Italia

INDIA, MARÒ ITALIANI: PADRE FARACI (OMI), «LE FAMIGLIE DELLE VITTIME PREGANO PER LORO»

«Portate i nostri saluti ai due marinai in carcere e assicurateli che preghiamo per loro e che non ce l’abbiamo con loro». Sono parole dei familiari di Jelestin Valantine e di Ajesh Binki, i due pescatori indiani della cui morte sono accusati i marò italiani Massimiliano Latorre e Salvatore Girone riportate dal cappellano militare, padre Giuseppe Faraci, in un articolo sul numero in uscita della rivista «Bonus miles Christi» dell’Ordinariato militare per l’Italia (Omi). Padre Faraci è uno dei due cappellani inviati in India, lo scorso aprile, da mons. Vincenzo Pelvi, arcivescovo castrense, per esprimere vicinanza ai due soldati italiani e solidarietà alle famiglie delle vittime. Il cappellano parla degli incontri quotidiani con i marò, nella prigione di Trivandrum, del loro «desiderio di vicinanza alle famiglie dei due pescatori» e di un colloquio con padre Martin Rajesh, cugino della vedova di una delle vittime.

Incontro che è stato «un meraviglioso scambio di partecipazione alle sofferenze reciproche» concluso con l’impegno da parte del sacerdote indiano di «pregare con i suoi parrocchiani e i familiari di Valantine affinché i nostri marò potessero tornare presto in Italia dalle loro famiglie». «Promesse di preghiera – rivela padre Faraci – sono arrivate tutti i giorni a Massimiliano e Salvatore da ogni dove: il vescovo latino di Trivandrum mons. Soosa Bhakiam, il patriarca Syro-malankarita Baselios Cleemis, il vescovo della diocesi di Kollam, mons. Stanley Roman e da tutti i sacerdoti incontrati quotidianamente. Anche queste notizie – conclude – sono state di grande consolazione per Massimiliano e Girone; si sta un po’ meglio anche in carcere se sai che nessuno ce l’ha con te». Il testo integrale dell’articolo sarà presto disponibile sul sito dell’Omi: www.ordinariato.it.