Italia

IMMIGRAZIONE: DOSSIER CARITAS/MIGRANTES, INASPETTATO AUMENTO DEGLI IRREGOLARI IN ITALIA

Sono state 702.000 le domande di regolarizzazione registrate nel 2002: un risultato che è “andato ben oltre le ipotesi degli studiosi” che prevedevano una quota molto più inferiore (pari addirittura alla metà) di emersione dal sommerso. E’ uno dei primi dati che emerge dal “Dossier Statistico Immigrazione 2003” curato dalla Caritas e dalla Fondazione Migrantes della Cei e presentato oggi a Roma alla stampa.

“Per spiegare questo inaspettato aumento degli irregolari – commentano Caritas e Migrantes – si è disputato se l’afflusso sia avvenuto durante il precedente governo del centro-sinistra, oppure sia continuato e si sia ingrossato nella fase di dibattito e di approvazione della legge Bossi-Fini e delle norme per la regolarizzazione. Comunque sia stato, non va dimenticato che la pressione migratoria internazionale va al di là degli schieramenti partitici e che le vie della irregolarità vengono più battute quando è meno consistente l’inserimento stabile di lavoratori”.

Dai dati del Dossier 2003, emerge che i lavoratori immigrati che giungono dai paesi a forte pressione migratoria sono raddoppiati a seguito della regolarizzazione: ai 706.329 registrati a fine 2001 si aggiungono le 702.156 istanze di regolarizzazione. La pressione migratoria risulta così ripartita: per il 52,2% è concentrata nel Nord, per il 29,0% nel Centro e per il 18,8% nel Sud. Non è, quindi, esatto affermare che l’irregolarità è una faccenda che riguarda in prevalenza il Meridione, al quale spetta solo una quota pari a un quinto del totale delle domande. Nella graduatoria provinciale, Roma e Milano vengono al primo posto e detengono un quarto di tutte le istanze di regolarizzazione: Roma è la prima in graduatoria per il lavoro domestico (67.000 domande) e seconda per il lavoro dipendente (40.000), mentre Milano è la prima per il lavoro dipendente (51.000) e la seconda per il lavoro domestico (40.000). E’ in generale il Nord a detenere una quota più elevata di pratiche per assunzioni presso le aziende (58,1%), rispetto a quelle relative al lavoro domestico (46,1%). Il rapporto è rovesciato nel Centro (il 32,8% delle domande riguarda il lavoro domestico mentre il 25,5% quello aziendale) e nel Meridione (21,1% nel settore domestico rispetto al 16,7% del lavoro presso aziende).

Difficoltà di natura informatica, tempi eccessivamente lunghi, sfruttamenti da parte dei datori di lavoro e addirittura imbrogli. Sono solo alcune delle “disavventure” che hanno dovuto affrontare gli immigrati durante le operazioni di regolarizzazione. Caritas e Migrantes contestano innanzitutto il fatto che “l’iniziativa sia stata demandata per intero ai datori di lavoro”: una simile decisione – scrivono i due organismi ecclesiali nel Dossier – “non poteva non alimentare una catena di sfruttamenti, per cui spesso i lavoratori non solo hanno dovuto pagare il contributo posto a carico dei datori di lavoro ma anche hanno dovuto sborsare loro delle consistenti tangenti per convincerli ad avviare la pratica: a Roma tra i lavoratori dell’edilizia sono stati ben nove su dieci quelli costretti a pagare, come è risultato da un’indagine sindacale”.

Agli “sfruttamenti” si sono aggiunti gli inconvenienti di natura informatica, insorti per la difficoltà di lettura ottica di domande compilate a mano e talvolta anche in carattere non latini: queste difficoltà hanno causato ritardi in fase di registrazione e di smistamento delle pratiche e ciò ha provocato l’andamento lento del loro esame presso gli Uffici territoriali del Governo. Caritas e Migrantes chiedono infine di fare – alla fine delle operazioni di regolarizzazione una rassegna dei vari tipi di imbrogli avvenuti, dei quali si è avuta solo qualche anticipazione: dichiarazioni false di datori di lavoro e timbri rubati.

Concluse le operazioni di regolarizzazione, la presenza straniera complessiva in Italia conta 2.395.000 persone, includendo non solo i lavoratori ma tutti i soggiornanti regolari e persone che aspettano di essere regolarizzati, con una incidenza del 4% sulla popolazione residente. L’Italia si affiancherà alla Gran Bretagna o addirittura la supererà, diventando nell’Unione Europea il terzo Stato membro per numero di immigrati. E’ la previsione delineata dal “Dossier Statistico Immigrazione 2003”. Secondo il Dossier, “la tendenza demografica negativa, il fabbisogno delle imprese e la necessità di lavoratori per l’assistenza familiare lasciano intendere che il numero degli immigrati continuerà ad aumentare”. Caritas e Migrantes ritengono che “bisogna abituarsi a questo aumento” e non “lasciarsi prendere dal panico”. “Può essere d’aiuto a tal fine – aggiungono – pensare che il futuro che ci può attendere è già presente in altri paesi: gli immigrati hanno un’incidenza del 10% negli Stati Uniti, del 16% in Canada e del 20% in Svizzera e in Canada”.

“Il vero problema, quindi – si legge nel Dossier – non è il numero degli immigrati”, bensì “la mancanza di politiche che riescano ad essere inclusive nei confronti delle persone delle quali si ha bisogno. Va, perciò, sostenuto e potenziato l’impegno per una adeguata programmazione dei flussi, anche in collaborazione con i paesi di origine, e per l’integrazione socio-culturale degli immigrati”. Senza questo obiettivo ed orientamento, “la politica migratoria perde due dei suoi fondamentali cardini ed è condannata a risultare inefficace”. Caritas e Migrantes chiedono infine che si arrivi ad una “realistica presa in considerazione dei termini della questione” e in particolare affermano la necessità di tenere presenti “i bisogni delle famiglie e delle aziende, la conseguente programmazione dei flussi, meccanismi di collocamento più agibili, misure di sostegno dell’integrazione e un minimo di solidarietà a livello globale nei confronti di paesi dallo sviluppo debole”. Il Dossier sottolinea inoltre l’importanza di informare “adeguatamente” i cittadini, sugli esatti termini del problema: si “eviterebbe così il rischio di una xenofobia incosciente, pensando a una invasione quando invece si tratta di flussi funzionali alle nostre necessità”.Sir