Toscana

Immigrazione in Toscana, forte aumento dei regolari

di Francesco PalettiUn anno dopo la Toscana «scopre» di avere circa 43mila immigrati in più, passando dagli oltre 110 mila regolarmente soggiornanti dello scorso anno ai 172 mila di questo, se si considera anche 18 mila minori iscritti nel documento dei genitori. Persone che lavoravano ancora prima di essere «scoperti», emersi grazie alla regolarizzazione collegata alla cosiddetta «Bossi-Fini». I primi, parziali, dati di questo spicchio d’immigrazione sommersa fino a meno di dodici mesi fa sono stati esposti e commentati nel corso della presentazione toscana dell’edizione 2003 del «Dossier statistico immigrazione» della Caritas che si è svolta martedì scorso a Firenze in collaborazione con la Cna toscana, la Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa.

«La regolarizzazione, che consentirà l’emersione dall’irregolarità di circa 650 mila lavoratori immigrati, ha avuto il merito di smentire la facile equazione “clandestino uguale criminale” visto che il posto di lavoro era un requisito fondamentale per potervi accedere», ha commentato don Emanuele Morelli, delegato regionale Caritas che poi ha voluto puntualizzare: «Il problema da affrontare è la clandestinità, ossia quella condizione d’invisibilità giuridica e d’assenza di diritti che talvolta, ma non sempre finisce con lo spingere l’immigrato verso la microcriminalità».

Ma la regolarizzazione è solo uno degli aspetti esaminati nel capitolo dedicato alla Toscana del «Dossier» Caritas.

I regolarmente soggiornantiSecondo il «Dossier» sono circa 130 mila. Si tratta di una cifra che colloca la Toscana al quinto posto fra le regioni italiane, subito dietro la Lombardia, il Lazio, il Veneto e l’Emilia Romagna. Le provenienzeA Prato un immigrato su due arriva dall’Estremo Oriente. Ma è a Firenze che si concentra il 40% degli stranieri provenienti da quest’area. Mentre a Pisa circa un terzo proviene dall’Africa Occidentale (soprattutto Senegal). E ad Arezzo (53,2% del totale provinciale), Pistoia (61,8%) e Siena (42,8%) prevalgono gl’immigrati originari dell’Europa Orientale. La conclusione, secondo la redazione del «Dossier» è una sola: «La Toscana resta una regione dal marcato policentrismo migratorio ma le cosiddette “catene”, cioè i legami di tipo familiare e amicale che orientano i flussi, tendono ad assumere un peso sempre più rilevante, soprattutto nei contesti locali». In generale ogni cento regolarmente soggiornanti 48 sono europei, 23 asiatici, 17 africani e 12 americani. I motivi del soggiornoGli immigrati scelgono la Toscana per viverci. Se non per tutta la vita sicuramente per un lungo periodo. È quanto si evince dall’analisi dei motivi alla base del rilascio dei documenti di soggiorno: circa il 97% di essi, infatti, presuppone un insediamento quanto meno di lunga durata. Coniugati e celibiL’anno del sorpasso è stato il 1999 quando, per la prima volta, i primi hanno superato i secondi (48,9 contro 48,2%). Da allora la forbice fra i due valori si è allargata sempre di più: alla fine del 2002 i coniugati erano il 52,4% del totale contro il 42,3% dei celibi. La scuolaOgni cento studenti iscritti 3,7 sono immigrati. È un valore nettamente superiore all’incidenza media nazionale (2,3) e in crescita rispetto al 2001 (3,1). Che aumenta sensibilmente alle elementari (4,8) e alle medie (4,9), decresce alle scuole dell’infanzia e scende ulteriormente alle superiori. ReligioniGli immigrati «toscani» che si professano cristiani sono circa 50 mila: 24 mila cattolici, 17 mila protestanti e 3 mila «altri». In percentuale si tratta del 45% dei regolarmente soggiornanti in Toscana contro il 33% dei musulmani, il 17% che ricadono sotto «altre confessioni», il 3% buddista, il 2% induista e l’1% animista. «Qualunque cosa si possa pensare del rapporto con l’Islam, sicuramente non facile con le correnti più radicali, va riconosciuto ai dati almeno il merito di riportare nelle giuste proporzioni la grandezza del fenomeno – spiegano gli esperti del “Dossier” –: la tante volte paventata invasione islamica è un argomento che non pare trovare conferme nei numeri». Mercato del lavoroLa manodopera straniera è sempre più attraente per le imprese della Toscana. Ad evidenziarlo sono i numeri dell’Osservatorio occupazionale Inail, analizzati dal «Dossier» Caritas, secondo cui nel 2002 le nuove assunzioni di lavoratori extracomunitari sono state ben 44.029, il 13% del totale regionale. Ma «le cifre consentono anche di evidenziare come la presenza dei lavoratori stranieri sia spesso legata a quei comparti caratterizzati da occupazioni usuranti e flessibili» come il tessile dove è extracomunitario quasi un terzo (30,4) dei lavoratori assunti nel 2002, il conciario (22,5%) o le costruzioni (21,6). Immigrati e imprenditoriL’altra faccia della medaglia è quella degl’immigrati che scelgono la strada del lavoro autonomo: sono circa il 18% della forza lavoro extracomunitaria presente sul territorio toscano e si caratterizzano per una spiccata vocazione all’imprenditorialità se è vero, come attesta l’Osservatorio di UnionCamere, che i cittadini nati all’estero titolari di un’impresa hanno superato quota 20mila e sono raddoppiati nell’ultimo biennio. E l’Italia raggiunge quota 2 milioni e mezzoCome ormai accade da alcuni anni, il «Dossier sull’immigrazione», curato da Caritas e Migrantes, viene presentato contemporaneamente in più città puntando soprattutto sui dati locali, mentre quelli nazionali vengono forniti nella presentazione che viene fatta a Roma.Il «Dossier», come sempre, fornisce cifre e un panorama dettagliato dei cambiamenti nel mondo dell’immigrazione. In seguito all’ultima regolarizzazione chiusa con la presentazione di 703.000 domande, isoggiornanti regolari in Italia erano 1.512.324 a fine 2002. Ma se si tiene conto delle domande respinte, delle persone che non si sono presentate, dei lavoratori domestici, dei minori non conteggiati e dei permessi non registrati tempestivamente, il «Dossier» arriva a quantificare la presenza totale tra le 2.400.000 e le 2.500.000 unità, con una incidenza sull’intera popolazione del 4,2%. Nel corso di un anno l’aumento delle presenze regolari è stato del 10,8% (più 149.164 persone). La nazionalità più numerosa è sempre quella marocchina (172.834 soggiornanti), seguita da quella albanese (168.963) e rumena (95.834).Il Dossier invita ad avere «un progetto di convivenza» che comprenda «la discussione sugli spazi di partecipazione e sull’ammissione al voto amministrativo, finora ostacolato, oltre che dalla revisione della normativa sulla cittadinanza, anche da paure aprioristiche». In questo contesto, precisano, «anche la religione non può essere invocata come un fattore di divisione e tuttavia ciò non è motivo per dimenticare che il continente europeo affonda le sue radici nella comune ispirazione cristiana, e che questa fruttuosa tradizione consente anche di affrontare con fermezza, senza chiusura né faciloneria, il problema dell’integrazione armoniosa dei musulmani che non vogliono essere integralisti».

Anche in seguito alle tragedie nel Mediterraneo e al clima mondiale che si è creato dopo l’11 settembre, i curatori del «Dossier» ritengono che «le politiche migratorie eccessivamente restrittive sono esse stesse causa dei flussi illegali».