Gli immigrati albanesi che negli anni ’90 erano percepiti nel nostro Paese come una presenza cattiva e indesiderabile, da un po’ di anni a questa parte appaiono agli italiani come una comunità normale. Ciò fa ben sperare per gli immigrati romeni, che stanno fungendo da capri espiatori di turno in una scomoda posizione in precedenza toccata agli albanesi e ancor prima ai marocchini. E’ quanto è emerso oggi, a Roma, nel corso di un seminario organizzato presso la sede del Cnel dai redattori del Dossier Statistico Immigrazione, in collaborazione con il Dipartimento di Economia dell’Università di Bari e con le sedi centrali di Caritas e Migrantes. Uno studio serio e meticoloso hanno spiegato i promotori – rigorosamente basato sui numeri, il quale dimostra che la percezione di una collettività dipende in larga parte da fattori soggettivi e contesti temporali. Nella ricerca presentata oggi, si scoprono o si approfondiscono i più diversi aspetti dell’inserimento albanese in Italia, che risulta soddisfacente sotto diversi aspetti, tra i quali anche quello religioso.Per Giovanni Ferri, dell’Università di Bari, l’immigrazione è sempre un fenomeno che si svolge tra due realtà, il paese di origine e quello di partenza, le rispettive culture e condizioni. Nei paesi di accoglienza si rischia di dimenticare, talvolta ha spiegato – che le politiche nazionali non devono essere unilaterali e non possono non riguardare anche quelli dell’altro Paese, verso il quale l’apporto è notevole con l’invio delle rimesse, i più frequenti contatti e l’incipiente imprenditoria di ritorno, elementi che trasformano l’immigrazione in un fattore di speranza per chi è rimasto in patria. Don Livio Corazza, di Caritas Italiana, sulla base di un’ampia indagine condotta su 500 albanesi rimpatriati, regolari e non, ha evidenziato come assistenza e tutela debbano essere assicurati anche a chi ritorna, perché bastano somme modeste, ben utilizzate, per avviare progetti produttivi e sostenere lo sviluppo del paese. Per Giorgio Alessandrini, del Cnel, per un paese come l’Italia la politica immigratoria non può essere ridotta solo a misure che riguardano la sicurezza, senza capire la portata di un così grande fenomeno sociale che sta cambiando la nostra società e su di essa inciderà sempre più. Secondo i dati del Dossier Caritas-Migrantes alla fine del 2007 gli albanesi in Italia hanno superato le 400mila unità.Sir