangentopoli.
Il testo passa ora all’esame del Senato. L’indultino potrà essere esteso anche ai reati contro la Pubblica Amministrazione come corruzione e concussione. L’Aula di Montecitorio ha infatti approvato l’emendamento dei Ds che proponeva, come elenco dei reati esclusi dallo sconto di pena, quelli previsti dall’articolo 4-bis della legge in materia di trattamento penitenziario che sono quelli di terrorismo o eversione; mafia; sequestro di persona; traffico di schiavi e di stupefacenti.
La maggioranza dei deputati si è espressa a favore dell’emendamento della Quercia ad eccezione della Lega (che voleva escludere dal beneficio molte altre fattispecie, come ad esempio l’omicidio, l’usura e il contrabbando di sigarette), di An e di Pierluigi Mantini della Margherita. Quest’ultimo infatti aveva presentato un emendamento per impedire che ci fosse lo sconto di pena anche per i reati di Tangentopoli. Prc e Verdi invece hanno votato ‘no’ perché contrari ad ogni ipotesi di preclusione dei reati.