Italia

IMMIGRAZIONE; CARITAS E COMUNI ITALIANI: DIRITTO AL VOTO E CITTADINANZA ATTIVA PER GLI STRANIERI

“La partecipazione degli stranieri tramite il voto o la creazione di strutture di rappresentanza è uno degli elementi fondamentali di inclusione degli stranieri nella vita pubblica del paese”. Lo ha ribadito oggi a Roma mons. Vittorio Nozza, direttore della Caritas italiana, presentando il volume “Immigrati e partecipazione. Dalle consulte e dai consiglieri aggiunti al diritto di voto”.

La Caritas ha pubblicato il volume per fare il punto sulla partecipazione degli immigrati attraverso le recenti esperienze delle consulte e dei consiglieri aggiunti, che hanno diritto di parola (ma non di voto) in numerosi consigli comunali. Ma anche per fare un parallelo tra la situazione italiana e quella degli altri Paesi europei in materia: “Nell’Ue la maggioranza degli Stati concede il diritto di voto agli stranieri residenti da un certo numero di anni – ha ricordato don Nozza -. Fanno eccezione solo Italia, Germania, Austria, Grecia, Lussemburgo e Francia. Non siamo d’accordo con chi pensa che il voto sia l’ultimo bastione per salvarci come italiani, mantenendo la differenza fra nazionali e stranieri. E’ irresponsabile e arcaico gridare che Annibale è alle porte. Le migrazioni impongono di ripensare il sistema di convivenza anche per superare paure e pregiudizi. Chi vive e lavora qui da anni, avendo dei doveri, ha il diritto di partecipare alla vita pubblica del Paese”.

Pareri condivisi anche dai comuni italiani, favorevoli in maggioranza al diritto di voto amministrativo per gli immigrati, tanto da pensare – come ha annunciato Fabio Sturani, presidente dell’Anci, associazione che rappresenta gli 8102 comuni italiani – “ad una proposta di legge ordinaria, a nostro avviso possibile senza dover modificare la costituzione”. Le sette proposte di legge attualmente presentate prevedono infatti una modifica dell’art.48 della Costituzione. Sir