Italia

IMMIGRAZIONE: AL VIA CAMPAGNA PER DUE LEGGI SU CITTADINANZA E DIRITTO AL VOTO

Due proposte di legge di iniziativa popolare, una di riforma dell’attuale normativa sulla cittadinanza, l’altra sul diritto di voto alle elezioni amministrative per le persone di origine straniera. E’ l’obiettivo della Campagna nazionale “L’Italia sono anch’io” presentata oggi a Roma e promossa, nel 150° anniversario dell’unità d’Italia, da 19 organizzazioni (Acli, Arci, Asgi-Associazione studi giuridici sull’immigrazione, Caritas Italiana, Centro Astalli, Cgil, Cnca-Coordinamento nazionale delle comunità d’accoglienza, Comitato 1° Marzo, Coordinamento nazionale degli enti locali per la pace e i diritti umani, Emmaus Italia, Federazione Chiese Evangeliche In Italia, Fondazione Migrantes, Libera, Lunaria, Il Razzismo Brutta Storia, Rete G2 – Seconde Generazioni, Sei Ugl, Tavola della Pace, Terra del Fuoco) e dall’editore Carlo Feltrinelli, che pubblicizzerà la campagna in tutte le librerie. Su oltre 5 milioni di persone di origine straniera, oltre 500.000 sono nati in Italia. Nonostante ciò, non sono considerati cittadini italiani: la legge attuale – basata sul principio dello ‘ius sanguinis’ e non dello ‘ius soli’ come negli Usa, dove chi nasce diventa automaticamente americano – stabilisce che solo al compimento del 18° anno d’età si ha un anno di tempo per richiedere la cittadinanza, iniziando un lungo percorso burocratico che può anche concludersi con un diniego. In un video messaggio lo scrittore Andrea Camilleri ha ricordato che “al Risorgimento italiano hanno partecipato giovani italiani e stranieri”: “A breve si profilerà la necessità di un secondo Risorgimento di rinascita – ha detto -. Mi auguro che gli italiani abbiano a fianco gli immigrati e i figli degli immigrati”. “Questi giovani, molti dei quali stanno facendo gli esami di maturità nelle scuole italiane – ha spiegato Graziano Delrio, sindaco di Reggio Emilia e presidente del Comitato promotore -, sono italiani di fatto ma non di diritto. E’ un’anomalia tipicamente italiana, perché non abbiamo voluto recepire la normativa europea”. Vera Lamonica, del sindacato Cgil, auspica che il tema dei “nuovi italiani diventi importante anche nel mondo del lavoro, dove lo sfruttamento degli stranieri porta ad un abbassamento delle tutele e dei diritti di tutti”. Per questo motivo la raccolta di firme (ne servono almeno 50.000) sarà portata anche nei luoghi di lavoro, oltre che nei tradizionali banchetti in piazza. Andrea Olivero, presidente delle Acli, ha ricordato che l’adesione dei cattolici “è in linea con una scelta già compiuta dalla Chiesa italiana durante le Settimane sociali dei cattolici a Reggio Calabria: una scelta che va sostenuta con iniziative coerenti, perché abbiamo dei doveri nei confronti dei minori nati in Italia ed un debito di riconoscenza verso tutti gli stranieri”.Olivero ha citato alcuni “piccoli/grandi ostacoli” che un minore straniero incontra sul suo cammino: a scuola (ogni cinque anni deve presentare il rinnovo del permesso di soggiorno), nello sport (gli stranieri non possono svolgere attività agonistica). “Sono tutti segni di separatezza, di esclusione – ha commentato -. La politica se ne renda conto, perché queste sono riforme a costo zero, che creano coesione sociale ed integrazione”. Lorenzo Trucco, dell’Asgi (Associazione studi giuridici sull’immigrazione), ha precisato che “si tratta di rovesciare la prospettiva: la cittadinanza non deve essere più un privilegio da elargire ma un diritto soggettivo”. Questa la proposta in sintesi: chi nasce in Italia da almeno un genitore legalmente presente da un anno è italiano; i bambini nati in Italia da genitori senza titolo di soggiorno o entrati entro il 10° anno di età possono diventare italiani se ne fanno richiesta entro due anni o dopo aver frequentato un ciclo scolastico; si abbassa il termine previsto per la “naturalizzazione” da 10 a 5 anni vissuti in Italia. La competenza spetterebbe ai sindaci. Per la proposta di legge sul diritto al voto nelle amministrative comunali, provinciali e regionali viene ripresa una bozza già elaborata dall’Anci (Associazione nazionale comuni italiani) nel 2005. Saranno depositate a settembre alla Corte di Cassazione, con sei mesi di tempo per la raccolta firme.Sir