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IMMIGRATI: ITALIA E FRANCIA D’ACCORDO. IN EUROPA NUOVE REGOLE

(ASCA) – Sulla libera circolazione in Europa, soprattutto in chiave immigrazione, Italia e Francia sono d’accordo ed ai massimi livelli: occorre “adottare nuove misure”, prime fra tutte una modifica del Trattato di Schengen. Come prevedibile il vertice italo-francese di stamane tra Sarkozy e Berlusconi ha dedicato molto spazio al tema dell’immigrazione, alla luce anche dei contrasti sulla concessione ai cittadini tunisini del permesso di soggiorno temporaneo da parte di Roma. Una convergenza di vedute messa per iscritto in un messaggio comune inviato a Herman Van Rompuy, presidente del Consiglio Europeo e a José Manuel Barroso, presidente della Commissione Europea “in merito al Trattato di Schengen e ai femomeni migratori”. Ma il vertice di Roma ha fatto registrare anche una sorta di ‘ammissioné da parte italiana sul contestato carico negli sforzi di accoglienza. E’ stato lo stesso Berlusconi, infatti, ad affermare che l’accoglienza di immigrati da parte della Francia “è cinque volte superiore a quella dell’Italia. La Francia ogni anno accoglie 50 mila migranti. – ha quantificato Berlusconi – L’Italia una media di 10 mila. Di questo siamo consapevoli e da parte nostra non c’è nessuna volontà di accusare la Francia di inadempienze”. Chiarito un punto molto a cuore al governo francese, Berlusconi ha, quindi, spiegato che “nessuno di noi vuole negare Schengen ma in condizioni eccezionali crediamo possano esserci variazioni su cui lavoriamo insieme”. “Variazioni” che lo stesso presidente Sarkozy ha indicato come “una riforma” così come si è fatto per “il mercato europeo”. “Chi rifiuta l’evoluzione del Trattato – ha poi precisato il capo dell’Eliseo – è come se rifiutasse Schengen”. La lettera all’Europa di Italia e Francia parte proprio dalla constatazione che “da qualche mese le pressioni alle frontiere esterne comuni stanno provocando delle conseguenze per l’insieme degli Stati membri dell’Unione Europea” e che la situazione migratoria nel Mediterraneo “potrebbe rapidamente trasformarsi in una vera e propria crisi in grado di minare la fiducia che i nostri concittadini ripongono nella libera circolazione all’interno dello spazio Schengen”. Da qui la richiesta perché l’Unione Europea “ridefinisca le sue relazioni con i Paesi terzi, in particolare quelli della sponda sud del Mediterraneo” e riveda, nel contempo, “in profondità la sua normativa interna”. “Siamo convinti – aggiungono Sarkozy e Berlusconi nella lettera comune – che la priorità principale per l’Unione Europea sia quella di raggiungere in maniera molto rapida un accordo globale con suoi vicini della sponda sud del Mediterraneo. L’Unione deve assicurare un sostegno forte e, se necessario, straordinario a questi Paesi, mettendo al primo posto quelli che hanno scelto la via della democrazia”. Richieste che hanno trovato, nel giro di poche ore, una solerte risposta da parte di Bruxelles. Il portavoce della Commissione europea Olivier Bailly ha, infatti, chiarito che da parte europea si può “precisare le condizioni” per applicare la reintroduzione, in modo temporaneo, dei controlli alle frontiere. Ma “non abbiamo intenzione di rivoluzionare nulla. Si tratta di contribuire a risolvere le differenze di interpretazione”, è stata la scarna ma chiara posizione di Bruxelles in tema di Trattato di Schengen.