Toscana

Imprese Toscana: «innovazione sconosciuta», patto per bandi 4.0

L’intesa nasce da una reciproca apprensione. In Toscana commercianti e imprese turistiche partono da un dato troppo basso di partecipazione all’economia digitale: “C’é un dato che spicca su tutti, il 50% delle attività – spiega il presidente regionale di Confesercenti Nico Gronchi – non ha capito niente dell’innovazione. Pensano ancora che cambiare il computer e il programma gestionale sia fare innovazione, perdendo di vista tutti i processi che riguardano la rete, il digitale, i grandi flussi che stanno cambiando radicalmente il modo di fare impresa”. Da questo dato di realtà è emersa la volontà sia di palazzo Strozzi Sacrati che dell’associazione di categoria di sottoscrivere un accordo: “Ci impegniamo sino alla fine del 2020 – aggiunge Gronchi – alla diffusione di tutti gli elementi di conoscenza che riguardano le innovazioni”.

Negli ultimi giorni, del resto, è uscita la guida della Toscana agli incentivi regionali con 17 bandi, alcuni dei quali incentrati sull’innovazione. “Invieremo circa 25mila mail ai nostri associati per raccontare questi 17 strumenti – promette il presidente di Confesercenti – che vanno dal sostegno alle start-up al digitale, bandi europei e regionali che oggi mettono in campo risorse reali”. Alla base c’é un imperativo: “Dobbiamo diffondere la cultura dell’innovazione, perché altrimenti le nostre imprese saranno tagliate fuori dai grandi processi. Lo faremo anche attraverso una rilettura dei prossimi bandi europei”. Gli sportelli di Confesercenti sono già impegnati nella stesura di una guida per far conoscere le regole di ingaggio relative all’innovazione.

“Molto spesso- evidenzia l’assessore allo Sviluppo economico Stefano Ciuoffo – le difficoltà di attivare processi di digitalizzazione, per le imprese che operano in settori come il turismo o il commercio al dettaglio, dipendono dalla loro frammentazione e dimensione”. Occorre, di conseguenza, “mettere queste imprese in condizione di avere adeguate competenze e capacità di investimento per consentirgli di avviare questi processi di innovazione tecnologica, organizzativa e dei propri modelli di business, ma anche di individuare le soluzioni digitali più adatte”.