Toscana

Incidenti sul lavoro, lunedì prima udienza a Cremona sulla morte di Alessandro Rosi. Oggi a Donnini (Reggello) installazione sul tema della sicurezza

La vicenda è complessa, vanno ricostruiti fatti e responsabilità. Il cantiere in cui lavorava Alessandro Rosi era in una area esterna di una acciaieria di Cremona, che aveva appaltato ad una serie di ditte esterne lavori di movimentazione di merci; occorre stabilire se sono stati commessi errori o negligenze ed il perché.

Lei nel frattempo, tenace come sempre, ha mobilitato la sua Associazione Agganciamoci alla vita-Alessandro Rosi perché il giorno dell’udienza sia l’occasione per riportare all’attenzione di tutti la piaga sociale degli incidenti sul lavoro. L’Associazione Agganciamociallavita-alessandrorosi.it (30 i soci fondatori, quasi 300 i soci attuali) è nata proprio per questo. “Sono morti bianche non fanno più notizia” dice. “Ho voluto questa mobilitazione soprattutto per questo; è un dramma sociale che si consuma quasi quotidianamente, nel silenzio assordante e a cui non ci si può abituare come se fosse inevitabile”.

Ma siamo in tempi di pandemia e la difficoltà di spostarsi dalla Toscana a causa delle restrizioni potrebbe impedire a molti di raggiungere Cremona;  dunque l’Associazione scenderà in piazza a Donnini-Reggello, il paese in cui vive Paola e che aveva accolto anche il suo Alessandro, sabato 27 febbraio dalle 14 con una installazione speciale che ricorderà il tema della sicurezza sul lavoro. Il lunedì successivo 1 marzo, durante l’udienza preliminare, l’Associazione pubblicherà sui social i filmati della manifestazione.

Paola Batignani è stata nominata di recente vicepresidente della Fondazione Anmil “Sosteniamoli subito”. Un Ente costituito nel 2005 dal Comitato esecutivo dell’Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro, che si occupa di portare un ristoro economico e morale alle vittime degli incidenti sul lavoro ed ai loro familiari; “ma non si tratta solo di denaro” sottolinea Paola. “Spesso chi sopravvive agli incidenti, ma anche i familiari più stretti, ha necessità di un supporto psicologico per reggere all’impatto emotivo devastante che segue questi eventi e che io stessa ho sperimentato”. Paola sta lavorando anche ad un progetto per aprire un canale social della Fondazione per la raccolta di fondi.

 “Il primo marzo a Cremona l’Associazione fondata in nome di Alessandro sarà presente e farà sentire la sua voce. Spero che ci seguiranno in tanti online sulla nostra pagina Facebook @Agganciamociallavita.AlessandroRosi.” conclude Paola. “Saremo li per chiedere giustizia. Perché Alessandro non è morto, è stato ucciso dalla negligenza di un sistema che guarda solo al profitto. Io lotterò per restituirgli il rispetto che meritava come lavoratore. In Italia si continua a morire di lavoro ed è inaccettabile.” Paola non molla e sicuramente sentiremo ancora parlare di lei.