Italia

Immigrati, integrazione nella legalità

di Giovanni SeminoLe migrazioni internazionali costituiscono un fenomeno complesso, di portata globale, in continua crescita. Governare i processi ad esse connessi costituisce una sfida decisiva, sia per i Paesi di partenza che per i Paesi di accoglienza, e le politiche migratorie rivestono un ruolo sempre più strategico nel quadro delle attività di governo.Di queste politiche, a conclusione del Corso di formazione in Diritto delle migrazioni promosso dalla Delegazione regionale della Caritas e dalla Delegazione regionale di Migrantes, hanno discusso a Firenze, mercoledì 22 febbraio, Anna Zucconi, responsabile dell’Ufficio stranieri della Caritas fiorentina, Paola Scevi, docente di Diritto delle Migrazioni nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e l’assessore provinciale alle politiche sociali Alessandro Martini.

Nell’occasione è stato presentato, presso la Sala Est Ovest della Provincia di Firenze sede del corso, il volume Diritto, immigrazione e lavoro, curato dalla professoressa Scevi, edito dalla Casa Editrice La Tribuna – Rizzoli. Il testo, di 445 pagine, ha per oggetto la disciplina del lavoro nell’ambito del diritto delle migrazioni, inserita nel panorama complesso delle politiche migratorie europee ed italiane, alla luce delle novità intervenute, nonché della giurisprudenza più significativa.

L’opera si rivolge principalmente a coloro che sono chiamati a confrontarsi con il tema dell’immigrazione per ragioni professionali o di studio o perché impegnati in un servizio di volontariato a favore degli immigrati. Dopo i ringraziamenti dei presenti agli altri docenti del corso, il Questore di Piacenza Piero Innocenti e padre Gianromano Gnesotto, scalabriniano, direttore dell’ufficio Migrantes della Diocesi di Piacenza, Anna Zucconi ha spiegato che «la legislazione italiana rende spesso complessa la lettura e l’interpretazione delle norme. Con un corpo docente alquanto singolare – ha proseguito – formato da un professore universitario, da un padre scalabriniano e da un Questore, ci siamo incontrati in questa sala per 5 settimane, provenendo tutti da realtà molto diverse, ma uniti dalla stessa sensibilità e dalla stessa convinzione: sentiamo infatti la necessità e l’urgenza di impegnarci per l’integrazione degli immigrati nel segno della legalità e nel rispetto dei loro diritti, convinti come siamo che una convivenza pacifica si costruisce solo se c’è il rispetto dei doveri e dei diritti della persona umana. Il lavoro è uno dei requisiti essenziali per ottenere la carta di soggiorno: lavoro e carta di soggiorno sono gli elementi che danno dignità agli stranieri non comunitari. Per questo è fondamentale una buona conoscenza della disciplina del lavoro, una materia complessa e delicata, tenendo presente che un’informazione approssimativa reca danno ai diretti interessati cioè ai lavoratori stranieri, e indirettamente alla società tutta».

«In Italia – ha confermato la Scevi – il legislatore, con la legge n.189 del 30 luglio 2002 la “Bossi-Fini”, ha evidenziato nel lavoro l’elemento di integrazione: il fulcro delle politiche migratorie italiane è la disciplina del lavoro e non la politica dei ricongiungimenti familiari come tutti noi auspichiamo. Non dobbiamo adagiarci su quella che è la disciplina attuale, ma dobbiamo anche diventare un laboratorio di idee per apportare cambiamenti a normative che evidenziano disparità di trattamento, considerato che in Europa siamo all’anno zero riguardo alle politiche migratorie».

«Questo è uno strumento davvero agile – ha detto Martini presentando il testo – utile e per certi versi coraggioso, con un’esposizione chiara e competente come è stata durante tutto il corso: non è facile avere chiarezza nell’affrontare certi delicati argomenti. Infatti per le istituzioni, il mondo del volontariato e terzo settore l’integrazione tra regole e accoglienza non solo è possibile ma sarà sempre più indispensabile».