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IMMIGRAZIONE: CONVEGNO CEI, IN ITALIA QUATTRO COLF SU CINQUE SONO STRANIERE

Nel nostro Paese quattro colf su cinque sono straniere: il “popolo” delle collaboratrici domestiche ammonta,infatti, ad almeno 500mila persone, di cui meno di 100mila sono italiane. A fornire i dati è stato oggi Francesco Di Maggio, responsabile dell’Osservatorio sui flussi migratori dell’Inps, intervenuto oggi al 4°seminario su “Vangelo, lavoro e immigrazione”, promosso dall’Ufficio Cei per i problemi sociali e il lavoro, in collaborazione con la Caritas Italiana e la Fondazione Migrantes.

“In Italia – ha detto Di Maggio presentando una ricerca su “immigrazione e collaborazione domestica” svolta dall’Inps in collaborazione con il “Dossier” Caritas-Migrantes sull’immigrazione – in particolare negli ultimi decenni è andato aumentando il bisogno di assistenza nelle famiglie, anche a causa del maggior ruolo lavorativo delle donne, passate dalla linea di impegno ‘casalinga-madre-moglie’ a quella ‘lavoratrice-madre-moglie’. A ciò si aggiunge la maggior domanda di assistenza esterna sviluppatasi, nel contesto del generale invecchiamento della popolazione, specialmente da parte di chi vive privo di rete familiare: ciò avviene per gli ultrasessantacinquenni in 5 casi su 5″.

Anche se solitamente si parla di donne, in un quinto dei casi si tratta di maschi: “Tra gli immigrati dall’Est Europa e dall’America Latina i maschi, nel settore della collaborazione domestica, non raggiungono neppure il 10%; ma i filippini salgono al 25%”. In crescita il ricorso alle badanti: “Si è calcolato che il ricorso a una badante, come alternativa al ricovero – ha informato Di Maggio – sia fonte di risparmio di 200 euro al mese per ogni persona assistita: rapportato ad almeno 100mila persone a livello nazionale, il risparmio per le famiglie sarebbe di 24° milioni di euro”. Presenti in grande numero e disponibili alla tutela delle famiglie italiane, ma anch’esse bisognose di tutela: è l'”identikit” delle colf immigrate, che in Italia – ha detto Di Maggio – devono fare i conti col fenomeno del “sommerso”, vista l'”incostanza retributiva” delle famiglie italiane nel garantire loro l’assistenza contributiva necessaria. Si tratta, in alte parole del “fenomeno carsico” per cui la contribuzione degli immigrati “scompare e riappare nel corso della loro permanenza in Italia”: oltre ai datori di lavoro che interrompono il pagamento ci sono quelli cyhe hanno sempre evaso questo obbligo.

Per quanto riguarda il ruolo delle colf, l’indagine Inps sottolinea che è diventato molto più “polivalente” rispetto al passato: “Le colf – si legge infatti nel rapporto – non si occupano solo di curare la cacsa o preparare i cibi ma, avendo spesso un elevato grado di istruzione ed essendo non di rado poliglotte, operano come educatrici, insegnanti di lingua, assistenti agli anziani e ai malati”.

Tra le colf straniere, prevalgono oggi quelle che provengono dall’Europa dell’Est: sono circa 268mila, pari al 55% del totale. Al primo posto figura l’Ucraina (con più di 100mila addette), 20miolainpiùrispetto alla Romania, cinque volte di più rispetto alla Polonia. L’Asia è rappresentata con 81milapersone e l’America latina con 72mila (rispettivamente il 17% e il 15% del totale),mentre all’Africa spetta un decimo degli addetti (49mila). Quanto alla distibuzione geografica, risulta capillare su tutto il territorio: il 47% si trova a Nord (231mila), il 34% al Centro (169mila) e il 19% al Sud (91mila).Il “picco” di presenze si ha nel Lazio (con 112milapresenze) e in Lombardia (94mila). Sir