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Indipendenza Catalogna: card. Blázquez Pérez , «fatto grave e perturbatore della nostra convivenza»
«La Dichiarazione d’indipendenza unilaterale del 27 ottobre scorso ha significato la rottura dell’ordine costituzionale che come spagnoli ci siamo dati quarant’anni fa». Così l’arcivescovo di Valladolid e presidente della Conferenza episcopale spagnola, card. Ricardo Blázquez Pérez, nel suo discorso di fronte ai confratelli spagnoli riuniti in assemblea plenaria a Madrid da stamane.
«Riteniamo che la Dichiarazione di rottura sia un fatto grave e perturbatore della nostra convivenza, che va molto oltre le discrepanze tra le formazioni politiche», ha dichiarato il cardinale, nella prolusione ripresa dal Sir. Nella «Costituzione», «frutto del consenso di tutti», «il desiderio ampiamente condiviso di riconciliazione era stato tradotto in un regolamento fondamentale della nostra convivenza». Ed è per questo che la rottura «ci ha rattristato e preoccupato»: se è «comprensibile» che si potessero mostrare necessità di aggiornare la Costituzione, «essa stessa indicava le procedure per introdurre i cambiamenti appropriati».
In tutto ciò, «la Chiesa, che ha collaborato efficacemente alla transizione politica, sebbene non sia sempre stata riconosciuta, desidera continuare ad adempiere alla sua missione di riconciliazione e pacificazione». Vescovi e sacerdoti sono «al servizio della comunione ecclesiale; e, quindi, anche della coesistenza pacifica dei cittadini» al punto che «la nostra rinuncia alla militanza politica» nasce dal desiderio che «nessuno si consideri estraneo alla comunità cristiana». E ha concluso su questo punto sostenendo «il ripristino dell’ordine costituzionale, perché è un bene comune», «il rispetto della legge», «lo sforzo di tutti affinché i rapporti sociali, ecclesiali e familiari influenzati negativamente da questi eventi siano rinnovati dal rispetto per la libertà di tutti, la fiducia reciproca e la concordia pacifica». Perché «la coesistenza nella diversità è possibile anche oggi».