Italia

IMMIGRAZIONE, MEDICI SENZA FRONTIERE: DRAMMATICHE LE CONDIZIONI DEI LAVORATORI AGRICOLI STRANIERI

“Una stagione all’inferno”: è questo il titolo di un rapporto di Medici senza Frontiere, presentato oggi sulla situazioni di vita che vivono regolarmente gli stranieri impiegati in agricoltura nel Sud Italia. I dati raccolti nel corso dell’indagine evidenziano “condizioni di vita, salute e lavoro drammatiche, indegne per un paese dell’Unione Europea”, si legge in un comunicato. “Ogni anno un esercito di stranieri si sposta da una regione all’altra per lavorare alla raccolta di primizie contribuendo in maniera fondamentale al settore agricolo”, afferma Antonio Virgilio, responsabile dei progetti italiani di Msf: “Da anni nel nostro paese esiste una popolazione vulnerabile che vive in condizioni di estrema precarietà, spesso si tratta di situazioni riferibili a contesti di crisi umanitarie che ben conosciamo”. Da luglio a novembre 2007 un’equipe mobile dell’organizzazione ha visitato e intervistato oltre 600 stranieri impiegati come lavoratori stagionali in agricoltura nelle regioni del Sud Italia. I risultati dell’inchiesta sono “allarmanti”: gli stranieri si ammalano a causa delle “durissime condizioni di vita e lavoro cui sono costretti”. Gli stranieri impiegati come stagionali sono in maggioranza uomini giovani provenienti da paesi dell’Africa sub-sahariana, del Maghreb o dell’Est Europa. Il 90% di essi non aveva alcun contratto di lavoro. Dall’indagine emerge che le loro condizioni di vita degli sono “drammatiche”: il 65% degli immigrati intervistati vive in strutture abbandonate, il 62% non dispone di servizi igienici nel luogo in cui vive, il 64% non ha accesso all’acqua corrente e deve percorrere distanze considerevoli per raggiungere il punto d’acqua più vicino. Nel 92% dei casi gli alloggi sono sprovvisti di riscaldamento. “Le patologie riscontrate – informa Msf – sono principalmente osteomuscolari”, a cui si aggiungono malattie dermatologiche, respiratorie e gastroenteriche. “Tutte chiaramente legate non solo alle dure condizioni di lavoro, ma anche alle situazioni igienico sanitarie in cui vivono e allo scarso accesso alle cure di primo livello”, afferma Francesca Faraglia, coordinatore medico dei progetti italiani di Msf. La maggioranza dei pazienti ha riferito di essere giunto in Italia in buone condizioni di salute, tuttavia al momento della visita al 72% dei pazienti è stato formulato “almeno un sospetto diagnostico, di cui il 73% è risultato una malattia cronica”. Secondo il rapporto, nonostante la legge italiana garantisca l’accesso alle cure per tutti gli stranieri (regolari e irregolari), il 71% degli stranieri intervistati risulta privo di tessera sanitaria.Sir