Arezzo - Cortona - Sansepolcro

In mostra le culture dei popoli che abitano al Borgo.

Prasad, dello Sri Lanka, ha portato alcuni vestiti tipici della sua terra, assieme a un candelabro e un vaso. Thalinda, invece, ha messo in mostra borse e oggetti artigianali thailandesi. Ognuno ha contribuito come poteva, con prodotti che a livello affettivo e simbolico sono inestimabili. Si è composto così, in pochi metri quadrati, in pieno centro storico a Sansepolcro, un piccolo ma emozionante “giro del mondo” alla scoperta di culture e tradizioni dei popoli che animano le terre della Valtiberina e della provincia di Arezzo.Stiamo parlando dell’esposizione, organizzata dall’associazione «Il timone», in collaborazione con Regione Toscana, Comune di Sansepolcro e Comunità Montana Valtiberina Toscana, dal titolo «La porta accanto. Viaggio alla scoperta di culture e tradizioni dei popoli che abitano Sansepolcro» allestito presso l’oratorio della chiesa della Madonna delle grazie a Sansepolcro, che sarà inaugurata sabato 15 novembre alle 18 e che rimarrà aperta, tutti i giorni dalle 17 alle 19, fino a domenica 30 novembre. L’iniziativa rientra nel progetto «Villaggio globale», il percorso all’insegna dell’integrazione che già in passato ha visto l’associazione biturgense promuovere appuntamenti dedicati alla convivenza fra i popoli.L’esposizione coinvolge i rappresentanti di tredici diverse nazioni (Messico, Romania, Russia, Moldavia, Thailandia, Sri Lanka, Marocco, Eritrea, Ecuador, Cile, Albania, Kosovo e Filippine), ognuna delle quali espone prodotti tipici, abiti e oggetti della propria terra d’origine. La particolarità è che gran parte di quello che si trova in mostra proviene direttamente dalle case degli emigranti e che in molti casi rappresenta l’unico ricordo tangibile della terra natìa. «Ci siamo messi in contatto con le diverse comunità – spiegano gli organizzatori – grazie all’aiuto dell’ufficio per l’integrazione di Sansepolcro. Tutti hanno accolto l’iniziativa con entusiasmo. Qual è il nostro obiettivo? L’integrazione».Il poeta libanese Kahlil Gibran – instancabile fautore della convivenza tra occidente ed oriente – diceva che “il dubbio o la fiducia che hai nel prossimo sono strettamente connessi con i dubbi e la fiducia che hai in te stesso”. È proprio il clima di sospetto e di dubbio, che ruota spesso attorno alle persone di diversa nazionalità che vivono accanto a noi, che la mostra vuol contribuire a superare, mostrando come lo “straniero” non sia solo da considerare come “forza lavoro” o peggio ancora come un “criminale”, ma bensì una persona con la sua cultura che vale la pena conoscere.