Arte & Mostre
In mostra agli Uffizi il Codice Leicester di Leonardo da Vinci. Anteprima top per le celebrazioni leonardiane
Il Codice Leicester ottenuto in prestito da Bill Gates, attuale proprietario, resterà in mostra per tre mesi, così come accadde nel 1982 a Palazzo Vecchio dove furono oltre 400.000 ad ammirarlo. L’acqua è il tema centrale del manoscritto, Leonardo prende spunto da geniali indagini teoriche e sperimentali per formulare ipotesi visonarie sulla continua trasformazione del nostro pianeta, demolendo la tradizionale interpretazione della presenza dei fossili marini sulla cima delle montagne che fino a quel tempo era considerata una conseguenza del Diluvio Universale.
Questa volta però non saranno solo le 72 carte che lo compongono ad attirare l’attenzione. Il codice infatti è composto da 18 bifogli della misura di 30X44 cm. per complessive 72 pagine ricche di pioneristiche annotazioni e affascinanti disegni, schizzi e diagrammi. Un innovativo sussidio multimediale, chiamato Codescope, permetterà al visitatore di sfogliare i sinngoli fogli sugli schermi digitali, accedere alle trascrizioni dei testi, ricevere molte informazioni sui temi trattati, oltre al codice anche disegni di Leonardo in prestito da importanti collezioni italiani e straniere appartenenti allo stesso periodo a dare una visione completa di quella che Benvenuto Cellini definì «La Scuola del Mondo».
Oltre al Codescope sono previsti sistemi avanzati di proiezione, plastici e modelli di grande qualità e potere evocativo, le applicazioni multimediali realizzate dal Museo Galileo saranno consultabili sui siti web degli Uffizi e del Museo Galileo stesso mentre il catalogo sarà pubblicato da Giunti Editore.
«L’esposizione del Codice Leicester di Leonardo, insieme ad altri preziosissimi disegni e scritti del Genio Da Vinci – afferma Eike Schmidt, Direttore degli Uffizi – dimostra il nostro impegno per rendere accessibili tematiche molto complesse della ricerca scientifica, e di contestualizzare episodi fondamentali di storia della scienza in una prospettiva del tutto contemporanea». «Alla vigilia delle grandi celebrazioni leonardesche – ha sottolineato il direttore degli Uffizi – è giusto che si inizi qui a Firenze, dopo il ritorno del grande quadro dell’Adorazione dei Magi, già nel 1982 a Firenze fu un grande successo. Nel 2015 sono iniziati i contatti per portarlo qui a Firenze dove abbiamo l’eccellenza del Museo Galileo Galilei e grazie al Prof. Galluzzi e alla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze abbiamo realizzato insieme questa mostra di valore scientifico».
«Il Codice Leicester – dichiara il Direttore del Museo Galileo Paolo Galluzzi – frutto dell’ormai acquisita maturità come artista raffinatissimo, penetrante osservatore della natura, ingegnere capace di concepire progetti di straordinario ardimento e interprete originale dei fenomeni più significativi del macrocosmo e del microcosmo, offre una visione intrigante della vastità inaudita degli orizzonti esplorati dalla mente di Leonardo. Una mente protesa a raccogliere le sfide più complesse e a mettere in discussione le conclusioni stabilite dagli autori più accreditati della tradizione. Compilato nella fase più creativa della propria esistenza, nel cuore di una Firenze allora vera e propria ‘Scuola del mondo’, il prezioso manoscritto documenta l’ossessione conoscitiva di Leonardo per l’elemento acqua, per i suoi movimenti vorticosi, per la forza plasmatrice e la potenza distruttrice che la caratterizzano. Con continui rimandi a Firenze, al suo impianto urbano e al suo fiume, risorsa e al tempo stesso minaccia per le comunità che ne popolano le rive. La mostra invita a compiere un viaggio in un tempo di visioni ardimentose, di progetti avveniristici, di manifestazioni del pensiero di inarrivabile genialità».
Oltre trecento disegni e schizzi e più di mille «Casi», gli interrogativi che Leonardo poneva a se stesso per poi trovare risposta, il codice è dedicato all’acqua e a tutte le sue implicazioni, “Sosteniamo con entusiasmo – osserva il Presidente della Fondazione CR Firenze Umberto Tombari – questa grande mostra che, di fatto, apre con ampio anticipo le celebrazioni dedicate a Leonardo. Fin dalla nostra nascita, 25 anni fa, abbiamo sempre destinato all’arte e alla cultura una parte significativa delle nostre erogazioni ed è importante collaborare con due istituzioni prestigiosissime in una esposizione di questo livello che unisce al rigore scientifico un ricco apparato multimediale. Questo aspetto è oggi, ancora più che in passato, determinante per favorire la comprensione dell’arte anche ai non addetti ai lavori ed in particolare di un’opera come questa che non è immediatamente comprensibile in tutti i suoi molteplici livelli di lettura. La nostra Fondazione si sta impegnando molto nel campo della formazione e dell’educazione dei giovani e la presentazione del Codice Leicester si colloca perfettamente in questo percorso. L’esposizione segna anche una nuova tappa della nostra lunga e fruttuosa collaborazione con il più importante museo italiano e col Museo Galileo la cui équipe, coordinata dal Prof. Galluzzi, ha realizzato una innovativa edizione digitale della grande mappa del cartografo tedesco Martin Waldseemüller, il più antico documento (1507) nel quale compare il nome America in omaggio ad Amerigo Vespucci. Un grande progetto che abbiamo presentato lo scorso anno, con grande successo, alla Library of Congress di Washington D.C.».