Arezzo - Cortona - Sansepolcro

«In cammino con lo stile della carità».

A tutti i cristiani della Chiesa che è in Perugia-Città della Pieve «amati da Dio e santi per chiamata, grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo!» (Rm 1, 7).Con le parole dell’Apostolo Paolo, esprimo i miei primi saluti e auguri alla Chiesa che Dio, attraverso il Santo Padre Benedetto XVI, mi chiama a presiedere nella carità.Insieme a voi saluto la comunità di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, con la quale ho camminato per dieci anni nel nome del Signore Gesù, cercando di portare la sua Parola e la sua Misericordia tra le strade del nostro tempo. Ringrazio i preti, i diaconi, i religiosi e le religiose, e tutte le persone incontrate, per la stima, l’affetto e la collaborazione che mi hanno donato, chiedo loro perdono delle mie mancanze e mi affido alle loro preghiere, assicurandoli che continuerò ad accompagnarli con la mia, certo che nell’Arcivescovo Riccardo troveranno una guida saggia e paterna. Il mio cuore è triste per il distacco, ma sovrabbondante di serenità nell’accogliere la volontà del Signore, che dietro ogni dolore prepara per i suoi figli una gioia più grande.Vengo a Perugia e a Città della Pieve non conoscendo la terra umbra, ma confido che, nei prossimi mesi, sarà facile e gioioso per noi incontrarci, conoscerci, stimarci, amarci.Fin d’ora affido il mio servizio episcopale alla Vergine Maria, invocata come Madonna delle Grazie e venerata nelle nostre città e in numerose località della diocesi. Inizio il mio cammino certo dell’accompagnamento dei santi vescovi Costanzo ed Ercolano, e dei santi Gervasio e Protasio, patroni delle nostre città e dell’arcidiocesi.La nostra Chiesa ha alle spalle un cammino di secoli, costellato dalla santità di tanti suoi membri, dalla operosa carità e dal generoso annuncio del Vangelo, che hanno saputo farsi servizio al mondo, attraverso la concretezza di tante opere, molte delle quali ancora vitali e feconde. Insieme rimarremo aperti all’azione dello Spirito affinché questa storia di Chiesa possa continuare a svolgere anche nel nostro tempo la missione da Dio affidatale. Lo stile del nostro servizio non potrà che essere quello della carità, a partire dall’attenzione a quei poveri e ultimi che il martire san Lorenzo, titolare della Cattedrale di Perugia, considera il vero tesoro della Chiesa.L’ultimo capitolo di questa storia è stato scritto dall’arcivescovo Giuseppe Chiaretti, cui rivolgo il mio commosso saluto e la nostra sentita gratitudine per un servizio pastorale lungo e impegnativo, culminato nella recente celebrazione del primo Sinodo diocesano. Con lui rivolgo il mio saluto ai vescovi della Conferenza episcopale umbra e, in particolare, ai confratelli suffraganei: insieme continueremo a vivere in quella comunione che ormai da tempo unisce le otto chiese sorelle dell’Umbria.Saluto tutti voi, amati preti e diaconi del clero diocesano, sicuro della vostra accoglienza e della vostra collaborazione nel comune servizio al popolo di Dio; con voi saluto i seminaristi – a me particolarmente cari per la mia lunga esperienza di rettore di seminario – che si preparano a essere umili operai nella vigna del Signore. Mi rivolgo con gratitudine e stima ai religiosi, alle religiose e a tutti i consacrati che con la preghiera e la testimonianza della loro vita sono segno tangibile della presenza del Regno di Dio nella storia. Con speranza e ammirazione, guardo ai numerosi laici, in particolare i giovani, impegnati nella vita della Chiesa diocesana, nelle parrocchie, nelle associazioni, nei movimenti e nei gruppi ecclesiali di antica e di recente origine. Come afferma il Concilio, è a loro che «spetta di illuminare e ordinare tutte le cose temporali, alle quali sono strettamente legati, in modo che siano fatte e crescano costantemente secondo il Cristo e siano di lode al Creatore e Redentore» (Lumen Gentium, 30). A tutte le persone di buona volontà, sin d’ora assicuro che troveranno la mia amicizia e la mia disponibilità a collaborare per il bene comune e la promozione della dignità della persona umana.Apprestandomi a iniziare il mio servizio episcopale, saluto le autorità civili e militari che con me, ciascuno nel proprio ambito, condividono la responsabilità del servizio agli uomini. Con particolare affetto saluto il mondo universitario e quello del lavoro. In un momento di difficoltà come l’attuale, che colpisce duramente il nostro tessuto produttivo e sociale, gravando particolarmente sulle famiglie e sui giovani, siamo tutti chiamati a riscoprire in Cristo il modello dell’uomo e nell’amore quella «forza straordinaria, che spinge le persone a impegnarsi con coraggio e generosità nel campo della giustizia e della pace» (Caritas in veritate, 1). L’incontro fra l’operosità del lavoro e l’originalità della ricerca scientifica è strada maestra per guardare al futuro con speranza. Tutto questo sollecita la nostra capacità di leggere con attenzione e in profondità i segni dei tempi, come seppe fare Gioacchino Pecci, che prima di diventare papa Leone XIII fu mio predecessore sulla cattedra di Perugia.Cari amici, attendo con gioia di incontrarvi per continuare insieme il cammino della nostra Chiesa e, inviando a tutti voi la mia prima paterna benedizione, prego in particolare per gli anziani, i giovani – e fra loro, gli studenti che trascorrono a Perugia gli anni della formazione universitaria -, le famiglie e quanti sono nella malattia, nella sofferenza e nelle difficoltà.Tutti saluto «in Dio Padre e in Gesù Cristo, nostra comune speranza» (Ignazio di Antiochia, ai cristiani di Efeso, XXI.2).di Gualtiero Bassetti arcivescovo eletto di Perugia-Città della Pieve La Caritas di Perugia: la nostra gioia per l’arrivo del nuovo arcivescovo«Abbiamo letto con attenzione il messaggio di saluto che monsignor Bassetti ci ha rivolto. Le sue sono per noi parole di incoraggiamento e di stimolo quando dice: “Lo stile del nostro servizio non potrà che essere quello della carità, a partire dall’attenzione a quei poveri e ultimi che il martire san Lorenzo, titolare della cattedrale di Perugia, considera il vero tesoro della Chiesa”». Questo il messaggio con il quale la Caritas della arcidiocesi di Perugia – Città della Pieve esprime la propria gioia per la nomina ad arcivescovo di colui che per due lustri è stato la guida della Chiesa aretina, cortonese e biturgense. Le prime parole di Bassetti da arcivescovo, prima quelle del messaggio, pubblicato in maniera integrale in questa pagina, poi quelle dell’intervista all’emittente radiofonica diocesana, «Umbria radio», hanno colpito particolarmente i volontari e i responsabili della Caritas perugina. «I poveri sono i tesori più preziosi che il Signore ci mette in mano – aveva detto il presule durante l’intervista radiofonica –. Il discorso dei poveri è un discorso che si allarga perché tutti abbiamo delle povertà». «Porgiamo il nostro saluto al nuovo arcivescovo – scrive in una nota la direttrice della Caritas della diocesi umbra – non per un augurio formale, ma per rinnovare il nostro impegno perché la Carità sia sempre più una strada per evangelizzare».