Arezzo - Cortona - Sansepolcro

In festa per la famiglia guardando al battesimo.

L’occasione della festa diocesana della famiglia del prossimo 2 giugno ci offre l’opportunità per ricordare alcuni insegnamenti del Magistero della Chiesa, con particolare riferimento al tema del Battesimo degli sposi e dei figli.Il Catechismo della Chiesa Cattolica, inserito il Matrimonio tra i «sacramenti del servizio della comunione», afferma che «l’Ordine e il Matrimonio sono ordinati alla salvezza altrui» e che «i coniugi cristiani sono corroborati e come consacrati da uno speciale sacramento per i doveri e la dignità del loro stato», citando a questo scopo il documento del Concilio, Gaudium et Spes. Dal matrimonio cristiano occorre, dunque, aspettarsi non una famiglia chiusa in se stessa, ma aperta al servizio delle persone che Dio le manda accanto, a partire dal coniuge e dai figli per arrivare ai vicini di casa, agli amici, ai colleghi di lavoro e -non ultimi- ai parrocchiani. Il servizio è dovere e dignità del matrimonio, cioè è base su cui far poggiare una solida vita matrimoniale, al di là delle libere scelte degli sposi.Il Direttorio di Pastorale Familiare per la Chiesa in Italia, prima di approfondire gli aspetti pastorali del Matrimonio, ne spiega le caratteristiche teologiche. Il documento dice che il matrimonio «ci appare, perché realmente lo è, come “grazia” e “vocazione”, che specificano e sviluppano il dono e il compito ricevuti nel Battesimo. Infatti, all’origine di ogni matrimonio, prima ancora della pur necessaria volontà di amore dei due coniugi, sta un atto di predestinazione ad essere conformi all’immagine di Gesù Cristo e a realizzare questa conformità secondo il dono e il carisma tipici della coppia. L’amore coniugale tra un uomo e una donna può sgorgare e può consolidarsi perché trova nell’amore di Gesù in croce la sua sorgente ultima, la sua forza plasmatrice, il suo costante alimento. E’ grazie al dono dello Spirito che, giorno dopo giorno, Gesù Cristo viene plasmato nel cuore e nella vita degli sposi, i quali diventano sacramento reale del suo amore totale, unico, fedele e fecondo». Il matrimonio è, dunque, un modo particolare di vivere il cristianesimo: a due, e non da soli. Tanto più gli sposi troveranno necessario al loro buon vivere il condividere l’uno con l’altro le gioie e le difficoltà, le scelte e le fatiche, tanto più matureranno questa stessa condivisione come stile di vita nella Chiesa. Le promesse fatte in occasione del Battesimo dei figli diventano così la pratica concreta dell’amore che genera vita attorno a sé e attinge vita dall’Amore perfetto di Dio in Gesù.Durante il quinto incontro mondiale delle famiglie svoltosi a Valencia nel 2006, Papa Benedetto XVI dice: «La famiglia cristiana – padre, madre e figli – è chiamata, dunque, a perseguire gli obiettivi indicati non come qualcosa imposta dall’esterno, bensì come un dono della grazia del sacramento del matrimonio infusa negli sposi. Se questi rimangono aperti allo Spirito e chiedono il suo aiuto, egli non cesserà di comunicare loro l’amore di Dio Padre manifestato e incarnato in Cristo. La presenza dello Spirito aiuterà i coniugi a non perdere di vista la fonte e la dimensione del loro amore e della loro reciproca donazione, come anche a collaborare con lui per riverberarlo e incarnarlo in tutte le dimensioni della loro vita». Nel matrimonio opera davvero lo Spirito Santo, che trasforma sin dall’inizio i coniugi in immagine vivente dell’amore sponsale di Cristo: immagine che cammina per le nostre strade, che abita nelle nostre case, che spende l’intera sua esistenza per diffondere amore e consolazione a chi passa accanto. Un’immagine tanto vera quanto nascosta, al pari dell’Eucaristia, presenza reale di Cristo ma sotto le «specie» del pane e del vino.Infine riproponiamo all’attenzione alcuni passaggi del messaggio per la giornata della pace che il Papa ha diffuso per questo anno 2008: «In effetti, in una sana vita familiare si fa esperienza di alcune componenti fondamentali della pace: la giustizia e l’amore tra fratelli e sorelle, la funzione dell’autorità espressa dai genitori, il servizio amorevole ai membri più deboli perché piccoli o malati o anziani, l’aiuto vicendevole nelle necessità della vita, la disponibilità ad accogliere l’altro e, se necessario, a perdonarlo. Per questo la famiglia è la prima e insostituibile educatrice alla pace. Nell’inflazione dei linguaggi, la società non può perdere il riferimento a quella ” grammatica ” che ogni bimbo apprende dai gesti e dagli sguardi della mamma e del papà, prima ancora che dalle loro parole. La famiglia ha bisogno della casa, del lavoro o del giusto riconoscimento dell’attività domestica dei genitori, della scuola per i figli, dell’assistenza sanitaria di base per tutti. Quando la società e la politica non si impegnano ad aiutare la famiglia in questi campi, si privano di un’essenziale risorsa a servizio della pace. In particolare, i mezzi della comunicazione sociale, per le potenzialità educative di cui dispongono, hanno una speciale responsabilità nel promuovere il rispetto per la famiglia, nell’illustrarne le attese e i diritti, nel metterne in evidenza la bellezza».di don Enrico Gilardoni L’incontro per la festa diocesana della famiglia.è organizzato dall’Ufficio per la pastorale della famiglia, dall’Ufficio liturgico e dall’Ufficio catechistico. L’appuntamento è per lunedì 2 giugno nel Centro pastorale e nell’oratorio di San Leo alla periferia di Arezzo. Ecco il programma:ore 15.30: Accoglienza.Stand informativi sulle attività per la famigliapresenti in diocesi.ore 16.00: Liturgia battesimale presieduta dal Vescovo.Memoria del Battesimo per gli sposi e benedizione dei bambini.Esperienze e testimonianze sul battesimo e sull’educazione cristiana dei figli da 0 a 6 anni.ore 17.00: Facciamo festa insieme.Giochi e musica.ore 18.30: Pizza per tutti.Per avere informazioni è possibile visitare il sito Internet www.diocesi.arezzo.it oppure scrivere una email a famiglia@diocesi.arezzo.it. Il telefono dell’Ufficio per la pastorale familiare è lo 0575.40.27.212.