Nella comunità cattolica di Karwar, in Karnataka (India meridionale), c’è sdegno, paura, ma anche la ferma convinzione che la risposta giusta è quella del perdono e della preghiera: è quanto dice all’Agenzia Fides mons. Simon Tellis, Vicario Generale della diocesi di Karwar, all’indomani dell’ennesimo attacco contro una chiesa cattolica. La chiesa si trova ad Honnavar, una città costiera, nel distretto di Uttara Kannada. La mattina del 12 maggio i fedeli hanno rinvenuto le vetrate della chiesa infrante e diverse statue e arredi sacri danneggiati. L’azione è stata identificata e definita un tipico attacco di gruppi estremisti indù, che seguono la loro agenda di odio e aggressioni verso le altre comunità religiose.Il Vescovo di Karwar, mons. Derek Fernandes, che si trovava fuori sede, si è detto preoccupato e sconcertato e ha invitato i fedeli a pregare e a non reagire in alcun modo alle provocazioni.E’ proprio questo che gli estremisti vogliono, spiega a Fides mons. Tellis. Con questi atti, intendono ferire la sensibilità dei fedeli cristiani, provocare una scintilla che poi può alimentare scontri e violenza su vasta scala. Ma questo per noi è il momento di far trionfare l’amore di Cristo, di mettere in pratica la parola dell’amore ai nemici, di perdonare. Continueremo a cercare il dialogo e a costruire l’armonia nella società, dice Mons. Tellis.Questi gruppi mirano a creare il caos e a far scoppiare la violenza. Pochi estremisti, certo, rispetto alla maggioranza dei fedeli indù che sono di mentalità aperta e moderata e che apprezzano la presenza e le opere della Chiesa cattolica, tanto impegnata nell’istruzione e nel sociale. Crediamo che in Karnataka la situazione non sia tanto allarmante, come recitano alcuni rapporti, da rischiare ondate di persecuzione anticristiana di massa, come in Orissa. Ma i radicali indù di sentono forti della copertura politica del BJP (Barathiya Janata Party), il partito nazionalista che governa lo stato, e quindi agiscono indisturbati in queste scorrerie.In ogni caso conclude il Vicario abbiamo avvisato e denunciato il tutto alla polizia e, d’altro canto, insieme con l’Arcivescovo di Bangalore, intendiamo far sentire la nostra voce presso le autorità civili, chiedendo protezione e la tutela dei nostri diritti, ricordando il ruolo costruttivo e il contributo che la Chiesa cattolica offre alla società indiana. (PA) (Agenzia Fides)