Toscana

Immigrati e mercato del lavoro

di Federico Russoredattore Dossier statistico immigrazione CaritasSecondo le analisi più recenti («La situazione economica della Toscana» Irpet/Unioncamere, 2006) il 2005 è stato un anno molto difficile per la Toscana: il PIL è addirittura diminuito dello 0,2% rispetto all’anno precedente.

Eccettuata la modesta crescita del 2004, la Toscana si trova in recessione dal 2002. Nell’ultimo anno la crisi ha colpito in modo generalizzato l’industria e l’agricoltura ed anche i servizi non hanno avuto esiti brillanti: in questo quadro di molte ombre fanno eccezione alcuni settori particolari come le costruzioni ed il turismo. In termini occupazionali la flessione del PIL ha causato una contenuta diminuzione della domanda di lavoro: l’industria nel complesso ha fatto registrare il calo più importante, mentre le costruzioni hanno continuato ad avere un andamento positivo.

Alla fine del 2005 in Toscana erano assicurate all’Inps 1.161.997 persone, e 148.534 risultavano nate fuori dai confini italiani: questo significa che nella nostra regione gli stranieri sono il 12,8% dei lavoratori assicurati, una percentuale un po’ più bassa della media italiana (14,4%). La maggioranza dei lavoratori stranieri della nostra regione proviene dai paesi extracomunitari (129.474): dopo cinque anni di costante aumento, nel 2005 il loro numero è rimasto sostanzialmente stabile (+571): senz’altro il vertiginoso aumento degli anni scorsi trova una parziale spiegazione nell’emersione del lavoro sommerso legato alla regolarizzazione, ma la frenata di quest’anno fa pensare che la crisi economica abbia toccato anche i lavoratori stranieri. I dati del censimento del 2001 avevano rivelato che gli stranieri sono più propensi degli italiani a lavorare nel settore primario (agricoltura, pesca ed estrazione) e nell’industria, settori probabilmente meno attraenti per gli italiani. Alla fine del 2005 il 50,1% dei lavoratori stranieri lavorava nei servizi, il 41,2% nell’industria, il 6,9% nel settore primario ed il restante 1,7% in attività non determinate: alla stessa data gli italiani lavoravano per il 59,4% nei servizi, per il 35% nell’industria e per il 3,8% nell’agricoltura. A distanza di cinque anni dal censimento la situazione non è cambiata: gli stranieri sono più propensi degli italiani ad occupare i posti di lavoro più pesanti. I settori specifici in cui l’incidenza degli stranieri è maggiore sono quelli ad alta intensità di lavoro: gli immigrati sono il 67% dei lavoratori familiari, il 24,5% di quelli impegnati nelle costruzioni e più del 20% anche nell’agricoltura, nell’industria tessile, e negli alberghi e ristoranti.

La Toscana è divisa in aree molto diverse tra loro per dimensioni e caratteristiche economiche, e per questo una analisi sul lavoro degli stranieri deve scendere fino al livello provinciale. Il 31% dei lavoratori stranieri assicurati all’Inail lavorano a Firenze; alle spalle del capoluogo c’è Prato, dove sono occupati ben il 18,1% degli assicurati. Tutte le altre province ospitano meno del 10% dei lavoratori stranieri: Arezzo ne ha il 9%, Siena l’8,1%, Pisa il 7,7%, Lucca il 7,2%, Livorno il 5,9%, Pistoia il 5,6%, Grosseto il 4,7% e Massa Carrara il 2,7%.

La distribuzione dei lavoratori stranieri è fortemente influenzata dalle dimensioni delle economie provinciali: non ha caso tra Firenze e Prato ospitano da sole la metà degli assicurati stranieri. Al contrario, calcolandone l’incidenza sul totale dei lavoratori possiamo sapere che ruolo giocano i lavoratori stranieri nelle singole economie provinciali. Come abbiamo già detto su 100 lavoratori toscani 12,8 sono stranieri: è possibile dividere le province tra quelle in cui l’incidenza degli stranieri è più alta o più bassa della media toscana.

Questo valore è più alto a Prato (17,5%), Arezzo (14,1%), Firenza (13,9%) e Grosseto (12,9%).

Valori più bassi della media regionale si trovano a Siena (12,4%), Pistoia (12,1%), Lucca (10%), Pisa (9,9%), Livorno (9,3%) e Massa Carrara (8,7%).

Alcune ricerche hanno aggiunto importanti elementi di conoscenza sull’argomento: in particolare, secondo l’Irpet («Immigrati in Toscana», Irpet, 2006) gli imprenditori stranieri sono aumentati del 45% tra il 2000 ed il 2003. Inoltre, un approfondimento sui lavoratori del settore orafo e metalmeccanico di Arezzo ha mostrato che una delle aspirazioni principali dei lavoratori dipendenti sia guadagnare abbastanza per poter avviare un’attività autonoma e far venire altri membri della famiglia. anolf.toscana@cisl.it