Vita Chiesa

INCONTRO CCEE, PROGETTI CONCRETI PER EDUCARE ALLA SALVAGUARDIA DEL CREATO

Progetti ed esperienze concrete come piantare alberi, denunciare situazione di degrado ambientale, costruire un’arca di Noè simbolica per occuparsi degli animali, ripulire dai rifiuti un’area verde: è questo l’approccio didattico da usare con gli studenti giovani per educare ai temi ambientali e ad uno sviluppo sostenibile. Di formazione alla responsabilità del creato in tutti i vari aspetti e settori della vita ecclesiale – insegnamento della religione, pastorale, formazione ideologica, catechesi, liturgia, famiglia – si sta parlando in questi giorni a Breslavia (Polonia) nell’ambito della V Consultazione delle conferenze episcopali europee (Ccee) sulla responsabilità per il creato (fino al 18 maggio).

Oltre 60 rappresentanti delle Chiese di 22 Paesi europei raccontano qui le loro esperienze e i progetti, anche perché, ha sottolineato don Aldo Giorndano, segretario generale del Ccee, “la formazione alla salvaguardia del creato è un modo per evangelizzare, un luogo per dialogare con le altre religioni e con i non credenti”. Emergono così iniziative diverse da Paese a Paese: in Germania ogni diocesi ha un delegato per l’ambiente, la Chiesa forma consulenti con corsi biennali e oltre 700 comunità lavorano per la creazione di energie alternative; in Svizzera, Gran Bretagna, Italia, Spagna e Francia sono stati pubblicati sussidi che riscuotono grande successo soprattutto tra i giovani; in Austria la Chiesa promuove campagne su tasse ecologiche e agricoltura biologica e collabora con organizzazioni come Green Peace; in Belgio c’è una struttura polivalente nella foresta fiamminga che accoglie ospiti e promuove gite scolastiche e progetti multimediali; in Irlanda i temi ambientali fanno parte dell’insegnamento della religione nelle scuole; in Portogallo l’università cattolica ha un corso di laurea in ingegneria ambientale; in Ungheria si celebra da oltre 50 anni il “Giorno degli uccelli e degli alberi” con i francescani che organizzano iniziative diverse, mentre in alcuni Paesi europei le Chiese locali stanno cercando di istituire la celebrazione ecumenica di un “giorno della creazione”.

“La civiltà moderna ha una relazione dispotica con la natura – ha osservato oggi il pedagogista tedesco Gerhard Mertens – per cui la pedagogia deve creare le basi per una nuova comprensione della natura nella quale l’uomo è responsabile delle proprie azioni. Gli studenti e i giovani devono imparare a capire e denunciare le situazioni in cui il progresso non è più a misura d’uomo e non rispetta la natura. Non bisogna rinunciare alla tecnica ma dobbiamo creare una razionalità alternativa in grado di affermare che la natura ha in sé un mistero, una profondità insondabile, che va al di là del valore tecnologico e ed economico. Quando nella natura l’uomo trova il senso, allora si arriva anche al fattore religioso”.

L’incontro di Breslavia si aprirà domani anche al confronto con la politica e con i temi legati alla globalizzazione e all’argomento europeo. L’ingresso della Polonia nell‘Ue ad esempio porrà questioni sullo sviluppo agricolo e la competitività di prodotti nei Paesi dell’Est (di cui si parlerà domani in un dibattito pubblico con esponenti locali).

L’arcivescovo di Armuid Martin, già osservatore presso le Nazioni Unite (Ginevra), parlerà invece delle attese della politica nei confronti della formazione dei cristiani allo sviluppo sostenibile. La consultazione si chiuderà domenica con una dichiarazione finale e proposte concrete da suggerire alle Chiese europee.Sir