Come cristiani ci sentiamo lacerati di fronte a tanti morti, per lo più giovani, in cerca solo di una vita migliore. Ci sentiamo interpellati come cittadini italiani ed europei dalle drammatiche immagini di profughi attaccati, con tutte le loro forze, alle reti per la pesca dei tonni, nel tratto di mare che separa l’Africa dall’Italia. E’ quanto si legge in un appello firmato dalla Fondazione Migrantes, dal Centro Astalli, dalla Comunità di Sant’Egidio, dalla Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, dalla Caritas Italiana e dalle Acli diffuso questa sera al termine di una veglia di preghiera nella basilica di Santa Maria in Trastevere in memoria delle vittime dei viaggi verso l’Europa, ossia dei migranti in fuga da guerre e povertà che perdono la vita durante i viaggi in mare o alle frontiere, promossa dalle 7 associazioni e presieduta dal card. Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio per i Migranti e gli Itineranti. Avvertiamo si legge nell’appello – come una domanda ineludibile i volti di uomini, donne e bambini, stremati e segnati da vicende e viaggi terribili e chiediamo a tutti coloro che hanno responsabilità istituzionali e a tutti gli uomini di buona volontà di rendere possibile politiche di solidarietà, di accoglienza e di rispetto verso i richiedenti asilo e i migranti. I firmatari dell’appello chiedono, inoltre, che venga attuata una politica lungimirante di cooperazione allo sviluppo, particolarmente verso l’Africa, che aiuti concretamente tanti giovani a rimanere nei loro Paesi per contribuire al loro sviluppo e si impegnano a mantenere vivo nella nostra società uno spazio di umanità dove si possa riconoscere e accogliere questi uomini e queste donne come fratelli e sorelle. Il documento ricorda che molte di queste persone che tentano di raggiungere l’Europa provengono da Paesi dell’Asia e dell’Africa e fuggono da gravi situazioni di diffusa insicurezza della vita. Li si chiama clandestini in maniera semplicistica e spesso non ci si sofferma a capire il loro vissuto di dolore e di sofferenza, e non gli si dà la comprensione, il rispetto e l’accoglienza che meritano. Le associazioni firmatarie dell’appello ricordano che nel Mediterraneo, dal 1 gennaio 1990 al 16 giugno 2008, sono morti 9.085 migranti mentre secondo altre stime altrettanti potrebbero essere periti durante il lungo viaggio prima dell’imbarco.Sir