Sono state sospese le ricerche dei sopravvissuti tra le macerie provocate mercoledì scorso dal terremoto di 7,6 gradi della scala Richter che ha colpito la zona occidentale dell’isola di Sumatra in Indonesia. Lo riferisce la stampa locale, precisando che stamani i soccorritori locali e internazionali, all’opera soprattutto nella zona di Padang, capitale amministrativa della provincia di Sumatra occidentale, hanno smesso di cercare eventuali sopravvissuti per concentrarsi sulla costruzione di tendopoli per le decine di migliaia di sfollati. Secondo l’ultimo bilancio ufficiale del governo, il sisma ha provocato la morte di 603 persone mentre circa un migliaio risultano ancora disperse. Fonti Onu e di agenzie umanitarie elevano le stime parlando di oltre 1100 morti e di un numero di dispersi doppio o triplo rispetto a quello fornito dal governo, il quale ieri ha comunque precisato che un quadro più preciso delle vittime del sisma non si potrà avere prima della fine di questa settimana. Le piogge che stanno cadendo sulla zona, infatti, stanno rendendo ancor più difficile il lavoro dei soccorritori e vaste aree colpite dal terremoto (soprattutto i villaggi rurali dell’entroterra) non sono ancora state raggiunte. Nella città di Padang, intanto, gli operatori umanitari sottolineano la necessità urgente di acqua (il timore è che l’inquinamento dei pozzi favorisca il diffondersi di malattie) e di ripari per i molti senza tetto. Numerosi anche gli appelli per l’invio di squadre mediche, dal momento che il personale sanitario locale non riesce a gestire la situazione per numero e per mancanza di attrezzature, dopo che il sisma ha danneggiato anche buona parte degli ospedali cittadini.Misna
