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IMMIGRAZIONE: ASSOCIAZIONI CATTOLICHE, VOGLIAMO LEGGE GIUSTA E RISPETTOSA DIGNITÀ UMANA

“Non servono muri da scavalcare ma solo una legge giusta potrà davvero rendere più sicuri i cittadini”. E’ quanto affermano oggi in un appello congiunto Acli, Caritas italiana, Centro Astalli, Comunità di S.Egidio, Fondazione Migrantes, a proposito del cosiddetto “pacchetto sicurezza” attualmente all’esame della Camera dei deputati. Le associazioni cattoliche, rivolgendosi al governo e ai parlamentari, chiedono “soluzioni legislative che sappiano coniugare la tutela degli interessi dello Stato con il rispetto della dignità umana. La sicurezza dei cittadini, delle loro famiglie e dello Stato è infatti un bene prezioso che va perseguito con responsabilità e gestito con misura”. Gli organismi cattolici esprimono “viva apprensione per alcune norme che, se approvate, influiranno negativamente sulla vita e la dignità delle persone e persino sul bene della sicurezza che intenderebbero tutelare”. Pur esprimendo “soddisfazione” per lo stralcio di previsioni che limitavano l’accesso a servizi fondamentali come la salute e l’istruzione (attraverso i cosiddetti “presidi-spia”o “medici spia”), secondo le associazioni nel testo “continuano a permanere previsioni che suscitano perplessità, come, fra le altre, l’introduzione del reato di clandestinità, inidoneo di per sé a sconfiggere il fenomeno dell’immigrazione irregolare e solo gravoso per l’andamento della giustizia”.Un reato di questo tipo, precisano le organizzazioni, “riproporrà la controversa questione già emersa per medici e presidi, in quanto potrebbe obbligare tutti i pubblici ufficiali e gli incaricati di pubblico servizio (fra cui impiegati pubblici, vigili urbani, insegnanti, infermieri, ecc…..) a denunciare uno straniero irregolare”. “Preoccupante” risulta anche “il divieto, per gli stranieri privi di permesso di soggiorno residenti in Italia, di effettuare atti di stato civile”, tra cui “l’impossibilità di contrarre matrimonio ovvero di dichiarare la nascita e di riconoscere i propri figli”. “Quest’ultima norma – sottolineano – oltre a poter indurre le madri a gravi pratiche e rischi abortivi, esporrebbe i bimbi, privi di identità, al pericolo di essere tolti ai genitori naturali, dichiarati in stato di abbandono e quindi avviati all’adozione”. Le associazioni si dicono contrarie anche alla “reintroduzione delle norme sull’allungamento della detenzione amministrativa all’interno dei Cie e sulle ronde cittadine che opportunamente erano state stralciate dal decreto legge sicurezza”. “La nostra società – concludono – avverte la necessità di avviare un processo di integrazione, ricostruzione e rafforzamento, ma richiede che questo avvenga attraverso un confronto sereno, aperto e paziente, senza sacrificare i diritti fondamentali delle persone”.Sir