Vita Chiesa

Incontro abusi in Vaticano, Papa Francesco: dinanzi al mistero del male, proteggere i piccoli dai lupi voraci

«La gravità della piaga degli abusi sessuali su minori è un fenomeno storicamente diffuso purtroppo in tutte le culture e le società». Il discorso del Papa a conclusione dell’incontro in Vaticano su «la protezione dei minori della Chiesa» – rivolto ai presidenti delle Conferenze episcopali della Chiesa cattolica, ai capi delle Chiese orientali cattoliche, ai rappresentanti dell’Unione dei superiori generali e dell’Unione internazionale delle superiore generali, ai membri della Curia romana e del Consiglio di cardinali che vi hanno partecipato – comincia con un’analisi generale e molto dettagliata di una piaga che non riguarda solo la Chiesa, e che «è diventata, solo in tempi relativamente recenti, oggetto di studi sistematici, grazie al cambiamento della sensibilità dell’opinione pubblica su un problema in passato considerato tabù, vale a dire che tutti sapevano della sua presenza ma nessuno ne parlava», la denuncia di Francesco, che ha tracciato un’analogia con «la crudele pratica religiosa, diffusa nel passato in alcune culture, di offrire esseri umani spesso bambini come sacrifici nei riti pagani».

«Ancora oggi le statistiche disponibili sugli abusi sessuali su minori, stilate da varie organizzazioni e organismi nazionali e internazionali (Oms, Unicef, Interpol, Europol e altri), non rappresentano la vera entità del fenomeno, spesso sottostimato principalmente perché molti casi di abusi sessuali su minori non vengono denunciati, in particolare quelli numerosissimi commessi nell’ambito famigliare». Senza contare che «di rado le vittime si confidano e cercano aiuto». «Dietro a questa riluttanza ci può essere la vergogna, la confusione, la paura di vendetta, i sensi di colpa, la sfiducia nelle istituzioni, i condizionamenti culturali e sociali, ma anche la disinformazione sui servizi e sulle strutture che possono aiutare», le ipotesi ventilate dal Papa: «L’angustia purtroppo porta all’amarezza, addirittura al suicidio, o a volte a vendicarsi facendo la stessa cosa».

«L’unica cosa certa è che milioni di bambini nel mondo sono vittime di sfruttamento e di abusi sessuali», ha affermato Francesco, secondo il quale «sarebbe importante riportare i dati generali – a mio avviso sempre parziali – a livello globale, poi Europeo, Asiatico, Americano, Africano e dell’Oceania, per dare un quadro della gravità e della profondità di questa piaga nelle nostre società». «La prima verità che emerge dai dati disponibili – ha fatto notare il Papa – è che chi commette gli abusi, ossia le violenze – fisiche, sessuali o emotive – sono soprattutto i genitori, i parenti, i mariti di spose bambine, gli allenatori e gli educatori. Inoltre, secondo i dati Unicef del 2017 riguardanti 28 Paesi nel mondo, su 10 ragazze che hanno avuto rapporti sessuali forzati, 9 rivelano di essere state vittime di una persona conosciuta o vicina alla famiglia». Secondo i dati ufficiali del governo americano, «negli Stati Uniti oltre 700.000 bambini ogni anno sono vittime di violenze e maltrattamenti, secondo l’International Center For Missing and Exploited Children (ICMEC), un bambino su 10 subisce abusi sessuali. In Europa 18 milioni di bambini sono vittime di abusi sessuali. Se prendiamo l’esempio dell’Italia, il rapporto di Telefono Azzurro del 2016 evidenzia che il 68,9% degli abusi avviene all’interno delle mura domestiche del minore. Teatro di violenze non è solo l’ambiente domestico, ma anche quello del quartiere, della scuola, dello sport e, purtroppo, anche quello ecclesiale». Dagli studi effettuati, negli ultimi anni, sul fenomeno degli abusi sessuali su minori emerge inoltre che «lo sviluppo del web e dei mezzi di comunicazione ha contribuito a far crescere notevolmente i casi di abusi e violenze perpetrati on line».

«La diffusione della pornografia sta dilagando rapidamente nel mondo attraverso la Rete», il grido d’allarme del Papa: «La piaga della pornografia ha assunto dimensioni spaventose, con effetti deleteri sulla psiche e sulle relazioni tra uomo e donna, e tra loro e i bambini. Un fenomeno in continua crescita. Una parte molto considerevole della produzione pornografica ha, tristemente, per oggetto i minori, che così vengono gravemente feriti nella loro dignità. Gli studi in questo campo documentano che ciò avviene in modi sempre più orribili e violenti; si arriva all’estremo degli atti di abuso su minori commissionati e seguiti in diretta attraverso la Rete». A questo proposito, Francesco ha citato il Congresso internazionale avvenuto a Roma sul tema della dignità del bambino nell’era digitale e il primo Forum dell’Alleanza interreligiosa per comunità più sicure, che ha avuto luogo, sullo stesso tema, nel novembre scorso, ad Abu Dhabi.

«Un’altra piaga è il turismo sessuale», ha proseguito il Papa: «Secondo i dati 2017 dell’Organizzazione mondiale del turismo, ogni anno nel mondo tre milioni di persone si mettono in viaggio per avere rapporti sessuali con un minore. Significativo il fatto che gli autori di tali crimini, nella più grande parte dei casi, non riconoscono che quello che stanno commettendo è un reato».

L’abuso è «un problema universale e trasversale che purtroppo si riscontra quasi ovunque», ma «l’universalità di tale piaga, mentre conferma la sua gravità nelle nostre società, non diminuisce la sua mostruosità all’interno della Chiesa». È chiaro e netto il Papa, nel suo discorso conclusivo dell’incontro in Vaticano su «La protezione dei minori nella Chiesa», nell’evitare ogni riduzionismo, da parte ecclesiale, sugli abusi. «La disumanità del fenomeno a livello mondiale diventa ancora più grave e più scandalosa nella Chiesa, perché in contrasto con la sua autorità morale e la sua credibilità etica», il monito di Francesco: «Il consacrato, scelto da Dio per guidare le anime alla salvezza, si lascia soggiogare dalla propria fragilità umana, o dalla propria malattia, diventando così uno strumento di satana».

«Negli abusi noi vediamo la mano del male che non risparmia neanche l’innocenza dei bambini», la tesi del Papa, secondo il quale «non ci sono spiegazioni sufficienti per questi abusi nei confronti dei bambini. Umilmente e coraggiosamente dobbiamo riconoscere che siamo davanti al mistero del male, che si accanisce contro i più deboli perché sono immagine di Gesù. Ecco perché nella Chiesa attualmente è cresciuta la consapevolezza di dovere non solo cercare di arginare gli abusi gravissimi con misure disciplinari e processi civili e canonici, ma anche affrontare con decisione il fenomeno sia all’interno sia all’esterno della Chiesa».

La Chiesa, in altre parole, «si sente chiamata a combattere questo male che tocca il centro della sua missione: annunciare il Vangelo ai piccoli e proteggerli dai lupi voraci». «Se nella Chiesa si rilevasse anche un solo caso di abuso – che rappresenta già di per sé una mostruosità – tale caso sarà affrontato con la massima serietà», ha ribadito Francesco: «Nella rabbia, giustificata, della gente, la Chiesa vede il riflesso dell’ira di Dio, tradito e schiaffeggiato da questi disonesti consacrati. L’eco del grido silenzioso dei piccoli, che invece di trovare in loro paternità e guide spirituali hanno trovato dei carnefici, farà tremare i cuori anestetizzati dall’ipocrisia e dal potere. Noi abbiamo il dovere di ascoltare attentamente questo soffocato grido silenzioso».

«È difficile comprendere il fenomeno degli abusi sessuali sui minori senza la considerazione del potere, in quanto essi sono sempre la conseguenza dell’abuso di potere, lo sfruttamento di una posizione di inferiorità dell’indifeso abusato che permette la manipolazione della sua coscienza e della sua fragilità psicologica e fisica», ha detto il Papa, che nel discorso a conclusione del summit vaticano sulla pedofilia ha affermato che «l’abuso di potere è presente anche nelle altre forme di abusi di cui sono vittime quasi ottantacinque milioni di bambini, dimenticati da tutti: i bambini-soldato, i minori prostituiti, i bambini malnutriti, i bambini rapiti e spesso vittime del mostruoso commercio di organi umani, oppure trasformati in schiavi, i bambini vittime delle guerre, i bambini profughi, i bambini abortiti e così via».«Davanti a tanta crudeltà, a tanto sacrificio idolatrico dei bambini al dio potere, denaro, orgoglio, superbia, non sono sufficienti le sole spiegazioni empiriche», ha sottolineato Francesco: «Le spiegazioni ci aiuteranno molto nell’ambito operativo, ma ci lasceranno a metà strada».Il «fenomeno criminale» dell’abuso «non è altro che la manifestazione attuale dello spirito del male», ha ripetuto il Papa: «Senza tenere presente questa dimensione rimarremo lontani dalla verità e senza vere soluzioni». «Oggi siamo davanti a una manifestazione del male, sfacciata, aggressiva e distruttiva», le parole di Francesco: «Dietro e dentro questo c’è lo spirito del male il quale nel suo orgoglio e nella sua superbia si sente il padrone del mondo e pensa di aver vinto. E questo vorrei dirvelo con l’autorità di fratello e di padre, certo piccolo, ma che è il pastore della Chiesa che presiede nella carità: in questi casi dolorosi vedo la mano del male che non risparmia neanche l’innocenza dei piccoli. E ciò mi porta a pensare all’esempio di Erode che, spinto dalla paura di perdere il suo potere, ordinò di massacrare tutti i bambini di Betlemme».

«Dietro questo c’è Satana», ha aggiunto a braccio: «E così come dobbiamo prendere tutte le misure pratiche che il buon senso, le scienze e la società ci offrono, così non dobbiamo perdere di vista questa realtà e prendere le misure spirituali che lo stesso Signore ci insegna: umiliazione, accusa di noi stessi, preghiera, penitenza. È l’unico modo di vincere lo spirito del male. Così lo ha vinto Gesù».

«Ascoltare, tutelare, proteggere e curare i minori abusati, sfruttati e dimenticati, ovunque essi siano». È questo, per il Papa, l’obiettivo della Chiesa nella lotta agli abusi, per raggiungere il quale essa «deve sollevarsi al di sopra di tutte le polemiche ideologiche e le politiche giornalistiche che spesso strumentalizzano, per vari interessi, gli stessi drammi vissuti dai piccoli». «È giunta l’ora di collaborare insieme per sradicare tale brutalità dal corpo della nostra umanità, adottando tutte le misure necessarie già in vigore a livello internazionale e a livello ecclesiale», l’appello del Papa nella parte centrale del discorso a conclusione del summit vaticano sugli abusi: «È giunta l’ora di trovare il giusto equilibrio di tutti i valori in gioco e dare direttive uniformi per la Chiesa, evitando i due estremi di un giustizialismo, provocato dal senso di colpa per gli errori passati e dalla pressione del mondo mediatico, e di una autodifesa che non affronta le cause e le conseguenze di questi gravi delitti».

In tale contesto, Francesco ha menzionato le «Best Practices» formulate, sotto la guida dell’Organizzazione mondiale della sanità, da un gruppo di dieci agenzie internazionali che ha sviluppato e approvato un pacchetto di misure chiamato Inspire, cioè sette strategie per porre fine alla violenza contro i bambini. «Avvalendosi di queste linee-guida, la Chiesa, nel suo itinerario legislativo, grazie anche al lavoro svolto negli anni scorsi dalla Pontificia Commissione per la tutela dei minori e al contributo di questo nostro incontro» – ha annunciato il Papa – si concentrerà su sette dimensioni: «La tutela dei bambini; serietà impeccabile; una vera purificazione: la formazione; rafforzare e verificare le linee guida delle Conferenze episcopali; accompagnare le persone abusate; il mondo digitale; il turismo sessuale».

«L’obiettivo primario di qualsiasi misura è quello di proteggere i piccoli e impedire che cadano vittime di qualsiasi abuso psicologico e fisico». È la prima misura concreta indicata dal Papa. «Occorre cambiare mentalità per combattere l’atteggiamento difensivo-reattivo a salvaguardia dell’Istituzione, a beneficio di una ricerca sincera e decisa del bene della comunità, dando priorità alle vittime di abusi in tutti i sensi», la ricetta di Francesco: «Dinanzi ai nostri occhi devono essere presenti sempre i volti innocenti dei piccoli, ricordando le parole del Maestro: ‘Chi invece scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, gli conviene che gli venga appesa al collo una macina da mulino e sia gettato nel profondo del mare. Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che vengano scandali, ma guai all’uomo a causa del quale viene lo scandalo!’».

«Serietà impeccabile», il secondo imperativo, mutuato dal suo ultimo discorso alla Curia Romana: «La Chiesa non si risparmierà nel compiere tutto il necessario per consegnare alla giustizia chiunque abbia commesso tali delitti. La Chiesa non cercherà mai di insabbiare o sottovalutare nessun caso». E ancora: «I peccati e i crimini dei consacrati si colorano di tinte ancora più fosche di infedeltà, di vergogna e deformano il volto della Chiesa minando la sua credibilità. Infatti, la Chiesa, insieme ai suoi figli fedeli, è anche vittima di queste infedeltà e di questi veri e propri reati di peculato».

«Nonostante le misure prese e i progressi fatti in materia di prevenzione degli abusi, occorre imporre un rinnovato e perenne impegno alla santità dei pastori, la cui configurazione a Cristo Buon pastore è un diritto del popolo di Dio». Con queste parole il Papa, nel suo discorso conclusivo del summit vaticano sulla pedofilia, ha ribadito «la ferma volontà di proseguire, con tutta la forza, la strada della purificazione, interrogandosi su come proteggere i bambini; come evitare tali sciagure, come curare e reintegrare le vittime; come rafforzare la formazione nei seminari».

«Trasformare gli errori commessi in opportunità per sradicare tale piaga non solo dal corpo della Chiesa ma anche da quello della società», la proposta di Francesco: «Il santo timore di Dio ci porta ad accusare noi stessi – come persone e come istituzione – e a riparare le nostre mancanze». «Accusare sé stessi: è un inizio sapienziale, legato al santo timore di Dio. Imparare ad accusare sé stessi, come persone, come istituzioni, come società. In realtà, non dobbiamo cadere nella trappola di accusare gli altri, che è un passo verso l’alibi che ci separa dalla realtà».

Il quarto imperativo del Papa è la formazione, che contempla la necessità di considerare «le esigenze della selezione e della formazione dei candidati al sacerdozio con criteri non solo negativi, preoccupati principalmente di escludere le personalità problematiche, ma anche positivi nell’offrire un cammino di formazione equilibrato per i candidati idonei, proteso alla santità e comprensivo della virtù della castità». Poi la citazione di San Paolo VI: «Una vita così totalmente e delicatamente impegnata nell’intimo e all’esterno, come quella del sacerdote celibe, esclude soggetti di insufficiente equilibrio psico-fisico e morale, né si deve pretendere che la grazia supplisca in ciò la natura».

«Rafforzare e verificare le linee guida delle Conferenze episcopali», ossia «riaffermare l’esigenza dell’unità dei vescovi nell’applicazione di parametri che abbiano valore di norme e non solo di orientamenti». È il quinto imperativo del discorso del Papa. «Nessun abuso deve mai essere coperto, così come era abitudine nel passato, e sottovalutato – ha ripetuto Francesco – in quanto la copertura degli abusi favorisce il dilagare del male e aggiunge un ulteriore livello di scandalo». In particolare, per il Papa, occorre «sviluppare un nuovo approccio efficace per la prevenzione in tutte le istituzioni e gli ambienti delle attività ecclesiali».

«Accompagnare le persone abusate», l’altra priorità: «il male che hanno vissuto lascia in loro delle ferite indelebili che si manifestano anche in rancori e tendenze all’autodistruzione. La Chiesa ha il dovere dunque di offrire loro tutto il sostegno necessario avvalendosi degli esperti in questo campo». «Ascoltare», cioè «perdere tempo» nell’ascolto, l’indicazione di Francesco: «L’ascolto guarisce il ferito, e guarisce anche noi stessi dall’egoismo, dalla distanza, dal ‘non tocca a me’, dall’atteggiamento del sacerdote e del levita nella parabola del Buon Samaritano».

«La protezione dei minori deve tenere conto delle nuove forme di abuso sessuale e di abusi di ogni genere che li minacciano negli ambienti in cui vivono e attraverso i nuovi strumenti che usano». Ne è convinto il Papa, che nella parte finale del discorso conclusivo del summit vaticano sulla pedofilia ha rivoto un appello a seminaristi, sacerdoti, religiosi, religiose, operatori pastorali affinché divengano «consapevoli che il mondo digitale e l’uso dei suoi strumenti incide spesso più profondamente di quanto si pensi». «Occorre incoraggiare i Paesi e le Autorità ad applicare tutte le misure necessarie per limitare i siti web che minacciano la dignità dell’uomo, della donna e in particolare dei minori», la proposta di Francesco: «Il reato non gode del diritto alla libertà».

«Occorre assolutamente opporci con la massima decisione a questi abomini, vigilare e lottare affinché lo sviluppo dei piccoli non venga turbato o sconvolto da un loro accesso incontrollato alla pornografia, che lascerà segni negativi profondi nella loro mente e nella loro anima», ha proseguito il Papa: «Occorre impegnarci perché i giovani e le giovani, in particolare i seminaristi e il clero, non diventino schiavi di dipendenze basate sullo sfruttamento e l’abuso criminale degli innocenti e delle loro immagini e sul disprezzo della dignità della donna e della persona umana».

Di qui l’importanza delle nuove norme «sui delitti più gravi» approvate dal Papa Benedetto XVI nel 2010, in cui era stata aggiunta come nuova fattispecie di delitto «l’acquisizione, la detenzione o la divulgazione» compiuta da un membro del clero «in qualsiasi modo e con qualsiasi mezzo, di immagini pornografiche aventi ad oggetto minori«: «Allora si parlava di ‘minori di anni 14’, ora pensiamo di dover innalzare questo limite di età per allargare la tutela dei minori e insistere sulla gravità di questi fatti», la proposta.

Ultimo imperativo: contrastare il turismo sessuale, attraverso la «repressione giudiziaria», ma anche con il «sostegno» e i «progetti di reinserimento» delle vittime di tale fenomeno criminale.  «Le comunità ecclesiali sono chiamate a rafforzare la cura pastorale delle persone sfruttate dal turismo sessuale», l’esortazione di Francesco: «Tra queste, le più vulnerabili e bisognose di particolare aiuto sono certamente donne, minori e bambini; questi ultimi, tuttavia, necessitano di una protezione e di un’attenzione speciali». «Le autorità governative diano priorità e agiscano con urgenza per combattere il traffico e lo sfruttamento economico dei bambini», la proposta destinata alla tutela dei più piccoli, tramite la capacità di «coordinare gli sforzi a tutti i livelli della società e collaborare strettamente anche con le organizzazioni internazionali per realizzare un quadro giuridico che protegga i bambini dallo sfruttamento sessuale nel turismo e permetta di perseguire legalmente i delinquenti».

Il «grazie» ai sacerdoti fedeli. «Permettetemi un sentito ringraziamento a tutti sacerdoti e i consacrati che servono il Signore fedelmente e totalmente e che si sentono disonorati e screditati dai comportamenti vergognosi di alcuni loro confratelli. Tutti – Chiesa, consacrati, Popolo di Dio e perfino Dio stesso – portiamo le conseguenze delle loro infedeltà». È il «grazie» del Papa, «a nome di tutta la Chiesa», rivolto alla «stragrande maggioranza dei sacerdoti che non solo sono fedeli al loro celibato, ma si spendono in un ministero reso oggi ancora più difficile dagli scandali di pochi – ma sempre troppi – loro confratelli». «E grazie anche ai fedeli che ben conoscono i loro bravi pastori e continuano a pregare per loro e a sostenerli», ha detto Francesco concludendo il suo discorso al termine del summit vaticano sulla pedofilia, in cui ha sottolineato «l’importanza di dover trasformare questo male in opportunità di purificazione». «Guardiamo alla figura di Edith Stein – Santa Teresa Benedetta della Croce», l’esortazione del Papa, che ha preso in prestito la santa compatrona d’Europa: «Nella notte più oscura sorgono i più grandi profeti e i santi. Tuttavia, la corrente vivificante della vita mistica rimane invisibile. Sicuramente gli avvenimenti decisivi della storia del mondo sono stati essenzialmente influenzati da anime sulle quali nulla viene detto nei libri di storia. E quali siano le anime che dobbiamo ringraziare per gli avvenimenti decisivi della nostra vita personale, è qualcosa che sapremo soltanto nel giorno in cui tutto ciò che è nascosto sarà svelato».

«Il Santo Popolo fedele di Dio, nel suo silenzio quotidiano, in molte forme e maniere continua a rendere visibile e attesta con ‘cocciuta’ speranza che il Signore non abbandona, che sostiene la dedizione costante e, in tante situazioni, sofferente dei suoi figli». «Il Santo e paziente Popolo fedele di Dio, sostenuto e vivificato dallo Spirito Santo, è il volto migliore della Chiesa profetica che sa mettere al centro il suo Signore nel donarsi quotidiano», la tesi di Francesco, secondo il quale «sarà proprio questo Santo Popolo di Dio a liberarci dalla piaga del clericalismo, che è il terreno fertile per tutti questi abomini».

«Il risultato migliore e la risoluzione più efficace che possiamo dare alle vittime, al Popolo della Santa Madre Chiesa e al mondo intero sono l’impegno per una conversione personale e collettiva, l’umiltà di imparare, di ascoltare, di assistere e proteggere i più vulnerabili», ha concluso il Papa, lanciando «un sentito appello per la lotta a tutto campo contro gli abusi di minori, nel campo sessuale come in altri campi, da parte di tutte le autorità e delle singole persone, perché si tratta di crimini abominevoli che vanno cancellati dalla faccia della terra: questo lo chiedono le tante vittime nascoste nelle famiglie e in diversi ambiti delle nostre società».