Dopo 25 anni di collaborazione tra le religioni e di testimonianza comune è tempo di bilanci e di rilancio dell’impegno, a fronte di nuove sfide. Esse sono insite nella crisi finanziaria ed economica che dura più del previsto; nella crisi delle istituzioni democratiche e sociali; nella crisi alimentare ed ambientale; nelle migrazioni bibliche, nelle forme più subdole del neocolonialismo, nelle perduranti piaghe della povertà e della fame, nell’indomito terrorismo internazionale, nelle crescenti diseguaglianze e nelle discriminazioni religiose. Così il card. Peter Kodwo Appiah Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, ha presentato questa mattina in Vaticano la Giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia nel mondo Pellegrini della verità, Pellegrini della pace (Assisi, 27 ottobre). Per il cardinale, ancora una volta basti pensare ai recenti avvenimenti in Egitto o in altre regioni del mondo c’è bisogno di dire no’ a qualsiasi strumentalizzazione della religione perché la violenza tra religioni è uno scandalo che snatura la vera identità della religione, vela il volto di Dio ed allontana dalla fede. La ricerca della verità, ha ribadito il card. Turkson, è premessa per conoscersi meglio, per vincere ogni forma di pregiudizio, ma anche di sincretismo, che offusca le identità: Essere tutti partecipi di un comune cammino di ricerca della verità significa riconoscere la propria specificità, sulla base di ciò che ci fa uguali tutti siamo capaci di verità – e diversi insieme. La ricerca della verità, inoltre, è condizione per abbattere il fanatismo e il fondamentalismo, per i quali la pace si ottiene con l’imposizione agli altri delle proprie convinzioni. I Paesi del mondo rappresentati nella Giornata sono più di 50, ha spiegato il cardinale, tra i quali, oltre a numerosi Paesi europei e americani, anche Egitto, Israele, Pakistan, Giordania, Iran, India, Arabia Saudita, Filippine e molti altri (sono quelli che soffrono forse maggiormente, in questo momento storico, per problemi di libertà religiosa e dialogo tra religioni). Saranno invece 13 i delegati cattolici, tra presidenti di Conferenze episcopali regionali e patriarchi e arcivescovi maggiori delle Chiese Sui Iuris. (Sir)