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INDIA, KASHMIR: SI AGGRAVANO GLI SCONTRI, DICHIARATO COPRIFUOCO IN TUTTA LA VALLE

Almeno dodici persone sono morte oggi in scontri con la polizia in diversi quartieri e centri abitati circostanti Srinagar, capitale estiva del Jammu e Kashmir, alzando a non meno di 19 il numero delle vittime da ieri. Decine di migliaia di persone hanno violato il coprifuoco esteso oggi per tutta la valle del Kashmir, per la prima volta in 13 anni. La stampa kashmira ritiene il bilancio solo provvisorio mentre continuano i disordini in più località della valle. Il primo ministro Manmohan Singh ha convocato una seconda riunione di emergenza di tutti i partiti per domani allo scopo di trovare una soluzione per frenare il crescendo di tensioni in Kashmir tra la maggioranza musulmana e la minoranza indù, crisi cominciata per una disputa sull’assegnazione di 40 ettari di terreno a un organizzazione indù per la costruzione di ostelli per e pellegrini diretti al santuario induista di Amanarth. Una prima riunione convocata da Singh la scorsa settimana, si era conclusa con un appello alla calma, ma il Bharatiya Janata party, partito nazionalista indù a capo dell’opposizione, aveva rinnovato il suo appoggio alle rivendicazioni della comunità indù. Ieri la polizia ha aperto il fuoco e lanciato gas lacrimogeni per fermare una marcia di cittadini diretti verso il confine de facto con la parte del Kashmir sotto giurisdizione pakistana, allo scopo di spezzare un blocco dei trasporto della merci verso le zone popolate dai musulmani da parte di gruppi radicali indù nel distretto di Jammu. Negli scontri di ieri, che hanno provocato sette vittime, è rimasto ucciso anche Sheikh Aziz, uno dei dirigenti della Conferenza Hurriyat che riunisce partiti e associazioni in lotta per l’indipendenza del Kashmir dall’India. Teatro di una guerriglia secessionista dal 1989 che ha fatto decine di migliaia di morti, negli ultimi due anni nel Jammu e Kashmir la violenza sembrava essersi ridotta anche grazie ai passi avanti nel dialogo diplomatico tra India e Pakistan per arrivare a una soluzione sul conteso territorio del Kashmir. L’attuale crisi, pur avendo trovato l’innesco nel contenzioso sulla cessione di terreno a un organismo religioso indù, sembra alimentarsi dall’insoddisfazione per il prolungarsi di un contenzioso in cui la voce degli abitanti kashmiri, inclusa gli indù che vivono nel distretto di Jammu, non è stata adeguatamente ascoltata dal governo centrale.Misna