Nel 2010 l’Italia ha rilasciato oltre un milione e mezzo di visti di ingresso. Di questi, i visti nazionali superiori a 3 mesi per ricongiungimenti familiari e motivi di lavoro, sono poco più di 200mila. La maggioranza dei migranti irregolari (attualmente in calo), sono entrati con il visto, ma sono rimasti oltre la sua scadenza (i cosiddetti overstayer). Sono i principali dati che emergono dal IV Rapporto della “European Migration Network”, una rete creata dalla Commissione europea per informare le istituzioni Ue, gli Stati membri e l’opinione pubblica, sui flussi migratori. Il rapporto viene presentato oggi a Roma dal Ministero dell’Interno e dalla redazione del Dossier statistico immigrazione Caritas-Migrantes. Secondo una indagine sul turismo internazionale in Italia entrano ogni giorno, in media, 200mila cittadini stranieri, in maggioranza turisti. Per gli immigrati è necessario un visto, da richiedere presso le sedi consolari italiane nel mondo (190). Nel 2010 l’Italia ne ha rilasciati 1.543.408, il 10% in più rispetto all’anno precedente e il 63% in più rispetto al 2001. I visti nazionali di lungo periodo sono stati 218.318, con un incremento del 17% rispetto al 2001. Tra le motivazioni per il rilascio dei visti nazionali, predominano quelle familiari e lavorative.Tutto lascia intendere che gli arrivi saranno consistenti anche nel futuro, si legge nel rapporto. La variazione del numero dei visti per lavoro è, invece, collegata ai decreti flussi annuali, fatta eccezione per le categorie di lavoratori ad alta professionalità (gli infermieri, ad esempio) che non devono di essere contemplati nelle quote annuali. Da segnalare la preponderanza dei visti per motivi di lavoro nel periodo compreso tra il 2007 e il 2009; in particolare, nel 2008, con il 59,3% dei visti; le motivazioni familiari sono invece prevalse nel 2010 (un anno di crisi occupazionale) e probabilmente anche nell’anno successivo. I visti per studio, invece, hanno inciso nel 2010 per un sesto (circa 37.000) e mostrano che l’Italia è, con il suo sistema universitario, un polo di attrazione nei confronti di diversi Paesi, seppure non nella misura di Gran Bretagna, Germania e Francia. La politica dei visti resta perciò cruciale, non segna solo l’ingresso nel Paese, ma deve essere un momento di accoglienza e dialogo, soprattutto con i Paesi dell’Africa e del Mediterraneo sottolinea il rapporto -. Attraverso controlli efficaci, ma non vessatori, è possibile scoraggiare gli interessi economici di chi pratica il traffico dei migranti, senza andare a intaccare il diritto alla mobilità di coloro che, nel rispetto delle norme stabilite, desiderano fare ingresso nel territorio nazionale”.La presenza degli irregolari in Italia è stimata intorno alle 500mila presenze e si è ridotta la pressione alle frontiere. Resta da verificare quanti, degli oltre 600mila permessi in scadenza al 31 dicembre 2009 e non più rinnovati, sono rientrati in patria o si sono trattenuti irregolarmente. Secondo il rapporto in Italia, tra il 2002 e il 2010, la pressione alla frontiere dai Paesi a forte spinta migratoria è andata decrescendo. E’ diminuito il numero di persone respinte alla frontiera (da 30.287 nel 2001 a 4.215 nel 2010) e di persone espulse (da 90.160 nel 2001 a 46.955 nel 2010). L’immigrazione irregolare, per effetto delle più recenti modifiche normative e per l’impatto della crisi, verosimilmente si è ridotta sottolinea il rapporto -, sia quantitativamente sia quanto alla sua incidenza sulla presenza regolare. Al 1° gennaio 2011 è stimata attorno al 10% dei quasi 5 milioni di cittadini stranieri regolari. L’immigrazione irregolare, consistente ma spesso enfatizzata oltre le sue effettive dimensioni conclude il dossier -, è un fenomeno complesso in parte inevitabile e in parte controllabile attraverso le politiche migratorie. Si invita perciò a insistere anche sulle misure incentivanti, che possono risultare anche meno costose. (Sir)