Lettere in redazione
Imu, tassa sbagliata e ingiusta da modificare
L’Imu (Imposta Municipale Unica) è una tassa sbagliata oltre che ingiusta. Perché ha ulteriormente penalizzato il ceto medio ed ha aggravato la già profonda crisi del settore delle costruzioni. Probabilmente quando è stata introdotta dal Governo Berlusconi – che comunque aveva previsto che non avrebbe dovuto gravare sulla prima casa – era un provvedimento inevitabile.
Il governo Monti ha poi modificato la natura dell’imposta rendendola di fatto una nuova Ici sulle abitazioni principali, facendola diventare una tassa patrimoniale mal mascherata. A questo punto ritengo che sia necessario che il nuovo governo la modifichi nuovamente, individuando altre forme di recupero di risorse per le casse dello Stato.
Che l’Ici prima e l’Imu poi siano due tasse patrimoniali non c’è alcun dubbio. Ma non mi sembra questo il problema. Semplificando al massimo la tassazione è sostanzialmente di tre tipi: sul lavoro (o reddito), sui consumi e sui patrimoni (mobili o immobili). Che si possa tassare l’abitazione non è quindi uno scandalo, perché in tutti Paesi del mondo occidentale esistono forme (diverse) di tassazione sulla casa. In alcuni sono simili alla nostra Imu e colpiscono l’immobile (ad esempio negli Stati Uniti, in Francia, in Belgio), in altri Paesi – come l’Inghilterra – invece la si paga solo al momento dell’acquisto della casa, ma poi esiste la «council tax» per i servizi municipali che non riguarda i proprietari, ma i residenti. Il vero problema dell’Imu introdotta dal governo Monti (ricordiamo però che era stata prevista in termini generali dal precedente governo Berlusconi) è che non garantisce a pieno quella «progressività» di tassazione prescritta dalla nostra Costituzione. L’articolo 53 – ricordiamolo – recita infatti così: «Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività». Cioè, a parità di valore dell’immobile è giusto che paghi di più chi ha una maggiore capacità contributiva (costituita oltre che dal suo patrimonio, anche dai suoi redditi). Poi ci sono situazioni di cui la normativa Imu non teneva conto e di cui abbiamo parlato più volte, invocando correzioni urgenti (come un anziano ricoverato in una rsa, oppure immobili storici di particolare pregio, l’uso della casa per i figli…).
Detto questo, se il governo di Enrico Letta riesce ad eliminare l’Imu sulla prima casa alla stragrande maggioranza degli italiani è una cosa buona, visto che la pressione fiscale ha raggiunto limiti intollerabili. Purché però riesca a farlo senza strozzare i Comuni, costringendoli a tagliare i servizi, e senza spostare questa tassa su altre forme impositive (come l’addizionale Irpef). Quanto alla restituzione di quanto pagato nel 2012 mi sembra una pessima idea per un Paese che non ha i soldi per far funzionare la scuola o gli ospedali.
Claudio Turrini