Vita Chiesa

INCHIESTE AREZZO; MONS. BASSETTI: E’ TEMPO DI GIUSTIZIA SERVE UN SUPPLEMENTO D’ANIMA ALLA POLITICA

“In questa città è tempo di giustizia, serve un supplemento d’anima per la politica”. E’ il monito che monsignor Gualtiero Bassetti, vescovo di Arezzo, Cortona e Sansepolcro, lancia ai cittadini della sua diocesi, alla vigilia della celebrazione della Madonna del Conforto, patrona della città, riferendosi alla vicenda giudiziaria ribattezzata “variantopoli”, che ha portato all’arresto di tre consiglieri comunali, due dei quali rimessi in libertà, e all’ inchiesta sul “caro estinto”, con arresti fra gli impresari di pompe funebri e indagini a carico di alcuni necrofori dell’Usl. La festa della Madonna del Conforto, che viene celebrata il 15 febbraio, è una ricorrenza molto sentita, di devozione mariana che vede sfilare migliaia di persone nella cattedrale di Arezzo, di fronte all’immagine della Vergine che, secondo la tradizione, nel 1796 si illuminò miracolosamente e fece cessare il terremoto. Sisma al quale il vescovo fa riferimento nel consueto messaggio legato a questa celebrazione, scrivendo che “nel 2006 un altro terremoto scuote Arezzo, ed è quello legato al clima in cui l’autorità giudiziaria è intervenuta per richiamare al rispetto della legge diversi cittadini, alcuni dei quali con ruoli istituzionali, e persone che sembrano aver trasformato i lutti familiari in mercato”.

Un “sisma” che preoccupa, secondo monsignor Bassetti, “anche se oggi gli effetti non si vedono ad occhio nudo ma si scorgono nelle coscienze”. Ed è per questo che il vescovo ribadisce con forza che “é necessario praticare la giustizia, soprattutto in un frangente in cui l’illegalità sembra essere sempre più diffusa e si fa strada l’idea che ormai il rispetto della legge sia superfluo. Invece, l’illegalità è contraria alla giustizia e le azioni che non hanno come criteri la rettitudine e l’onestà impediscono di dare a Dio e all’uomo ciò che è loro dovuto”.

Il richiamo è rivolto, in particolare, a coloro “che hanno responsabilità” perché “abbiano ben presente che non può essere sottovalutata la dimensione morale del proprio ufficio” e che “l’autorità è veramente responsabile quando viene esercitata mediante il ricorso alle virtù che favoriscono la pratica del potere con spirito di servizio e da persone in grado di assumere come finalità del proprio operare il bene comune e non il prestigio personale”.

La guida della Chiesa aretina, rivolgendosi ancora ai rappresentanti delle istituzioni cittadne, afferma che “la politica oggi, ad Arezzo, ha bisogno di un supplemento d’anima che la aiuti a riscoprire l’intrinseca dimensione etica di ogni problema sociale e che la guidi nella progettazione e nelle scelte operative” e auspica, per coloro che ricoprono incarichi di responsabilità, che si risveglino le forze spirituali “senza le quali la giustizia non può affermarsi e prosperare, come ha scritto il Papa nella sua prima enciclica ‘Deus Caritas Est'”. (ANSA).