Toscana
Incendi e siccità, emergenza in Toscana
Estate difficile per l’ambiente toscano. La prolungata siccità ha evidenziato i cronici problemi di approvvigionamento idrico di alcune zone della regione, soprattutto nelle fasce collinari, che sono state rifornite con autobotti. E c’è apprensione per il futuro. I due invasi di Bilancino, che «salva» Firenze (nella foto), e Montedoglio garantiscono la risorsa idrica fino all’autunno. Il caldo torrido ha favorito anche gli incendi, spesso di origine dolosa. negli ultimi 8 mesi sono bruciati 2.550 ettari di bosco. In sofferenza anche l’agricoltura, con produzioni in forte calo e problemi per gli allevamenti.
Acqua, il 15% dei toscani rifornito con le autobotti
di Ennio Cicali
Una colonna continua di autobotti ha garantito il rifornimento dell’acqua in diverse aree della Toscana, soprattutto in quelle collinari, della costa e delle isole. In molti casi l’acqua è stata razionata fin dai primi giorni di agosto, limitando i disagi per i cittadini (con qualche interruzione notturna). Il costo è stato molto elevato, circa 6 milioni di euro alla fine di agosto. In mancanza degli interventi di autobotti circa il 15% della popolazione avrebbe subito pesantissimi disagi.
La prolungata assenza di piogge significative fin dalla primavera 2011, l’andamento meteo in questi ultimi mesi, se si eccettuano le scarse precipitazioni di maggio, ha ridotto drasticamente le riserve e le fonti di approvvigionamento idrico. Ma non è una novità, una situazione simile si era già verificata nel 2003, per ripetersi poi negli anni successivi, ma non si ha notizia di interventi radicali per ovviare alla sempre più cronica mancanza d’acqua.
Oggi servono fondi per avviare i lavori, per questo il presidente della Regione Enrico Rossi ha chiesto l’intervento dell’Unione Europea. La Regione ha stanziato 20 milioni di euro, che ne attiveranno 100, per interventi già in corso e da completare entro dicembre: nuovi pozzi, riduzione delle dispersioni, integrazioni tra acquedotti, dissalatori. Entro l’anno sarà presentato un piano per realizzare, nel rispetto dell’ambiente, interventi più strutturali come la costruzione di nuovi invasi per trattenere la pioggia, che cade sempre più concentrata nello spazio e nel tempo.
Da oltre un decennio in Toscana si assiste a ripetute situazioni di emergenza idrica estiva, commenta il presidente di Confservizi Cispel Toscana, Alfredo De Girolamo, per questo «occorre ora prendere coscienza che le fonti di approvvigionamento idrico attualmente disponibili non sono più sufficienti a soddisfare i bisogni dei cittadini». Già nel 2008 Confservizi Cispel Toscana presentò un progetto che individuava in dettaglio gli interventi strategici necessari per mettere in sicurezza l’approvvigionamento idrico potabile. Costo dell’operazione 900 milioni di euro (valori 2008).
Nelle province di Grosseto e Siena, il gestore è «Acquedotto del Fiora», in molti comuni sono in corso chiusure notturne dei serbatoi associate a integrazioni con autobotti delle poche risorse disponibili. Anche centri importanti come Follonica e Massa Marittima presentano condizioni di elevato rischio di carenza idrica.
In tutti i comuni dell’Elba, le sorgenti locali sono completamente esaurite. Nelle aree servite da pozzi la forte siccità del periodo ha prodotto un notevole abbassamento delle falde idriche.
Nelle province di Lucca, Massa e nella montagna Pistoiese, gestore «Gaia», non si prevedono situazioni di particolare attenzione per i grossi centri e nella fascia costiera, perlomeno fino alla metà di settembre.
Bruciati in 8 mesi 2.550 ettari di bosco
«Le istituzioni spiega Salvadori che ha ringraziato operai forestali e piloti degli elicotteri lavorano in modo compatto, senza sfilacciamenti». Il punto sulla situazione è stato illustrato in un incontro al quale erano presenti il comandante regionale del Corpo Forestale Statale Donato Monaco, l’ispettore della Direzione regionale dei Vigili del Fuoco Stefano Giannelli, il coordinatore regionale dei volontari antincendio Saverio Tozzi.
Pesante anche il costo economico: un’ora di volo di un elicottero costa circa 5 mila euro, cifra che raddoppia per i Canadair, mentre per rimboschire un solo ettaro bruciato la spesa, in media, sale a 13 mila euro. Il CFS sta studiando una «azione sperimentale» con l’obiettivo di far pagare le spese (almeno quelle di spegnimento) direttamente ai responsabili.
Agricoltura: produzione ridotta e allevamenti in crisi
Codice rosso per l’agricoltura toscana. Le paure degli agricoltori si stanno trasformando in un incubo mentre quelli che erano solo timori primaverili assumono le tinte fosche del dramma. Drammatica sta diventando davvero la situazione in Toscana, dove non piove ormai dal 12 giugno e, a parte, qualche piccola pioggerella qua e là poca roba purtroppo la prolungata siccità legata a ripetute ondate di calore, ha già compromesso i futuri raccolti. I pozzi sono vuoti, i fiumi in secca, e c’è chi è costretto a usare le autobotti per abbeverare gli animali. La conta dei danni in Toscana è già pesantissima, ma potrebbe aggravarsi ancora. Secondo le organizzazioni agricole regionali il caldo e la siccità hanno già provocato danni per oltre 60 milioni di euro in Toscana.
Un quadro che i rappresentanti delle organizzazioni agricole toscane Giordano Pascucci, presidente Cia Toscana, Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana, e Marco Mentessi, direttore di Confagricoltura hanno illustrato all’assessore regionale all’agricoltura, Gianni Salvadori chiedendo al Governo nazionale di dichiarare lo stato di calamità naturale. Immediata la risposta della Regione Toscana che ha subito fatto partire la richiesta. In una nota, Salvadori ha poi annunciato la richiesta «decisa e pressante» affinché sia assicurata una copertura finanziaria che garantisca il reddito alle imprese agricole regionale.
La siccità sta facendo tremare anche il settore vivaistico: nella piana dell’Ombrone, dove si concentrano il 35% della produzione nazionale di piante ornamentali e il 77% di quella regionale, tutti i corsi d’acqua che attraversano i 5.000 ettari di coltivazioni sono completamente asciutti da almeno due settimane. «È partendo da questo scenario concludono i presidenti delle Organizzazioni agricole che gli agricoltori hanno richiesto un intervento urgente a sostegno delle imprese. Non possiamo aspettare che la siccità e il caldo brucino la nostra agricoltura».