Pisa

In preghiera per la vita

di Caterina GuidiCredenti e non credenti in preghiera per la vita. Almeno in trecento domenica scorsa hanno risposto all’invito dell’Azione cattolica di ritrovarsi nella chiesa del Sacro Cuore: la veglia prendeva spunto dal caso di Eluana Englaro, giovane in coma da molti anni e per la quale la Corte d’appello ha autorizzato l’interruzione dell’alimentazione artificiale; ma intendeva allargare la riflessione sul valore della vita, e sull’impegno ad accoglierla dall’inizio alla fine e nelle situazioni di maggiori sofferenza.Insieme alle preghiere, sono state lette alcune testimonianze: di Emmanuel Munier, filosofo, padre del personalismo in Francia; di Mario Melazzini, primario al San Matteo di Pavia, affetto da tre anni da Sla; e una preghiera di Kilgour, atleta americano paralizzato in seguito ad un incidente.Quindi l’intervento dell’arcivescovo, dalla cui riflessione è apparso chiaramente come di davvero inalienabile, per il cristiano, ci sia il diritto alla vita, in qualunque forma essa si esprima e qualunque sia la condizione di una persona; il credente poi è chiamato a stare vicino, ad accompagnare e ad assistere coloro che soffrono, nella consapevolezza che Gesù è presente in ogni uomo. Ma se la dignità della persona – anche sofferente – e l’incarnazione di Dio nel dolore dell’uomo sono parte delle fede del cristiano, cosa può unire in un cammino comune credenti e non credenti? «La condivisione della stessa umanità – ha spiegato l’arcivescovo – l’esperienza della stessa vita che nessuno può darsi da sé». L’idea della vita come dono non è esclusiva del cristiano, anche il non credente riceve la vita, e anche il non credente sa che la sua esperienza si realizza pienamente nella relazione, nell’essere persona.