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IMMIGRATI: PERMESSI PROVVISORI, SALE TENSIONE ITALIA-FRANCIA

(ASCA) – Potrebbe essere anticipato il vertice sull’emergenza migranti tra Italia e Francia. Il summit tra il presidente Nicolas Sarkozy, il premier Silvio Berlusconi e i ministri competenti dei due paesi è già fissato per il prossimo 26 aprile ma le polemiche tra Roma e Parigi rischiano di superare il livello di guardia. Una dichiarazione in particolare di Claude Gueant, ministro dell’ Interno di Parigi, che oggi incontrerà a Milano il suo omologo italiano Roberto Maroni, ha fatto salire la tensione: “I permessi di soggiorno temporanei italiani dati agli immigrati per motivi umanitari non escludono la possibilità che i migranti stessi siano respinti dalla Francia e rinviati in Italia”. Non solo. “Per il governo francese – sottolinea Gueant – sono necessari documenti di identità e, soprattutto, una giustificazione di risorse”. Cioé soldi a sufficienza (quantificati in almeno 65 euro al giorno) per essere autonomi sul territorio francese. La posizione della Francia colpisce al cuore l’idea italiana che con un permesso di soggiorno provvisorio della durata di sei mesi i tunisini avrebbero abbandonato la penisola per altri paesi europei, a iniziare dalla Francia, in cerca di ricongiungimenti famigliari. In questo modo, era la previsione del governo italiano, ci sarebbe stata l’europeizzazione dell’emergenza migranti auspicata dal ministro Maroni fin dall’inizio della crisi. Il ministero dell’Interno francese ha intanto inviato a tutti i prefetti una circolare in cui si sottolineano alcune regole molto rigide per l’ingresso in Francia da “un paese terzo membro dello spazio Schengen”. La nota spiega che gli immigrati provenienti da un altro paese europeo “possono effettuare in Francia soggiorni che non superino i tre mesi ma devono rispettare diverse condizioni: essere in possesso o di un documento di soggiorno valido emesso da uno Stato membro dello spazio Schengen e del proprio passaporto o di un’autorizzazione provvisoria di soggiorno valida, emessa da uno Stato membro, accompagnata da un documento di viaggio emesso dallo stesso Stato membro”. “In ognuna di tali ipotesi, questi titoli di soggiorno e autorizzazioni provvisorie di soggiorno – spiega la circolare ai prefetti – sono accettabili soltanto se notificati alla Commissione europea dallo Stato che li ha emessi”. Oltre ai documenti, gli stranieri interessati devono “giustificare di avere risorse sufficienti e di non rappresentare con la loro presenza in Francia una minaccia per l’ordine pubblico”. Nel caso gli stranieri non rispettino queste condizioni, la nota indica in modo perentorio la soluzione: “vengono riconsegnati allo Stato membro di provenienza”. “C’é un atteggiamento di ostilità della Francia nei confronti dell’Italia”, aveva detto ieri Maroni nella sua informativa alla Camera e al Senato. L’ostilità – ha spiegato il ministro dell’Interno – sta nel fatto che Parigi continua a puntualizzare le regole da rispettare per la libera circolazione nell’area dei paesi che hanno firmato il Trattato di Schengen mentre si tratta di affrontare l’emergenza in modo congiunto. Il ministro degli Esteri Franco Frattini puntualizza che il problema non è però quello di creare un caso nelle relazioni tradizionalmente molto buone tra Italia e Francia: “Bisogna piuttosto creare le condizioni per lavorare insieme sul fronte dell’emergenza migranti”. La linea del governo ottiene intanto il plauso del presidente Giorgio Napolitano sull’accordo siglato con gli enti locali per fronteggiare l’emergenza immigrati. Il capo dello Stato ha incontrato ieri il premier Silvio Berlusconi, il ministro Maroni, i rappresentanti delle Regioni, delle Province e dei Comuni italiani che gli hanno esposto l’intesa raggiunta. Al termine dell’incontro, un comunicato del Quirinale ha espresso il vivo apprezzamento per la collaborazione e la solidarietà tra governo ed enti locali. Nella stessa nota si auspica “un maggiore senso di responsabilità e coesione” da parte delle istituzioni e dei paesi dell’Unione europea di fronte all’ondata migratoria. Un monito interpretato anch’esso come sostegno alla linea seguita fin qui dal governo e auspicio affinché le frizioni tra Italia e Francia siano superate.