Italia

Immigrazione: le Misericordie al fianco della Chiesa

Il Movimento delle Misericordie è parte di quella Chiesa che esprime da sempre impegno fattivo, concreto verso gli immigrati. Per questo non esitiamo a dire che le accuse rivolte a mons. Galantino, e talora perfino al Santo Padre, da politici e opinionisti di varia estrazione sono davvero insensate e ingiustificate, comunque le si guardino e sotto molteplici profili.

La nostra è una esperienza di accoglienza vera e globale: le Misericordie sono soggetti ecclesiali impegnati nella gestione di grandi centri, di strutture di primo soccorso, di ospitalità territoriale diffusa, di servizi semplici di orientamento e ausilio. Pur nella varietà e diversa complessità dei modelli, le nostre esperienze di accoglienza dimostrano come sia possibile coniugare un servizio vero, efficace e di eccellenza agli ospiti (recentemente verificato anche dalla Commissione parlamentare di inchiesta) con un impatto territoriale caratterizzato da pochissimi problemi e anzi da opportunità di sviluppo economico e sociale delle nostre comunità locali. 

E’ una esperienza con numeri pesanti: sono non meno di 3.000 i migranti che ogni giorno ricevono accoglienza nelle nostre strutture, in tutta Italia (ma – vale sottolinearlo – soprattutto al Sud). Un impegno che sta crescendo ed estendendosi, come è normale per le nostre associazioni di fronte a chi è nel bisogno. 

Questo significa partecipare al “business dell’immigrazione”? Se le risorse sono prese o usate in modo fraudolento, certamente sì. Ma lo stesso vale per business dei poveri, dei feriti, degli ammalati, dei disabili, dei minori… o il business dell’informazione o della politica. Anche il giornalismo o l’amministrazione pubblica possono essere “business” se orientati all’interesse personale e non al servizio! Tutte queste attività richiedono soldi e risorse: l’importante è come si attivano e come si spendono…

Chi parla e scrive di immigrazione – si tratti di giornalisti, opinionisti, parlamentari o altri – spesso non ha mai vissuto e condiviso realmente questo fenomeno. Condividere significa stare insieme, incontrare uomini, toccare mani: è ben diverso che leggere, studiare a tavolino o al massimo raccogliere sensazioni. Per questo invitiamo chi voglia confrontarsi sul tema dei migranti a venire con noi su qualche sbarco, o sperimentare per alcuni giorni la gestione di una struttura di accoglienza

Potrebbe scoprire che la prospettiva è radicalmente differente.

* Presidente della Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia