Toscana

Immigrati in Toscana: presenza stabile al 10,6% e in tanti diventano italiani

Per la prima volta «l’immigrazione sul territorio della regione si ferma», con la maggioranza delle province che registra flessioni: Massa Carrara (-2%), Arezzo (-1,8%), Siena (-1,7), Pistoia (-1,2%), Lucca (-1,1%) e Pisa (-0,2%). È questo il dato nuovo che emerge dal Dossier Statistico immigrazione 2016, curato da Idos, in partenariato con la rivista «Confronti» e in collaborazione con l’Unar. Il Dossier è stato presentato a Roma e, in contemporanea, in tutte le regioni, lo scorso 27 ottobre.

Complessivamente gli stranieri residenti in Toscana, all’inizio del 2016, sono 396.219, solo lo 0,2% in più rispetto ai 395.573 dell’anno precedente. Questo, secondo Francesco Paletti e Federico Russo, che hanno curato i dati regionali, è accaduto sia per effetto della crisi economica che ha rallentato gli arrivi, sia per le crescenti acquisizioni di cittadinanza italiana: nel 2015 sono stati 13.159 gli immigrati residenti in Toscana che sono divenuti cittadini italiani (+81,8%), il dato più alto mai raggiunto nella nostra regione.

L’incidenza degli stranieri sul totale della popolazione residente rimane pari al 10,6% (media nazionale 8,3%). Il valore più elevato è quello di Prato (16%), seguita da Firenze (12,7%) che ospita il maggior numero di stranieri (32,4% del totale).

L’analisi dei permessi di soggiorno rilasciati ai circa 334mila stranieri non comunitari regolarmente presenti in Toscana porta a sottolineare da un lato come i lungosoggiornanti, non soggetti a rinnovi periodici del permesso, sono la maggioranza assoluta (61,2%) e, dall’altro, che quelli per motivi di asilo/umanitari sono il 27,2% dei quasi 18mila rilasciati per la prima volta nel 2015. Invece, a conferma delle ridotte opportunità occupazionali offerte dalla Toscana soltanto il 4,0% dei primi rilasci riguarda motivi di lavoro, mentre il 38,6% sono per motivi familiari.

In generale, a fine 2015 gli stranieri in possesso di un permesso di soggiorno a termine (ossia sottoposto a rinnovi periodici) erano circa 130mila (pari al 38,8%). Fra questi la quota dei richiedenti asilo e dei titolari di protezione internazionale o umanitaria, è molto limitata: si tratta, infatti, del 6,6% sul totale.

Nonostante le difficoltà del mercato occupazionale, la maggioranza dei permessi a termine rimane per lavoro (50,3%). I motivi familiari, invece, sono pari al 36,1%, mentre quelli di studio si fermano al 4,2%.

L’incidenza delle donne (53,9%) è leggermente superiore alla media nazionale (52,6%), che supera la soglia del 60% tra i residenti con 45 anni e oltre. In generale circa un quinto (20,9%) degli stranieri toscani ha meno di 18 anni mentre il 4,2% ha oltre 65 anni.

Per quanto riguarda le provenienze, ogni cento stranieri residenti, 55 sono europei, 23 asiatici, 15 africani e 7 americani. La Toscana continua a distinguersi per una marcata presenza di asiatici (15,6% contro il 9,1% dell’Italia) ed europei soprattutto dell’Europa centro-orientale (25,5% contro il 21,8%). La graduatoria delle principali collettività straniere ricalca, sostanzialmente, quella degli ultimi anni. La più numerosa è quella romena (83.943 persone, pari al 21,2% di tutti gli stranieri residenti), seguita da quelle albanese (66.548, 16,8%), cinese (46.052, 11,6%), marocchina (27.232, 6,9%) e filippina (13.163, 3,3%). Rispetto al 2014 l’aumento più significativo ha riguardato i cinesi (+6,0%) mentre le contrazioni più importanti si sono avute per gli albanesi (-5,2%) e per i marocchini (-2,3%), caratterizzati però da un maggiore dinamismo nelle acquisizioni di cittadinanza.

Appartenenza religiosa. Secondo la stima del Dossier, la metà (49,8%) degli immigrati «toscani» è cristiano: il 26,7% di confessione ortodossa, il 18% cattolica e il 4,5% protestante. I musulmani sono il 32,1%, in linea con la media nazionale. «La peculiarità della regione, però – scrivono i ricercatori –, rimane quella di una più diffusa presenza delle religioni orientali (3,4% contro una media dell’1,6% a livello italiano) e soprattutto di immigrati atei e agnostici, pari al 7,8% del totale (contro una media italiana del 4,5%), l’incidenza più alta a livello nazionale. I buddisti, invece, sono il 2,4%, gli induisti l’1,7% e gli ebrei lo 0,1%».

Denunce e reati. A fine 2014 in Toscana sono state presentate 26.730 denunce penali a carico di stranieri corrispondenti al 40,9% (31,4% la media nazionale) di tutte quelle con autore noto dello stesso periodo, con incidenza più elevata nelle province di Prato (58,3%), Firenze (51,1%) e Pisa (41,2%).

Emigrazione toscana. Anche nel 2015 i residenti toscani all’estero sono aumentati più degli immigrati registrati per la prima volta nelle anagrafi regionali. L’archivio Aire ne conta il 5,1% in più, 155.388 in totale. Un quarto (24,9%) è originario della provincia di Lucca, il territorio toscano che ha offerto il contributo maggiore all’emigrazione italiana; seguita da quella di Firenze (18,4%), Livorno (13,0%) e Massa Carrara (10,9%). Le destinazioni sono l’Argentina (13,3% di tutti gli iscritti all’Aire), il Brasile (11,1%), la Svizzera (9,4%), la Francia (8,4%) e il Regno Unito (7,8%). Il quadro delle partenze, però, cambia in modo sensibile se si guarda ai nuovi iscritti all’Aire per espatrio nel 2015, in tutto 5.504 persone: in questo caso, infatti, la graduatoria è guidata dalla provincia di Firenze (24,4% del totale), seguita da quella di Livorno (16,6%), uno dei territori toscani maggiormente colpiti dalla crisi. La Lucchesia, invece, occupa «solo» il terzo posto con il 13,2%. Nella maggior parte dei casi si tratta di giovani adulti. Il 53,7% delle persone registrate per espatrio nel 2015, infatti, ha fra i 18 e 44 anni.

Lavoro. Nel 2015 gli stranieri che hanno lavorato per almeno un giorno in Toscana sono stati 251.713. Oltre la metà opera nei servizi (143.310), seguiti dall’industria (71.401) e dall’agricoltura (17.852); più della metà degli occupati stranieri ha prestato la propria opera tra le province di Firenze (32,4%) e Prato (19,4%). L’incidenza degli stranieri sul totale degli occupati in regione è del 18,4%, valore più alto sia di quello del Centro Italia (16,1%) sia di quello medio nazionale (16,8%) e in lieve ma costante aumento rispetto agli anni passati. Valori più alti della media si registrano a Prato (30,1%), Firenze (20,7%) e Grosseto (19,8%).

Il flusso di rimesse inviate verso i paesi di origine si è attestato su 564 milioni di euro, 23 milioni in meno rispetto al 2014 e circa un terzo al di sotto delle cifre raggiunte nel biennio 2007-09; prosegue la contrazione a Prato (-18,2%). I non comunitari che hanno goduto di una pensione Ivs (invalidità, vecchiaia e superstiti) sono stati 2.579 (+11,3%), lo 0,3% delle pensioni erogate in regione, mentre le prestazioni assistenziali sono state 5.123 (+13,8%), il 2,6% del totale.