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Incendio a Lesbo: Amnesty, «governo greco e Ue incapaci di gestire la deplorevole situazione dei rifugiati»

«L'incendio di Moria ha evidenziato l'abietto fallimento del governo greco e dell'Unione europea, incapaci di gestire la deplorevole situazione dei rifugiati in Grecia». Così Massimo Moratti, direttore delle ricerche sull'Europa di Amnesty international, commenta la notizia dell'incendio di domenica 29 settembre nel campo rifugiati di Moria, sull'isola greca di Lesbo, nel quale è morta una donna.

«Con 12.503 persone presenti in un campo che potrebbe ospitarne 3mila e dati gli incendi già scoppiati nel campo, le autorità greche non possono sostenere che questa tragedia fosse inevitabile. Solo un mese fa erano morte altre tre persone», aggiunge Moratti. «L’accordo tra Unione europea e Turchia ha solo peggiorato le cose, negando dignità a migliaia di persone intrappolate sulle isole dell’Egeo e violando i loro diritti», evidenzia Moratti.

«Il campo di Moria – sottolinea – è sovraffollato e insicuro. Le autorità greche devono immediatamente evacuarlo, assistere, anche fornendo le cure mediche necessarie, le persone che hanno subito le conseguenze dell’incendio e accelerare il trasferimento dei richiedenti asilo e dei rifugiati in strutture adeguate in terraferma. Gli altri Stati membri dell’Unione europea devono collaborare accettando urgentemente i programmi di ricollocazione che potrebbero ridurre la pressione sulla Grecia».

Nelle ultime settimane, Amnesty international ha riscontrato un drammatico peggioramento delle condizioni dei rifugiati sulle isole dell’Egeo, nelle quali si trovano ormai oltre 30mila persone. Il sovraffollamento ha raggiunto il livello peggiore dal 2016. Le isole di Lesbo e Samo ospitano un numero di persone superiore rispettivamente di quattro e otto volte i posti a disposizione. La situazione dei minori è drasticamente peggiorata. All’inizio di settembre il governo greco ha annunciato l’inizio dei trasferimenti dei richiedenti asilo e dei rifugiati sulla terraferma ma finora sono iniziative frammentarie. All’indomani dell’incendio di Moria le autorità di Atene hanno espresso l’intenzione di arrivare a 3mila trasferimenti entro la fine di ottobre: «Un numero insufficiente a fare fronte all’aumento degli approdi da luglio, considerando che solo la settimana scorsa sono arrivate altre 3mila persone», conclude Amnesty.