Prato

Immigrati, la Chiesa sale sul camper

di Emanuela PietraroiaMigranti per andare incontro ai migranti. L’Ufficio per la Pastorale dei Migranti si è già attrezzato e con il prossimo anno si trasferirà su di un camper con la precisa intenzione di andare a cercare gli stranieri lì dove sono soliti incontrarsi. Con la Giornata nazionale dei Migranti, questa domenica 21 novembre, l’iniziativa del camper itinerante si collega in una opportuna concomitanza. «Secondo lo stile dei discepoli di Emmaus – spiega don Alessandro Cecchi, direttore dell’Ufficio e promotore dell’iniziativa del camper – vogliamo scoprire Cristo nel quotidiano». Andare nei luoghi che gli stranieri frequentano, senza aspettare che siano questi a recarsi nell’Ufficio. Intanto sono i migranti ad essere invitati alla celebrazione eucaristica del 21 novembre alle 16 nella chiesa di San Francesco. Un saluto alle 15 del Vescovo, mons. Simoni, precederà l’Eucarestia, celebrata da don Petre Tamas. Dal tema della Giornata «Un mondo come una casa: dalla diffidenza all’accoglienza» nasce la riflessione di don Petre Tamas, coordinatore delle cappellanie per gli immigrati: «La presenza degli stranieri tra noi non è ancora ben assimilata e nemmeno ben tollerata. In alcuni casi, come quando gli stranieri commettono dei reati, il rifiuto è giustificabile come pure la domanda di legalità e la difesa dell’ordine pubblico sono più che legittimi». Al di là di queste circostanze permane nella gente un senso di diffidenza e di timore, che i cristiani sono chiamati a superare: «Innanzitutto gli immigrati cristiani stanno già portando un’iniezione di vitalità e di generosità nelle nostre parrocchie e nei nostri luoghi di culto. Penso a alcune celebrazioni vissute con la comunità filippina, molto fervente, profondamente cattolica e a celebrazioni solenni di comunità latino-americane, come i peruviani». A proposito poi delle comunità immigrate non cristiane don Petre aggiunge: «Nel confronto che siamo tenuti ad avere con le altre religioni e culture, quanto c’è ancora della forza evangelizzatrice che avevano i primi cristiani?». Superare la paura dello straniero significa eliminare i pregiudizi e accogliere l’immigrato come protagonista della nostra realtà: «Dal voler ascoltare le proposte e dare voce agli immigrati – spiega Elisabetta Parinello, segretaria dell’Ufficio per i Migranti – è nata l’idea di distribuire un questionario al termine della messa, con l’intenzione di chiedere come vorrebbero la Chiesa e cosa si aspettano da essa». In un’assemblea prima di Natale saranno raccolte poi tutte le istanze emerse dal questionario. Lasciarsi interrogare dalla presenza degli immigrati nella nostra città è una necessità urgente: «Il continuo bussare alle nostre porte – sollecita suor Roxana Castro, originaria dell’Argentina e impegnata nell’équipe per la pastorale dei Migranti – non mette a dura prova la nostra capacità di ascolto e di accoglienza?» Una Giornata che mette al centro i migranti, ma che chiama in causa tutti: «Non ho paura a dire – continua suor Roxana – che forse il Signore ci sta guidando con forza ad accogliere la “possibilità” di salvezza che ci viene da questi popoli».