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IMMIGRAZIONE: FORTI (CARITAS), IL DDL È FORTEMENTE NEGATIVO

“Non è certamente positivo perché è un grande contenitore che ha enfatizzato l’idea o l’esigenza di maggiore sicurezza per il nostro Paese. In maniera poco chiara, poi, si è voluto inserire in questo contenitore di tutto e di più dall’immigrazione ai senza fissa dimora ed altro che con la sicurezza hanno poco a che fare”. Così Oliviero Forti, responsabile della Caritas Italiana per l’immigrazione, commenta al Sir il primo ‘si’ del Senato al ddl sicurezza approvato questa mattina. In particolare Forti definisce “un fatto fortemente negativo” l’approvazione di una normativa che dà la possibilità ai medici di denunciare all’autorità giudiziarie gli immigrati clandestini. “Un provvedimento che in qualche modo – spiega Forti – disattende un principio fondamentale che è quello alla salute, riconosciuto al di là dello status del singolo cittadino ma soprattutto rischia di essere, come già detto anche da altre associazioni cattoliche, un boomerang per la stessa popolazione nel momento in cui gli stessi immigrati, davanti ad una norma di questa natura saranno evidentemente portati a non rivolgersi alle strutture sanitarie e quindi diventare dei potenziali diffusori di malattie. Per questo chiediamo che si ritorni su questo argomento perché diventa un problema di salute pubblica al di là del male che si fa all’immigrato stesso”.Il responsabile Caritas si dice contrario anche alla tassa per il permesso di soggiorno fissata da 80 a 200 euro – “che non fa bene a nessuno né all’immigrato né all’economia generale che ha bisogno di altri contributi” – mentre sottolinea positivamente la mancata approvazione della norma che prevedeva che il questore dovesse rilasciare il permesso di soggiorno per lungo-soggiornanti ai familiari ricongiunti con lo straniero titolare di permesso solo dopo cinque anni di regolare soggiorno. “In varie occasioni abbiamo sottolineato come sia preoccupazione della Chiesa la tutela della famiglia e in particolar modo il diritto al ricongiungimento familiare che è internazionalmente riconosciuto. Una qualsiasi norma che vada a limitare in qualche modo o ad ostacolare questo diritto lo vediamo negativamente”, afferma Forti che si dice anche contrario alla schedatura per i clochard. “Ogni forma di registrazione – spiega – ha insiti dei pericoli. Non conoscendo ancora le modalità di registrazione è difficile dare un giudizio. In linea di massima – aggiunge – di fronte al clima che si sta creando nel nostro Paese e relativamente alle fasce più deboli della popolazione, noi chiediamo che queste siano operazioni valutate e approntate, se necessario, con chi lavora con queste persone quotidianamente”.Sir