di Caterina Guidi«Gesù mi ha avvolto con la sua luce, mi ha circondato, non vedo più che lui, non penso che a lui, tutto il mondo attorno sparisce, si resta soli con lui, lo si prega che sempre prolunghi quegli attimi, che mai sparisca dal nostro sguardo, che sempre ci sia presente a ricordarci il nostro dovere. Infine mi inoltro nel pensiero infinito di Dio, come un povero cieco desideroso di luce». Così pregava – negli anni Quaranta del secolo scorso – Alberto Marvelli, giovane ingegnere romagnolo, proclamato beato da Giovanni Paolo II nel 2004. Proprio nell’omelia della Messa di beatificazione – a Loreto, sulla spianata di Montorso – il Papa disse di lui: «Alberto aveva fatto dell’Eucaristia quotidiana il centro della sua vita. Nella preghiera cercava ispirazione anche per l’impegno politico, convinto della necessità di vivere pienamente da figli di Dio nella storia, per fare di questa una storia di salvezza». Ricevere tutti i giorni la Comunione è una scelta che ogni credente può fare, giudicando da solo se ritagliarsi o no un momento – nelle giornate già frenetiche – per partecipare alla Messa feriale. A Pisa e nei paesi vicini – comunque – chi vuole può fermarsi almeno qualche minuto al giorno in adorazione dell’Eucaristia. Quasi ogni giorno, dalle prime ore del mattino fino al dopocena, le chiese a turno aprono le porte per favorire l’adorazione eucaristica: gli orari precisi (riportati nella tabella qui sotto) sono disponibili anche all’indirizzo web http://adorazione-pisa.blogspot.com/. Sullo stesso blog si trovano inoltre parecchie altre indicazioni utili per i fedeli. Per esempio: gli orari delle messe festive e feriali a Pisa e nelle zone vicine, i recapiti delle parrocchie e degli istituti religiosi, materiale di approfondimento sull’Eucaristia e sulla preghiera. C’è anche un link particolare: quello che apre un video in diretta per consentire anche da casa – agli anziani e agli ammalati soprattutto – di partecipare «a distanza» all’adorazione. Del resto Giovanni Paolo II aveva previsto, nel decreto per l’indulgenza in occasione dell’anno dell’Eucaristia (2004), che i fedeli «impediti per malattia o altre giuste cause» di poter fisicamente andare in chiesa a pregare, potessero «conseguire l’indulgenza plenaria in casa propria o dovunque si trovino a motivo dell’impedimento se […] compiranno spiritualmente con il desiderio del cuore la visita, in spirito di fede nella reale presenza di Gesù Cristo nel Sacramento dell’altare, e reciteranno il Padre nostro e il Credo, aggiungendo una pia invocazione a Gesù Sacramentato». Si tratta, insomma, di offrire un servizio il più possibile completo per tutti i credenti, specialmente per quelli che si trovino in difficoltà, affinché nessuno rinunci alla preghiera o alla Messa solamente perché non informato su quali chiese siano aperte. «Vorrei conoscere e riunire insieme i credenti per formare una cordata continua di preghiera a Gesù. Lo scopo è quello di crescere nella fede e pregare per tutti i bisogni della nostra Chiesa pisana, specialmente per le vocazioni» ha scritto nel blog il suo fondatore e curatore, Natalino Scantamburlo. Elenca anche i frutti buoni e positivi che questa preghiera porta per i credenti e per tutta la società: la chiesa aperta diviene «un centro di ascolto per chi è smarrito e solo. Oggi nell’era della grande comunicazione e dell’abbondanza dei mezzi di comunicazione non si comunica più, non c’è spazio per le relazioni umane interpersonali quanta solitudine, quanto vuoto quanta disperazione. Intorno alla cappella di adorazione eucaristica perpetua si sviluppa spesso la possibilità di dare ascolto a chi lo cerca, magari come effetto dell’incontro con il Dio presente nell’Eucaristia».