Livorno
Incontrarsi nella diversità
Il nuovo centro islamico ha aperto le porte alle autorità religiose e civili per festeggiare insieme l’inaugurazione della nuova moschea, un momento importante nella storia della nostra città. In questi giorni infatti, dove la tensione nel Medio Oriente sembra essersi nuovamente accesa, un segno evidente di pace arriva da Livorno.
Stridente la diversità di immagini: se a migliaia di chilometri, le armi, il sangue e le lacrime sono lo scenario principale di una devastazione umana, qui, l’incontro tra le diverse religioni e confessioni, le strette di mano ed i sorrisi, sono una testimonianza forte di un dialogo e di un confronto che è possibile ma soprattutto necessario per guardare al futuro.
Come ha detto Dyope Mbaye, rappresentante della comunità senegalese «dopo 262 anni, Livorno torna ad avere una moschea e questo – come tiene a precisare – è stato possibile innanzitutto grazie ai contributi degli stessi fedeli e all’aiuto delle autorità civili e delle associazioni che ci hanno accompagnato durante la realizzazione di questo progetto».
«Cercheremo di dare l’esempio della figura del musulmano vero e praticante – afferma l’imam Abdelghani Boukhari e soprattutto cercheremo la pace ed il dialogo con tutti».
Oltre alle parole di auguri e di stima provenienti dal mondo laico e dai rappresentanti istituzionali, le diverse voci dei delegati delle religioni e comunità presenti sul nostro territorio, hanno voluto sottolineare come questo momento sia stato un punto di partenza per una crescita comune per un futuro multiculturale e multireligioso dove la diversità può soltanto essere una fonte di ricchezza.
Dal presidente della comunità ebraica, Vittorio Mosseri a don Luciano Cantini (chiamato a dar voce alle parole del Vescovo Giusti), a Thomas Hagen, rappresentante della comunità Battista, fino ad arrivare a Lino Riccobono delegato della comunità buddista, un unico augurio: quello di pace.