Arezzo - Cortona - Sansepolcro
In dialogo: tra comunicazione ed etica
Viviamo in un mondo saturo di parole, di immagini, di informazione. Un mondo nel quale i circuiti elettronici sono sempre accesi, gli strumenti della comunicazione sono sempre più piccoli, pervasivi: una estensione del nostro corpo, dei nostri organi di senso, della nostra mente. Tutto questo basta a renderlo anche un mondo ricco di comunicazione? Siamo protagonisti, testimoni o vittime del moltiplicarsi di strumenti, occasioni, luoghi del comunicare? Dobbiamo aspettarci un cambiamento radicale nei modi di conoscere e strutturare il mondo, le relazioni con gli altri, noi stessi e il nostro destino? Queste e altre domande si affacciano da qualche anno nella mente di tutti noi: figli e padri, giovani e di età matura, studenti e insegnanti, credenti e non credenti. Forse lo fanno in maniera diversa: ci sono i «nativi digitali» per i quali l’immersione nella osmosi comunicativa è un dato di fatto e la perenne connessione alla rete un dato fisiologico. Per essi il lento apprendistato concettuale, la sistematica lettura dei testi, l’ascolto ininterrotto di una argomentazione e di una dimostrazione sono non solo lontani ma spesso incomprensibili. Accanto a loro, come in un altro mondo, ci sono le generazioni più mature che al massimo sono «immigrati digitali».
Il cosiddetto «Web 2.0» rappresenta un incremento dei rapporti sociali o un loro impoverimento? Il giornalismo migliora o peggiora nell’era di internet? La privacy può essere difesa o appartiene ormai a un passato remoto? La guerra per il diritto di autore è la difesa della proprietà intellettuale o del potere dell’industria culturale? Si può fare formazione o addirittura pastorale attraverso la Rete? Lo schermo del monitor è uno «schermo» anche dalla vita o un luogo di condivisione? L’Istituto di Scienze religiose di Arezzo ha accettato la sfida proposta da queste e molte altre domande oggi sempre più frequenti. Un Istituto non è solo il luogo dove si svolgono delle «lezioni». Il sapere non ha a che fare con la trasmissione di concetti, ma con la trasformazione delle persone coinvolte nel processo formativo. Un Istituto è un luogo di ricerca culturale, di confronto con i saperi e con le prassi del mondo contemporaneo. Ben consapevole che lo studio adeguatamente affrontato non allontana dalla vita ma si intreccia con essa. Se leggendo in una pagina vediamo solo la carta dietro l’inchiostro delle parole significa che non abbiamo studiato adeguatamente.