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Immigrati, l’intervento di Cé alla Camera
ELETTRA DEIANA. Incombe!
ALESSANDRO CÈ. Lo avvertono nelle grandi città, come lo avvertono nei piccoli paesi, dove il numero degli immigrati residenti è aumentato di tre, cinque volte negli ultimi due o tre anni, sfiorando ormai il 5, 10 per cento della popolazione, stravolgendo equilibri sociali consolidati. D’altronde, basta parlare con la gente e circolare per le nostre strade – quello che lei, signor ministro, non fa a sufficienza – per constatare il continuo aumento di criminalità e di prostituzione di extracomunitari che vivono di espedienti. Quindi, dopo le sanatorie della sinistra, per le quali chi c’era, c’era e veniva sanato, il numero di immigrati è continuamente aumentato, attraverso l’arrivo in massa di clandestini. In questo senso, nulla è cambiato. Ci spiace che se ne vada, signor ministro.
BEPPE PISANU, Ministro dell’interno. Per esigenze non delegabili!
ALESSANDRO CÈ. Per il rispetto che ha nei confronti del Parlamento, forse!
PRESIDENTE. Onorevole collega…
ALESSANDRO CÈ. In questo senso, nulla è cambiato.
PRESIDENTE. Onorevole collega, qui c’è il sottosegretario per l’interno, il ministro per i rapporti con il Parlamento, due sottosegretari. Non ho i poteri…
ALESSANDRO CÈ. È una vergogna, Presidente! È una vergogna! Siamo qui a fare un dibattito importante sull’immigrazione. L’avete voluto voi. Il ministro dell’interno, chiaramente, esce perché non gli vanno bene le parole della Lega. Ma che ministro è (Commenti dei deputati del gruppo di Rifondazione comunista)?
FAUSTO BERTINOTTI. Chiedi le dimissioni!
PRESIDENTE. Onorevole Cè, lei risponde esattamente delle parole che sta dicendo. Sono talmente eloquenti le sue parole, che non ritengo opportuno replicare. Si documentano da sole.
ALESSANDRO CÈ. Cosa vuol dire: si documentano da sole? Presidente, ci spieghi meglio. Le forze politiche hanno tutto il diritto di esprimere fino in fondo le loro convinzioni, Presidente della Camera (Commenti del deputato Boato)!
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, vi prego! Lasciate continuare l’onorevole Cè. Onorevole Boato, la richiamo all’ordine! Non mi complichi la situazione! L’onorevole Cè sta parlando e ha diritto di non essere interrotto.
ALESSANDRO CÈ. Le chiedo di scorporare il tempo che abbiamo perso, Presidente!
PRESIDENTE. Sì, onorevole Cè, come sempre.
ELETTRA DEIANA
. Cè, facci sognare!
ALESSANDRO CÈ. In questo senso nulla, è cambiato. La legge Bossi-Fini, che prevede che si abbia un contratto di lavoro per entrare regolarmente nel nostro paese, non è stata minimamente applicata. Si comprende – è evidente – che esistono macchine organizzative, come la Caritas, in piena azione (Commenti di deputati del gruppo della Margherita, DL-l’Ulivo). Si avverte che sono coinvolte diffusamente le parrocchie, trasformate spesso in agenzie di collocamento per badanti e lavoro in nero (Una voce: «È una vergogna»!). Vergognati tu!
PRESIDENTE. Colleghi …
ALESSANDRO CÈ. … dopo che per 200 anni era stata considerata anticristiana. La Chiesa che abbandona la sua stessa tradizione (Commenti del deputato Boato) …
MARCO BOATO. Lo stiamo ascoltando!
PIETRO TIDEI. Allora esci dalla maggioranza!
ALESSANDRO CÈ. Stai zitto!
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, vi prego, l’onorevole Cè sta terminando il suo intervento.
ROLANDO NANNICINI. Parla, parla!
ALESSANDRO CÈ. Noi parliamo perché abbiamo qualcosa da dire, non siamo servi come voi! Come dicevo, le auguro miglior fortuna, ma per il bene dei cittadini, signor ministro, cambi mestiere (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania)!
(Fonte: Camera dei Deputati)