Arezzo - Cortona - Sansepolcro
In dialogo: al via la pagina culturale curata dall’Istituto Beato Gregorio X
Nel suo ultimo lavoro, Non per profitto. Perché le democrazie hanno bisogno della cultura umanistica, Martha Nussbaum ci ricorda che stiamo vivendo una crisi che sta passando inosservata, ma «che lavora in silenzio, come un cancro; una crisi destinata ad essere, in prospettiva, ben più dannosa per il futuro della democrazia: la crisi mondiale dell’istruzione» (p. 21). Di fronte a questa situazione pericolosa e allarmante la Nussbaum individua una serie di fattori che progressivamente stanno indebolendo il sistema educativo a livello mondiale. In definitiva, stiamo assistendo ad una lenta e progressiva sostituzione: la logica del profitto prenderà a poco a poco il posto della cultura umanistica nei programmi di istruzione delle scuole di ogni ordine e grado a livello mondiale, il che ci metterà di fronte, in tempi brevi, a «generazioni di docili macchine anziché cittadini a pieno titolo, in grado di pensare da sé, criticare la tradizione e comprendere il significato delle sofferenze e delle esigenze delle altre persone» (p. 21).
Il Papa ci convoca
Un grido di allarme che, come cristiani, siamo chiamati ad ascoltare provando a dare risposte concrete e decise. Benedetto XVI, in occasione dell’Assemblea generale della Cei (27 maggio 2010), ricorda l’importante impegno assunto dai vescovi per il prossimo decennio, con gli orientamenti pastorali dedicati all’educazione e avverte la necessità di tenere presenti la radicalità e l’ampiezza della domanda educativa. In questo senso, egli sottolinea la necessità di «andare fino alle radici profonde di questa emergenza per trovare anche le risposte adeguate a questa sfida». Andare alle radici vuol dire, ci avverte il Pontefice, da un lato nello smascherare un falso concetto di autonomia e dall’altro nel combattere il relativismo e lo scetticismo tipici del nostro tempo. Da questo punto di vista, ci esorta a risvegliare «nelle nostre comunità quella passione educativa, che è una passione dell'”io” per il “tu”, per il “noi”, per Dio, e che non si risolve in una didattica, in un insieme di tecniche e nemmeno nella trasmissione di principi aridi. Educare è formare le nuove generazioni, perché sappiano entrare in rapporto con il mondo, forti di una memoria significativa che non è solo occasionale, ma accresciuta dal linguaggio di Dio che troviamo nella natura e nella Rivelazione, di un patrimonio interiore condiviso, della vera sapienza che, mentre riconosce il fine trascendente della vita, orienta il pensiero, gli affetti e il giudizio». A ciò si aggiunga la riflessione svolta nell’Enciclica Caritas in veritate in cui, ricordando il Pontificato di Paolo VI, invita tutti a ricercare e far fronte alle cause del sottosviluppo dei popoli. Proprio Paolo VI «ci invitava a ricercarle in altre dimensioni dell’uomo. Nella volontà, prima di tutto, che spesso disattende i doveri della solidarietà. Nel pensiero, in secondo luogo, che non sempre sa orientare convenientemente il volere. Per questo, nel perseguimento dello sviluppo, servono “uomini di pensiero capaci di riflessione profonda, votati alla ricerca d’un umanesimo nuovo, che permetta all’uomo moderno di ritrovare se stesso”» (n. 19).
La risposta aretina
Un appello che condividiamo e facciamo nostro provando a tradurlo nella pratica e in uno stile attraverso l’impegno, l’insegnamento, lo studio e la ricerca. L’Istituto superiore di Scienze religiose «Beato Gregorio X» di Arezzo è l’Istituzione accademica della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro ed è una comunità accademica che cerca di interpretare e tradurre in prassi formativa, attraverso l’istituzione di percorsi formativi qualificati e professionalizzanti, quanto segnalato anche dall’arcivescovo Riccardo Fontana nella Lettera pastorale, nella quale ha invitato la Chiesa aretina a riprendere «il posto che le spetta e il servizio che vuole rendere al territorio, promuovendo eventi e percorsi, ma soprattutto producendo cultura negli ambiti e nei contesti che le sono più congeniali, dentro la città dell’uomo» (Parte III: Una nuova ministerialità).
La proposta formativa
L’Istituto «Beato Gregorio X» sente come proprio l’invito che i vescovi rivolgono agli Istituti superiori di Scienze religiose che unitamente alle Facoltà teologiche, all’Università Cattolica del Sacro Cuore e alla Lumsa «mirano alla formazione integrale della persona, suscitando la ricerca del bello, del buono, del vero e dell’uno; a far maturare competenze per una comprensione viva del messaggio cristiano e a renderne ragione nel contesto culturale odierno» (n. 49). L’obiettivo principale della nostra comunità accademica è dunque porre al centro della nostra attività formativa la persona, valorizzando le peculiarità di ciascuno e promuovendo un clima sereno di dialogo e di confronto critico sui temi e le proposte culturali emergenti dai diversi ambiti di insegnamento. Siamo convinti che per educare, come dice Papa Benedetto nella Caritas in veritate, occorra anzitutto «sapere chi è la persona umana, conoscerne la natura» (n. 61), per questo i nostri programmi di studio ruotano attorno alla persona, alla sua natura, al suo rapporto con la trascendenza, al suo bisogno di conoscere la Verità, al suo desiderio di accogliere la Parola che si rivela nei Testi sacri e di conoscere la storia millenaria della Chiesa. Senza uno sguardo allenato e sensibile all’incontro con l’Altro non saremo in grado nemmeno di riconoscere il mistero e la bellezza che ci si rivela nel volto del prossimo.
Ricerca e formazione
I corsi sono affidati a docenti che da anni svolgono, con passione e competenza, il loro compito educativo. Il loro impegno di studio e di ricerca si coniuga con una spiritualità vissuta nel segno del servizio e della partecipazione alla vita della Chiesa. Grazie anche alla collaborazione dei nostri studenti, l’Istituto si impegna a combattere il pericoloso «cancro del relativismo», che spesso ci impedisce di ascoltare la chiamata dell’altro che ci convoca alla relazione. La comunità accademica, propone di vivere un’esperienza comunitaria di formazione, condivisione e partecipazione nello spirito del dialogo, dell’accoglienza e della ricerca. Ricollocando la persona al centro della prassi educativa e formativa, crediamo che ne venga rispettata la dignità e valorizzata la ricchezza. L’essere personale, per la sua naturale apertura alla trascendenza della Verità che salva, costituisce, in sostanza, il nostro obiettivo principale e la vera risorsa sulla quale decidiamo di investire per il prossimo futuro tutte le energie a nostra disposizione.
Donatella Pagliacci
Pubblicato nel numero 28 de La Voce di Arezzo-Cortona-Sansepolcro