Quest’anno è la «Chiesa Madre» di Gerusalemme, con la sua grande diversità, che raduna i cristiani di tutto il mondo per celebrare la Settimana di preghiera per l’unità. Il tema proposto è tratto dagli Atti degli Apostoli: «Essi ascoltavano con assiduità l’insegnamento degli apostoli, vivevano insieme fraternamente, partecipavano alla Cena del Signore e pregavano insieme» (At 2, 42).Nel 2010 abbiamo celebrato il centenario della Conferenza di Edimburgo che riunì i grandi movimenti missionari della cristianità con le loro domande su come annunciare l’unico Cristo partendo da chiese divise tra loro. In questo anno 2011 le chiese di Gerusalemme ci invitano a meditare su i quattro grandi pilastri essenziali per ogni comunità cristiana: la Parola, la comunione, lo spezzare il pane e la preghiera.Vuol essere contemporaneamente un richiamo alle origini della prima chiesa in Gerusalemme e un invito al rinnovamento. I cristiani di Gerusalemme ci pongono davanti all’essenza della fede, ma è tutta la storia oggi che ci chiede di andare dritti al centro di una vita cristiana. I temi degli otto giorniÈ possibile percorrere un itinerario di fede attraverso la successione dei temi degli otto giorni: «nel cenacolo, la comunità cristiana sperimenta l’effusione dello Spirito Santo, che la rende capace di crescere nella fede e nell’unità, nella preghiera e nell’azione, così da divenire davvero una comunità di resurrezione, unita in Cristo, nella sua vittoria su tutto ciò che divide gli uni dagli altri e da lui. La chiesa di Gerusalemme diviene poi, a sua volta, un faro di speranza, un pegno della Gerusalemme celeste chiamata a riconciliare non soltanto le chiese, ma tutti i popoli. Questo itinerario è guidato dallo Spirito Santo che porta i primi cristiani alla conoscenza della verità su Gesù Cristo, e che dona alla chiesa primitiva segni e prodigi per lo stupore di molti. Mentre proseguono nel loro viaggio, i cristiani di Gerusalemme si riuniscono con devozione per ascoltare la parola di Dio trasmessa dall’insegnamento degli apostoli e si radunano insieme nella comunione di fede, espressa nello spezzare il pane e nella preghiera. Rivestita dalla potenza e colma della speranza della resurrezione, la comunità celebra la sua sicura vittoria sopra il peccato e la morte tanto da avere il coraggio e la convinzione di essere essa stessa uno strumento di riconciliazione, capace di ispirare e sfidare tutte le genti a superare le divisioni e l’ingiustizia che le opprimono». Così vengono presentati i versetti scelti nel testo elaborato per la Settimana. Il primo giorno espone il contesto della chiesa madre di Gerusalemme, evidenziando la sua continuità con la Chiesa di oggi in tutto il mondo. Ci ricorda il coraggio della prima chiesa e la sua ferma testimonianza alla verità, proprio nel momento in cui abbiamo bisogno di operare per la giustizia a Gerusalemme e nel resto del mondo.Il secondo giorno richiama il fatto che la prima comunità riunita a Pentecoste era costituita da persone di diversa origine, proprio come la chiesa di Gerusalemme oggi presenta una ricca diversità di tradizioni cristiane. La nostra sfida oggi è di raggiungere una maggiore unità visibile in modi che abbraccino le nostre differenze e le nostre tradizioni.Il terzo giorno guarda all’essenziale dell’unità: la parola di Dio consegnata attraverso l’insegnamento degli apostoli. La chiesa di Gerusalemme ci ricorda che, qualsiasi siano le nostre divisioni, quell’insegnamento ci rivolge il pressante invito a dedicarci gli uni agli altri nell’amore e a darci all’unico corpo di Cristo, che è la Chiesa, nella fedeltà.Il quarto giorno sottolinea la condivisione come il secondo elemento dell’unità. Proprio come i primi cristiani che tenevano tutto in comune, la chiesa di Gerusalemme chiama tutti i fratelli e le sorelle nella chiesa a condividere i beni e a portare i pesi gli uni degli altri con cuore lieto e generoso, cosicché nessuno sia nel bisogno.Il quinto giorno focalizza il terzo elemento di unità: lo spezzare il pane, che ci unisce nella speranza. La nostra unità va oltre la Santa Comunione, deve includere il giusto atteggiamento etico verso la persona umana e verso l’intera comunità. La chiesa di Gerusalemme raccomanda a noi cristiani di unirci nello spezzare il pane oggi, perché una chiesa divisa non può parlare con autorità su questioni riguardanti la giustizia e la pace.Il sesto giorno presenta il quarto carattere dell’unità. Insieme alla chiesa di Gerusalemme traiamo forza dal tempo trascorso in preghiera. In modo particolare, la preghiera del Signore chiama tutti noi, a Gerusalemme e in tutto il mondo, deboli e potenti, a lavorare insieme per la giustizia, la pace e l’unità affinché venga il regno di Dio.Il settimo giorno ci porta aldilà dei quattro elementi di unità, perché la chiesa di Gerusalemme gioiosamente proclama la resurrezione anche quando porta il peso della croce. La resurrezione di Gesù è per i cristiani di Gerusalemme oggi speranza e forza che li rende capaci di rimanere costanti nella loro testimonianza, nell’agire per la libertà e la pace nella città della pace.L’ottavo giorno conclude il nostro percorso con l’invito rivolto dalle chiese di Gerusalemme ad un più ampio servizio alla causa della riconciliazione. Anche se i cristiani raggiungessero l’unità fra di loro, la loro opera non sarebbe completa poiché essi devono essere strumenti di riconciliazione in ogni contesto. Gli appuntamenti in diocesiLe chiese cristiane di Gerusalemme sono chiamate oggi a costruire relazioni di pace tra Palestinesi ed Israeliani. Come gruppo di Impegno ecumenico abbiamo chiesto a don Nando Capovilla di Pax Christi, movimento internazionale per la Pace, che conosce bene la Terra Santa e i suoi problemi e ha visitato spesso le comunità cristiane della striscia di Gaza, di aiutarci a capire e allo stesso tempo di darci la sua testimonianza. Sarà possibile ascoltarlo giovedì 20 gennaio alle 21 nell’aula magna del Seminario. La serata sarà anche l’occasione per presentare l’assemblea mondiale delle chiese cristiane per la pace che si terrà a maggio in Giamaica promossa dal Consiglio Ecumenico delle Chiese di Ginevra. Chi vuole saperne di più può consultare il sito www.chiese-e-pace.itLa domanda dalla quale dobbiamo lasciarci provocare è Chiese strumento di pace? Sapremo essere noi cristiani strumento di riconciliazione per il mondo?Sabato 22 alla Pieve di Calci ci sarà una serata di preghiera attraverso la musica. Ogni anno i cori della chiesa valdese, di alcune parrocchie, ma anche non parrocchiali, siano essi piccoli gruppi o corali strutturate, sperimentano come queste serate, complicate nell’organizzazione, alla fine si rivelino vere esperienze di comunione, trasformino le differenze in un unico canto al Signore.Domenica 23 alle 18 nella Chiesa di San Paolo a Ripa d’Arno tutti siamo chiamati a partecipare alla preghiera ecumenica con l’Arcivescovo, la Pastora della chiesa valdese e il parroco della chiesa greco-ortodossa.Lunedì 24 a Pontedera sarà possibile riunirsi nella chiesa del Crocifisso per pregare insieme e poi alle 21 presso la Scuola di Formazione Teologico pastorale affrontare di nuovo lo stesso argomento centrale di questa Settimana 2011: Chiese, strumento di Pace?*delegata diocesana per l’EcumenismoLe chiese cristiane presenti a Pisa e a PontederaSono diverse le chiese cristiane presenti in diocesi.A Pisa, alla chiesa valdese di via Derna (al numero civico 13) fanno riferimento in molti: i valdesi, i luterani ed i battisti; una volta al mese vi si tiene il culto per i luterani di lingua tedesca e tutte le settimane il culto, in lingua cinese, della Chiesa Cristiana Evangelica Cinese in Italia (CECN). Pastore della chiesa valdese è Erika Tomassone.In via Pietro Gori 13 c’è poi la chiesa avventista. Il pastore è Giuseppe Scarcella. Nella parrocchia dei Tre Santi Gerarchi istituita presso l’oratorio «San Bernardino», in via Cattaneo 145, si riuniscono gli ortodossi greci (parroco è Athenagoras Fasiolo).I fedeli ortodossi rumeni che vivono a Pisa hanno come riferimento due chiese di città vicine: a Livorno si ritrovano nella chiesa della Misericordia, in via Verdi 57, a Lucca nella chiesa di Sant’Anastasio, in via Sant’Anastasio 1.A Pisa c’è, poi, anche una comunità della Chiesa greco cattolica ucraina in Italia, che si riunisce la seconda domenica del mese nella chiesa di via Santa Cecilia n.1, per partecipare alla divina liturgia celebrata dal reverendo Igor Horishnyy.A Pontedera, sulla via Tosco Romagnola all’incrocio della superstrada, esiste una chiesa cristiana evangelica, mentre gli ortodossi romeni si ritrovano in via Fiorentina.