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Immigrati, l’intervento di Cé alla Camera

ALESSANDRO CÈ. Signor Presidente, signor ministro dell’interno, onorevoli deputati, avremmo disertato volentieri questo dibattito, questo rituale inutile e ripetitivo, orchestrato solo per emarginare la Lega, per fare un regalo alla sinistra, voluto dal Presidente della Camera, dal ministro Pisanu e da chi la pensa allo stesso modo all’interno della maggioranza sul tema dell’immigrazione, per rendere tangibile la solidarietà consociativa di Fassino e compagni. La solidarietà verso il ministro dell’interno proviene da quella stessa opposizione che votò compattamente contro la legge Bossi-Fini, che ancora oggi definisce indegna. È una solidarietà che sottintende chiaramente la volontà di cogestire la politica dell’immigrazione con una parte della maggioranza. Abbiamo deciso di partecipare al dibattito, perché siamo stanchi dell’ipocrisia degli esponenti politici che lo hanno voluto, per dire loro, direttamente, che il loro gioco deve finire e per svelare il loro vero fine. I dati che lei ha fornito, ministro Pisanu, sono lontani mille miglia dalla verità. Al massimo possano rispecchiare il numero di quanti hanno chiesto lo status di rifugiato politico o l’asilo nel nostro paese. È certamente difficile conoscere il numero dei clandestini, perché questi non vanno certamente ad autodenunciarsi alla polizia. Ma, i cittadini avvertono che il numero degli immigrati aumenta velocemente ed esponenzialmente.

ELETTRA DEIANA. Incombe!

ALESSANDRO CÈ. Lo avvertono nelle grandi città, come lo avvertono nei piccoli paesi, dove il numero degli immigrati residenti è aumentato di tre, cinque volte negli ultimi due o tre anni, sfiorando ormai il 5, 10 per cento della popolazione, stravolgendo equilibri sociali consolidati. D’altronde, basta parlare con la gente e circolare per le nostre strade – quello che lei, signor ministro, non fa a sufficienza – per constatare il continuo aumento di criminalità e di prostituzione di extracomunitari che vivono di espedienti. Quindi, dopo le sanatorie della sinistra, per le quali chi c’era, c’era e veniva sanato, il numero di immigrati è continuamente aumentato, attraverso l’arrivo in massa di clandestini. In questo senso, nulla è cambiato. Ci spiace che se ne vada, signor ministro.

BEPPE PISANU, Ministro dell’interno. Per esigenze non delegabili!

ALESSANDRO CÈ. Per il rispetto che ha nei confronti del Parlamento, forse!

PRESIDENTE. Onorevole collega…

ALESSANDRO CÈ. In questo senso, nulla è cambiato.

PRESIDENTE. Onorevole collega, qui c’è il sottosegretario per l’interno, il ministro per i rapporti con il Parlamento, due sottosegretari. Non ho i poteri…

ALESSANDRO CÈ. È una vergogna, Presidente! È una vergogna! Siamo qui a fare un dibattito importante sull’immigrazione. L’avete voluto voi. Il ministro dell’interno, chiaramente, esce perché non gli vanno bene le parole della Lega. Ma che ministro è (Commenti dei deputati del gruppo di Rifondazione comunista)?

FAUSTO BERTINOTTI. Chiedi le dimissioni!

PRESIDENTE. Onorevole Cè, lei risponde esattamente delle parole che sta dicendo. Sono talmente eloquenti le sue parole, che non ritengo opportuno replicare. Si documentano da sole.

ALESSANDRO CÈ. Cosa vuol dire: si documentano da sole? Presidente, ci spieghi meglio. Le forze politiche hanno tutto il diritto di esprimere fino in fondo le loro convinzioni, Presidente della Camera (Commenti del deputato Boato)!

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, vi prego! Lasciate continuare l’onorevole Cè. Onorevole Boato, la richiamo all’ordine! Non mi complichi la situazione! L’onorevole Cè sta parlando e ha diritto di non essere interrotto.

ALESSANDRO CÈ. Le chiedo di scorporare il tempo che abbiamo perso, Presidente!

PRESIDENTE. Sì, onorevole Cè, come sempre.

ELETTRA DEIANA

. Cè, facci sognare!

ALESSANDRO CÈ. In questo senso nulla, è cambiato. La legge Bossi-Fini, che prevede che si abbia un contratto di lavoro per entrare regolarmente nel nostro paese, non è stata minimamente applicata. Si comprende – è evidente – che esistono macchine organizzative, come la Caritas, in piena azione (Commenti di deputati del gruppo della Margherita, DL-l’Ulivo). Si avverte che sono coinvolte diffusamente le parrocchie, trasformate spesso in agenzie di collocamento per badanti e lavoro in nero (Una voce: «È una vergogna»!). Vergognati tu!

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, vi prego di non interrompere l’onorevole Cè! L’onorevole Cè ha diritto di parlare, come tutti gli altri in questa Camera, per cui vi prego: chi dissente e vuole uscire, esca. Quello che interessa alla Presidenza è assicurare a tutti di poter parlare. Per cui, vi prego.

ALESSANDRO CÈ. Si è approvata la legge Bossi-Fini perché non era più accettabile passivamente la logica illuministica per la quale l’occidente rappresenta e si concreta in una serie di valori che prescindono dalla terra, dagli uomini che la abitano, dalla loro storia e dalla loro identità. Al massimo, le idee illuministiche – la democrazia sociale, eccetera – rappresentano il pensiero occidentale e non l’occidente, che è fatto da uomini in carne ed ossa, che hanno coltivato e difeso la loro terra per secoli, che hanno una loro storia, che hanno le loro tradizioni e intendono mantenerle integre. Ai cittadini non interessa che l’occidente diventi il mondo, attraverso l’introduzione del pensiero unico, cioè delle «regolette» illuministiche che, se imparate a memoria, ti garantiscono la patente di occidentale anche se provieni dal centroafrica o dall’estremo oriente. Il cittadino – il cittadino! – è interessato a che accanto alle «regolette» illuministiche dell’occidente ci sia il rispetto per lui, per le sue cose, per le sue tradizioni! Chiede, in altre parole, universalismo, cioè unione nelle diversità, e non il colonialismo globale del pensiero unico (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania). Evidentemente, qui in aula, anche fra i partiti alleati, ci sono versanti differenti e differenti sensibilità. C’è chi sta con il popolo e c’è chi sta con il palazzo illuminista, cioè con il colonialismo ammantato di buonismo. Noi stiamo con il popolo. La Lega sta con il popolo! Questa vicenda dell’immigrazione è paradigmatica della storia politica. Il popolo elegge i partiti per difendere i propri interessi e viene sistematicamente tradito perché lor signori – e per lor signori intendo dire alcuni all’interno della maggioranza, compreso il ministro Pisanu – si appellano alle «regolette» illuministiche. È una partita a cui partecipa anche la Chiesa, purtroppo: non a caso, Presidente Casini, si fa questo dibattito. La Chiesa che, con il Concilio Vaticano II ha cambiato radicalmente giudizio sulla modernità (Commenti), considerandola improvvisamente cristiana …

PRESIDENTE. Colleghi …

ALESSANDRO CÈ. … dopo che per 200 anni era stata considerata anticristiana. La Chiesa che abbandona la sua stessa tradizione (Commenti del deputato Boato)

PRESIDENTE. Onorevole Boato, io voglio assicurare la possibilità a tutti soprattutto di attaccare il Presidente della Camera, quando lo ritengono. Per cui la prego di stare zitto e di far parlare l’onorevole Cè.

MARCO BOATO. Lo stiamo ascoltando!

PRESIDENTE. Questa è la democrazia, per chi sa che cos’è la democrazia! Onorevole Cè, continui.

ALESSANDRO CÈ. La Chiesa abbandona la sua stessa tradizione finendo per perdere l’occidente, il baluardo europeo; la Chiesa dimentica l’universalismo per passare al dio unico della globalizzazione, al sincretismo illuminista. Questi sono i veri motivi dell’odierno dibattito: riaffermare la supremazia dell’ideologia illuminista sulla tradizione, sui diritti dei popoli. Lei, signor ministro, non pretenderà certo che noi crediamo alle «favolette» che è venuto a raccontarci. Ricordi che il popolo è contro il palazzo illuminista, è contro le vostre scelte e noi faremo di tutto per rappresentarlo degnamente. Caro Presidente Casini, caro ministro, c’è una legge da rispettare, altro che chiacchiere inutili, altro che trovare alibi per i falsi caritatevoli che si riempiono le tasche di quattrini con l’immigrazione! Vi è il Protocollo di Palermo, che considera il trasporto di clandestini alla stregua dello schiavismo – Protocollo di Palermo che non è ancora stato ratificato – e lei, invece, signor ministro, cosa fa? Propone alle forze di polizia di preparare il caffelatte ai capibastone e agli scafisti che trasportano i clandestini? Ogni giorno, i cittadini vedono in televisione lo spettacolo desolante di un paese che non sa difendere i propri confini e la legalità (Commenti dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l’Ulivo)! Questo è un segno tangibile del fallimento della sua azione di Governo. Mi auguro che il Presidente Berlusconi, in virtù del coordinamento previsto dalla legge Bossi-Fini, nomini un commissario straordinario perché purtroppo, lei, signor ministro, non è assolutamente all’altezza della situazione. Le auguro miglior fortuna…

PIETRO TIDEI. Allora esci dalla maggioranza!

ALESSANDRO CÈ. Stai zitto!

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, vi prego, l’onorevole Cè sta terminando il suo intervento.

ROLANDO NANNICINI. Parla, parla!

ALESSANDRO CÈ. Noi parliamo perché abbiamo qualcosa da dire, non siamo servi come voi! Come dicevo, le auguro miglior fortuna, ma per il bene dei cittadini, signor ministro, cambi mestiere (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania)!

(Fonte: Camera dei Deputati)