Italia

IMMIGRAZIONE: FICT, «RISPOSTA CIVILE ALL’INCIVILTÀ DELLA MISERIA»

È impossibile “non interrogarsi sull’atteggiamento che l’Italia sta tenendo nei confronti delle navi cariche di umanità disperata in partenza dalle coste nordafricane” e chiedersi se “davvero crediamo di poter fermare con la legge un processo che ha cause così profonde, radicato nell’istinto di sopravvivenza”. In una lettera aperta don Mimmo Battaglia, presidente Fict (Federazione italiana comunità terapeutiche), entra oggi nel merito del dibattito sul tema dei respingimenti delle imbarcazioni di immigrati: “Non sarei fedele alla nostra filosofia di base se tralasciassi di ricordare che dietro a questo concetto, ci sono dei volti, delle storie, delle paure” e “l’oltraggio di un passato incapace di garantire un futuro” unito alla “speranza disperata di un presente che possa restituire il futuro rubato”. Parole come “diritti, legalità, giustizia, sicurezza, clandestinità”, ricorda don Battaglia, “assumono un significato totalmente diverso se pronunciate in luoghi e contesti differenti” e indicano “cose diversissime se pronunciate nelle nostre aule istituzionali, nei nostri salotti, nei microfoni delle sale convegni o piuttosto nel silenzio, nel buio e nel gelo di una notte in alto mare”.“Le parole pronunciate da chi è sazio, da chi è forte della propria sazietà ed opulenza perdono la loro dignità per divenire offese”, aggiunge il presidente della Fict (federazione presente in 15 regioni d’Italia con una rete di 45 associazioni ed enti di solidarietà sociale), “le stesse parole a cui oggi, in questi mesi, nei nostri centri, stiamo cercando di dare un senso diverso, più profondo, più reale”: “Per impedire gli imbarchi, prima che gli approdi, nelle condizioni disumane che abbiamo conosciuto, su relitti del mare che troppo spesso condannano a morte, la soluzione è ragionare in termini di cause e non di sintomi, la soluzione è lavorare per fare rifiorire l’Africa e le zone sottosviluppate di questo mondo”, aree “sfruttate ed abbandonate che possono ancora diventare terre pronte ad accogliere nuovi segni di civiltà” che “non si trovano nelle donazioni di riso transgenico” ma in “politiche serie di sviluppo ed innanzitutto di incontro e di giustizia, con l’abbattimento del debito estero verso i paesi occidentali”. Conclude don Battaglia: “Esiste una risposta civile all’inciviltà della miseria, che è quella della giustizia sociale, non più costruita solo all’interno delle nazioni ma in una scala più grande, unica scala possibile in un mondo globalizzato”.Sir