Opinioni & Commenti

In Consiglio regionale un’altra pillola amara

Ancora un’interrogazione, ancora uno scontro di principio, ancora un voto tra pochi intimi. Ci era già capitato, alla fine dell’anno scorso, di riferire di un dibattito in Consiglio regionale a proposito di una pillola. Allora si trattava di quella dichiaratamente abortiva, la «RU486». Adesso torniamo a parlarne per la cosiddetta del «giorno dopo» (commercializzata come «Norlevo»).L’assessore regionale alla sanità, Enrico Rossi, nella seduta del 7 maggio, ha risposto ad un’interrogazione dei consiglieri Marco Carraresi e Franco Banchi (Udc), Piero Pizzi (FI) e Virgilio Luvisotti (An), sull’obbligo di prescrizione della «pillola del giorno dopo». Rossi ha precisato che il farmaco è in commercio come «contraccettivo d’emergenza», con la previa autorizzazione del Ministero della salute, e che pertanto non ha bisogno di prescrizione medica. La maggioranza dei consiglieri (con schieramento trasversale) si è successivamente dichiarata contraria alla mozione collegata che invocava l’obiezione di coscienza dei medici, la non prescrizione del farmaco ai minori e comunque un uso estremamente prudente. Per molti dei consiglieri la «pillola del giorno dopo» è un contraccettivo che evita il ricorso all’aborto, mentre i firmatari della mozione intendevano dimostrare l’esatto contrario e ciò che si tratta di una pillola abortiva in quanto la gravidanza è «la condizione che va dall’inizio del concepimento al parto». Alla fine, in un’aula semideserta, a votare la mozione sono stati in tre (Carraresi, Banchi e Ferri). Mancava anche un paio dei firmatari e quei pochi, che anche in uno schieramento opposto, avrebbero potuto condividere la mozione.A.F.