Circa un migliaio di clandestini sono sbarcati a Lampedusa negli ultimi due giorni, perché “a motivo delle belle giornate c’è stata una concentrazione massiccia di arrivi”, spiega al Sir Germano Garatto, dell’ufficio immigrazione della Caritas italiana, “ma a livello numerico siamo nella norma”. “Quando il clima peggiorerà, l’esodo rallenterà dice -. Ogni anno attraverso quelle frontiere arrivano dai 12 ai 15.000 immigrati. E non dimentichiamo che gli ingressi più numerosi di clandestini sono attraverso le frontiere terrestri”. A suo avviso il fenomeno migratorio “non potrà essere gestito solo dall’Italia, perché per rimuovere le cause servono riforme strutturali del commercio internazionale”. Però “la pressione alle frontiere potrebbe diminuire” tornando ad esempio alla “strategia aggiuntiva positiva della precedente legge Turco-Napolitano”. “Se queste persone potessero, su cauzione, usufruire di un periodo di sei mesi per cercare lavoro in Italia afferma Garatto -, la pressione diminuirebbe e si eviterebbero tante tragedie del mare. Ancora meglio se le quote fossero più ampie e rispondenti al bisogno degli imprenditori e degli agricoltori”. Inoltre, aggiunge, bisognerebbe “favorire la circolazione delle persone in Europa, dividendosi un po’ l’onere tra i Paesi. L’Italia chiede una responsabilità concreta. Ma in Europa ci ascoltano poco perché temono che si inneschi una solidarietà che impedisca ai governi di gestire il fenomeno in maniera autonoma”. Inoltre, osserva Garatto, per far funzionare gli accordi bilaterali tra i Paesi “ci vuole tempo”: “E’ abbastanza ingenuo pensare che funzionino con la rapidità che si aspetta l’opinione pubblica. I mezzi di appoggio al Paese che vuole collaborare nel controllo dei flussi non si trasferiscono dall’oggi al domani, sia a livello finanziario che a livello logistico. Un conto è che i leader politici si parlino, un conto è mettere in moto tutto l’iter ministeriale. L’abbiamo visto con l’Albania, c’è voluto quasi un anno per rendere operativo il trattato”.Sir