Arezzo - Cortona - Sansepolcro

In festa per la chiesa «ritrovata» Sansepolcro riscopre Santa Marta.

Riaperta dopo un lungo periodo di chiusura, la chiesa di Santa Marta verrà ora presa in cura e gestita dalla società rionale di Porta Romana. Proprio allo storico sodalizio dell’antico quartiere biturgense, infatti, la diocesi ha deciso di affidare questo compito. Per sapere più precisamente come verrà svolta questa attività, abbiamo avvicinato il professor Luigi Andreini, membro della società rionale e tra i principali fautori di questa riapertura.Professore, perché è stata scelta proprio la vostra società per gestire questo piccolo, ma prezioso luogo di culto?«La decisione è stata naturale. La rionale assieme alla Diocesi, si è occupata anche dei restauri. Santa Marta poi è da sempre la chiesa «ufficiale» del Rione, anche perchè è posta nella sua parte centrale, a metà strada esatta tra il quartiere di tra Sant’Antonio e San Niccolò. E chi se non la rionale che da anni si prende cura di questa parte della città poteva prendere in custodia questo luogo così importante?».Continuerete anche ad allestire il presepe?«Certamente, la chiesa continuerà a essere la location di uno degli appuntamenti più attesi da tutti i biturgensi. Ma non ci sarà solo questo. All’interno della ritrovata Santa Marta pensiamo di organizzare anche tante altre attività: ad esempio concerti, conferenze. Vorremmo far diventare questo il luogo d’incontro di Porta Romana».Torneranno ad essere celebrate S.Messe in modo regolare?«Lo speriamo, ma purtroppo Sansepolcro è ricca di chiese, povera di preti e povera di fedeli. Comunque ci accorderemo anche con il parroco della cattedrale per celebrare la Messa perlomeno in due o tre occasioni all’anno». Il Vicario Generale, monsignor Giovacchino Dallara, è uno dei principali fautori della riapertura di Santa Marta.E’ un bel momento.«Quattordici anni fa, in una domenica di aprile, assistevo alla chiusura di questa chiesa, che ha coinciso con la chiusura del monastero. Le monache, ancora un bel numero, avevano un’età media abbastanza alta. Comunque era una comunità viva nelle sue espressioni più significative: la recita della liturgia delle ore, la celebrazione eucaristica e l’accoglienza ospitale verso i poveri e i bisognosi. Oggi questa chiesa viene riaperta con tanta gioia e consolazione di tutti e anche con la presenza dell’ultima madre abbadessa che ha guidato la comunità monastica prima del suo sciogliersi».I lavori di ristrutturazione non si concludono qui. C’è un’altra parte importante che riguarda questo plesso, a quando l’inaugurazione?«Il monastero è immenso, la parte antica destinata alle monache comprendeva circa 30 celle ancora ben conservate. Nella parte anteriore del monastero più antico, venne costruito negli anni ’50, uno più piccolo per ospitare le ultime monache rimaste. Dopo la loro partenza il monastero fu ripreso dalla diocesi che è intervenuta ristrutturandolo e adeguandolo ad una struttura di accoglienza per disabili: dodici camere, sala da pranzo, stanze per il soggiorno e spazi vari per ospitare i disabili. L’opera, infatti, è stata fatta in collaborazone con la zona del Casentino. Penso che in settembre ci sarà l’apertura della struttura; in questo grande monastero rivivranno le sue due anime: l’anima della preghiera costituita dalla chiesa e l’anima della carità rappresentata dalla struttura per disabili che sono oggi una delle espressioni più belle e significative della nostra Chiesa».Alessandro Boncompagni

Porta Romana ha di nuovo la propria chiesa. Una grande folla ha accolto, domenica scorsa, la riapertura, dopo quattordici anni, di Santa Marta posta proprio nel cuore dell’antico rione biturgense.Tanti i fedeli e i cittadini che dopo molto tempo si sono stretti attorno al piccolo e raccolto luogo di culto. Presenti alla S.Messa, celebrata dal Vicario Generale, monsignor Giovacchino Dallara, anche le ultime due suore che l’antico convento di Sansepolcro ha ospitato. Per loro tanta commozione ma anche tanta felicità di poter rivedere Santa Marta tornare a nuova vita. Questa riapertura si inserisce di un più ampio progetto di rivalutazione dell’intero plesso che ospitava un tempo le cappuccine. Nell’ex convento sarà inaugurato nei prossimi mesi una casa di accoglienza per persone non autosufficienti. Numerosi poi i progetti che rimetteranno a nuovo l’intero rione di Porta Romana grazie ai finanziamenti provenienti dal contratto di quartiere II.